‘Ndrangheta: estorsioni a ditte per lavori sull’A3.
E’ l’ANSA a offrirci lo spunto, o meglio, a cavarci fuori l'”e grazie al cazzo” di questa settimana.
L’avreste mai pensato? Problemi di legalità per la realizzazione della Salerno-Reggio Calabria. Scandaloso.
Questo avremmo detto nel 1964, alla data d’inizio dei lavori quando, questa notizia, per quanto prevedibile, non era ancora certa. Oggi, a quasi cinquant’anni da quei giorni, un sospettino, un piccolo dubbio che qualcosa non andasse in quella stradina più accidentata di un percorso di giochi senza frontiere, ci era venuto. Ora, è vero che ci siamo fatti quarant’anni di democrazia cristiana e quasi venti di zio Silvio, però la differenza tra una strada e un pozzo senza fondo, noi automobilisti prima che cittadini, la cogliamo.
Questa è praticamente la differenza che nella sola A3 si nota tra il già disastroso tratto Napoli-Salerno, per lo più ignorato, e il tratto Salerno-Reggio Calabria, per lo più frodato.
Una sorta di religione, parimenti ad altre che infestano la nostra penisola, che si esprime con lunghe processioni e ingenti stanziamenti di denaro pubblico. Sarà questo che ci rende accettabile la situazione, l’abitudine al dogma, o la fantasia di sentirci dei moderni Mosè condannati a vagare per quarant’anni nel deserto delle infrastrutture del mezzogiorno. Anche se ormai si è superata la soglia e qualcuno, di tanto in tanto, il dubbio inizia farselo venire, che so, dopo il centonovantesimo caso accertato d’infiltrazione mafiosa. Come parlare d’infiltrazione calcistica nel campionato di serie A (sì, pare che qualche partita non sia stata truccata, ma di questo ne parleremo in altri momenti).
Stupiti e stupidi come non mai anche quest’anno prenderemo il nostro volo low cost per la prima meta che sorvoli il problema, e tutti contenti aspetteremo il prossimo arresto per dirci scandalizzati o annoiati della comunque solita Italia.
[D.C.]