Benvenuti all’appuntamento con l’articolo uno e trino sull’otto per mille. L’ultima parte del simpaticissimo discorso relativo a quella porzioncina di soldi che possiamo regalare a Gesù e ai suoi collaboratori terreni è dedicata ai danari che invece tornano nelle casse dello Stato (dove avrebbero dovuto andare fin dall’inizio). E che, come dicono a Parigi, col cazzo che ci restano.

Siccome siamo in Italia, le opere da conservare sono davvero tante, quindi la maggior parte della quota statale va, ed è sempre andata, all’ultima opzione dell’elenco di cui sopra. Molto bene. E indovinate di chi sono gran parte dei “beni culturali”?
I più attenti di voi si ricorderanno che già svariate decine di milioni di eury dell’8xmille sono votati alla causa, ma evidentemente non bastano.
D’altronde mica possono fare miracoli.
Quindi: in uno Stato che dovrebbe essere laico, ogni anno, grazie ad accordi presi prima dal Duce e poi da Craxi, una parte dei nostri soldi va a Chiesa Cattolica Spa, che come abbiamo visto, non li usa esattamente come vuol farci credere con i suoi spot. Un’altra parte, seppur piccola, torna faticosamente allo Stato, che però ne destina una discreta porzione a Chiesa Cattolica Spa.