Curare i lividi a sassate

Questo giro di Caccola mi coglie in affanno.
Avrei voluto parlare della Bufala di Hollande, ma Attivissimo mi ha preceduto pigliando a sonore steccàte su diti Repubblica e le sue correzioni tardive. Avrei voluto parlare del vano Referendum Anti-Casta, ma Zitelli mi ha dato la paga riassumendo in maniera lucida e precisa tutti gli avvenimenti relativi all’iniziativa.

by Dario Corallo

Bruciato sui due tormentoni principali della settimana, sono rimasto un po’ a bocca asciutta.
E dunque cosa resta? Cos’altro è successo di recente, a parte il ritorno dello statista più indagato degli ultimi centocinquant’anni?

Pensa e ripensa, mentre sapidissime gocciolone di sudore mi imperlano l’ansiosa fronte, in un improbabile slalom fra i solchi delimitati dalle rughe, mi balenano davanti agli occhi nuovi assalti dei sostenitori dell’omeopatia, che si sono evidentemente ripresi dalla ciaffàta che hanno preso da Piero Angela.

La discussione s’è accesa, seppur con toni civili, anche su uno dei miei gruppi preferiti di Facebook, il Gruppo Anti Bufale, tanto da farmi decidere in modo definitivo il tema di oggi: l’omeopatia.

Tutti sappiano almeno a grandi linee come funziona l’omeopatia (occhio a non confonderla con la fitoterapia o altri rimedi naturali). Al di là della mai dimostrata teoria settecentesca per cui il simile cura il simile, la cosa assurda è i sostenitori dell’intero sistema, basato su ripetute sciacquature di ricordi, che quindi pagano decine di euro per dell’acqua, se la prendono con la “congiura” dei medici e delle case farmaceutiche, come se quelle che vendono prodotti omeopatici fossero benefattori dell’umanità e non di ditte (talvolta multinazionali) del settore, che ovviamente guadagnano un sacco, laddove per un sacco intendo centinaia di milioni di euro. Eh sì, cari i miei bagonghi. Il mercato farmacologico è già remunerativo di suo, ma richiede ingenti investimenti, in ricerca e produzione, e oltretutto c’è sempre il rischio che un farmaco in via di sperimentazione non funzioni, e quindi non venga immesso sul mercato.
Ma non si può bypassare il problema? Ma sì, che il mare è pieno di lucci! Al prezzo di un qualsiasi farmaco da banco, si può vendere anche un cazzo nulla, che comunque è un prodottone sottoposto a ripetuti test inutili, con risultati decisamente illuminanti.

Ora è vero che ognuno, maggiorenne, vaccinato (oppure vaccinato col liquidator, è uguale), può fare il cazzo che gli pare quando sta male. Anzi, per quanto mi riguarda può anche chiedere roba omeopatica al pronto soccorso. Ma, ecco, prendete in considerazione l’idea di utilizzare cure che abbiano una base scientifica per curare i vostri figli, visto che anche per la legge italiana a livello medico i prodotti omeopatici non contano né valgono una sega nulla e, su certe cose, io consiglio sempre di non rischiare.

Anche se, dice un luogo comune, quando uno ha sete non c’è niente di meglio di un bel bicchiere di prodotto omeopatico.

[M.V.]

Una risposta a "Curare i lividi a sassate"

  1. Il problema non è che si imbottiscono di pasticche di zucchero a 30 euro a scatola, ma che gettan merda sulla ricerca e sulla medicina e su tutti i ricercatori che ci lavorano dietro! Vado a tirar capocciate al muro chè ho mal di testa

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