(S. Kierkegaard) E così la Trilogia Anatomica giunge al termine. In quello storico giorno in cui, secondo quei buontemponi di Repubblica, il web così come lo conosciamo sarebbe dovuto esplodere come una scureggia caricata a coriandoli.
E invece, manco a dirlo, siamo ancora qui. In barba all’ennesima socialstronzata, bevuta in fretta come un corretto a gennaio da diverse testate giornalistiche che, col caldo, non trovano di meglio da fare che copincollare da facebook o da qualche altro sito idiota.

Da un certo punto di vista peccato, da un altro meno male, ché l’afrore di interno Culo sarebbe stato nocivo per la salubrità dell’aria.
Ad ogni modo: perché tiro in ballo il Culo? Perché, prendendo spunto dal pezzo sul metodo scientifico for dummies pubblicato un paio di giorni fa, m’è venuta in mente una riflessione su questa cosa che fanno tutti: condividere le cose senza verificarle.
Insomma, condivisioni fatte un po’ a caso, con cialtroneria e disattenzione.
O, come si direbbe dalle mie parti, fatte a Culo.
Attenzione a non confonderlo con formule che evochino, in qualche modo, l’ausilio della dea bendata: si parla di un concetto che richiama più, come senso intrinseco e quasi filosofico, il consiglio più famoso del Ferretti.
Condividere e twittare immaginette buffe, siti cazzoni e finti referendum ha l’effetto di distogliere l’attenzione da problemi veri, e di dilatare il tempo di permanenza online della gente perbene che poi uno s’incazza e bestemmia. Però, alla fine, pazienza.
Divulgare notizie a Culo invece è proprio un grosso, grosso errore, per svariati e ragguardevoli motivi.
Mettiamo che mi dici una stronzata, magari una notizia preoccupante sul fatto che un hacker conosca in anticipo la figura di merda che faremo agli europei, o che Barilla è stata comprata da società americane senza scrupoli e che adesso i suoi prodotti sono potenzialmente dannosi per la salute; io magari mi fido perché penso che tu non sia il deficiente totale che sei, e diffondo la notizia.
E cosa succede, al di là dell’ovvio propagarsi di qualcosa di falso e privo di fondamento?
Intanto aumentano le visite del sito che l’ha pubblicata. E dato che la notizia è falsa, il sito è disonesto, fargli avere accessi è un po’ da stronzi. Fra le altre cose: passi se è il sito di un burlone, ma se è il sito di un giornale, il giornale dovrebbe rettificare, scusarsi e dare un calcio nel culo al giornalista.
Inoltre, e questo è ancora più grave, potrebbe scatenarsi del panico inutile: c’è chi potrebbe spaventarsi per qualcosa di inesistente, oppure che alcune persone, nel dubbio di fronte a un attacco mirato a un prodotto, decidano di boicottare una ditta o un evento (il che va a discapito di chi ci lavora) senza motivo o per motivi del tutto errati.
Ancor peggio, qualcuno potrebbe sviluppare odio immotivato verso categorie o etnie – ci sono molte celebri bufale ai danni di popoli più o meno lontani – e si possono diffondere notizie o credenze false, del tutto illogiche, e talvolta potenzialmente dannose.
Paolo Attivissimo fa una riflessione, sicuramente più veloce e intelligente della mia, sui danni prodotti dalle bufale e dalle catene, e sul perché spesso anche gente che non dovrebbe essere completamente deficiente “abbocca” e diffonde idiozie, anche palesi.
L’amore sopporta tutto, crede a tutto, spera in tutto, resiste a tutto. L’amore non tradisce mai. Antonio, ti sarei molto grato se tu potessi far circolare questa mia novella, Giuda non l’ha fatto, e guarda te com’è finito. Per non parlare di Lazzaro. Il messaggio ha già fatto il giro del mondo 10 volte, condividilo anche tu e avrai fortuna (specie con quella storia dell’idropisia).Ora vi starete chiedendo cosa c’entri il Culo in tutto questo.
(Saulo di Tarso, lettere ai colleghi, 11, 34)
Ve lo spiego subito: la prossima volta che condividete articoli sospetti che parlano di cani ucraini torturati da cinesi, o di detersivi killer che uccidono i bambini, o del giovane hacker coreano che ha rubato tutti i dati di tutti da facebook, fate un salto in bagno e ispezionatevi la faccia allo specchio: noterete una somiglianza con l’oggetto del mio post.
Fate una cosa: incamminatevi in quella direzione.
[M.V.]
L’ormai consueta battuta ilare copiata da Luttazzi.
“Se sei single, di te non importa a nessuna. Ti metti con una, e improvvisamente tutte le donne vogliono farti.” (D. Luttazzi)
“When you were single, nobody was thinking about your ugly ass. But once you’re in a relationship, everybody wants to fuck you.” (C. Rock)