Chiedilo a l’oro – atto secondo


Eccoci finalmente al secondo appuntamento con il nostro viaggio nel magico mondo dell’ 8xmille.
Dunque, abbiamo visto che ai nostri amici di Chiesa Cattolica Spa va la maggior parte dei soldi, e può essere che anche voi, come me, siate curiosi di sapere che cosa ci fanno con quel bel gruzzoletto. E allora sono andata a farmi un bel giro panoramico sul loro sito pieno di facce sorridenti di bambini, suorine, volontari e foto di progetti sociali e caritatevoli, – proprio come nella pubblicità in tivvù! – e allora viene quasi da pensare che la Chiesa stia facendo il suo dovere. Poi, se hai voglia di spulciare meglio il sito puoi scaricarti il rendiconto, con tutti i numerini, degli ultimi vent’anni e magari si comincia a storcere il naso.
E lo hanno scritto loro, eh.
Per comodità userò i dati del 2011 e vi faccio notare che più aumenta la pressione fiscale, più aumenteranno queste cifre.
Ecco, quindi, come sono ripartiti tutti gli eury:
• 156 milioni alle diocesi, le quali usano più della metà del loro budget per il fantomatico “esercizio della cura delle anime”, che comprende un vago “sostegno alle attività pastorali”, “sostegno alle facoltà teologiche” e infine – e qui la CEI ci stupisce con ossimori di gran pregio – ad istituti di “scienze religiose“. Che è un po’ come dire “cancri piacevoli”. Il resto è diviso tra spese per edilizia di culto, formazione del clero e catechesi. Oh! Dimenticavo gli scopi missionari, che vanno assolutamente menzionati, d’altronde sono ben l’1%.
• 125 milioni vanno alla nuova edilizia di culto, perché è sempre bene investire sul mattone, te lo dicono quelli che hanno quasi un quarto del patrimonio immobiliare italiano. Esentasse.
• 65 milioni vanno alla tutela e restauro dei beni “culturali ecclesiastici“. CEI strikes again.
• 122 milioni sono destinati a “iniziative rilevanti a livello nazionale”. Vi state chiedendo che roba è? Semplice: tutte le attività di promozione dell’ecumenismo in quei posti disagiati tipo le carceri, dove la parola del nostro signore può attecchire meglio. Sì, avete capito bene: pubblicità. Fra questi sono da menzionare i 12 milioni di euro che si beccano tribunali ecclesiastici, dopo tutto annullare matrimoni è un lavoraccio. E le giratine del papa.
• 361 milioni al sostentamento del clero. Dovranno pur mangiare, poverini.
• 85 milioni per le attività nei Paesi del Terzo Mondo, dove la Chiesa promuove tantissime attività, tra le quali, la diffusione dell’AIDS.
• infine,105 milioni vanno alle diocesi che investono quei soldi in interventi di utilità sociale, proprio quelli che sono pubblicizzati negli spot televisivi e sulla rete. Evviva!

Ma in fondo di che ci lamentiamo? Ad un’azienda che promuove vergini partorienti, zombie guaritori, fascisti santificati e omologazione del (non) pensiero, un piccolo peccato di omissione – come può essere per esempio il pubblicizzare solo il 18,6% delle entrate di cui sopra – si può pure perdonare. Perché noi, con le nostre fortissime origini culturali cattoliche non ci limitiamo a porgere l’altra guancia. Ci mettiamo direttamente il culo.

[F.T.]

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