– La situazione [Alcoa] è di scarsissimo interesse per possibili investitori.

L’affermazione di Corrado Passera, ministro dello sviluppo economico, espressa in italiano corretto, non cambia di una virgola l’impatto delle politiche imprenditoriali italiane degli ultimi anni, ma evidenzia l’evoluzione di uno scarsissimo interesse nei confronti del cittadino.
Non meritiamo nemmeno più una supercazzola come si deve.

Tratta con gli svizzeri della Glencore, Passera, probabilmente cercando di turlupinarli facendo leva sul proprio cognome, come una maitresse con poche risorse e un buon nome d’arte.
Siamo ormai abituati a principi finanziari ed economici che esulino completamente dalla logica produttiva e di gestione delle risorse, come siamo rassegnati ad una classe imprenditoriale italiana i cui maggiori rappresentanti operano sulle spalle dello stato, il cui concetto di “rilancio” vede le aziende “ri-lanciate” qualche migliaio di chilometri più a est, o che si basi su truffe e aggiramenti legali di varia natura.
E’ ancora difficile accettare però che tale “vizio” non si riesca a sopraffare nemmeno in momenti di estrema necessità, in somma, scorreggiare in pubblico ci può stare, se nessuno dice nulla, ma in diarrea proverei a stringere un attimo, ecco.

Invece no, né la grande imprenditoria privata né quella statale sono in grado di far fruttare la produzione di risorse primarie. Non si guadagna con l’alluminio, forse non serve, o forse costa troppo farlo estrarre da operai da 800/1200 euro al mese. Né con materiali e personale è possibile costituire una nuova un’attività.

Se è vero che la razza che più facilmente sopravvive è quella che più facilmente si adatta, c’è qualche speranza per un futuro con pochi imprenditori e meno operai.
In realtà sembra più che la “terza guerra mondiale” sarà qualcosa di più simile ad un conflitto etico-social-economico che non a una roba di cannoni e sommergibili, al termine della quale, al di là del vincitore, troveremo sempre qualcuno pronto a dire la cosa giusta.

[D.C]