50 Sfumature di Grigio

“Veniamo da molto lontano e andiamo molto lontano! Senza dubbio! La domanda però è: chi paga la benzina?”
(P. Togliatti)
No, le cinquanta sfumature di grigio non sono quelle dei vecchi manifesti del PD.
Bensì quelle che mi sono venute in mente nel leggere il discorso che Bersani ha rivolto al popolo di sinistra, pardon di centrosinistra, pardon delle forze riformiste, insomma, a quelli del suo partito, in occasione della festa nazionale del PD.
E che, ci scommetto parti intime, non mancheranno di scatenare reazioni contrastanti da parte dei più forti detrattori di Bersani, ossia i suoi compagni, pardon amici, pardon lorolì.
Sul senso generale del discorso, niente da dire.
C’è tutto quello che più o meno ci si aspetterebbe da una forza anziana come il PD, a parte il fraintendibile scivolone iniziale: “siamo un partito popolare“.
“Non male”, pare abbia sussurrato Casini.
In realtà, le 50 sfumature di grigio oggetto della mia scommessa, che citano uno dei libri apparentemente più brutti del secolo – e che per inciso io non ho intenzione di leggere, ho già letto per sbaglio i 100 colpi di spazzola e ho deciso di rimanere sordo al nuovo libro scandalo, nonostante il ricco sconto sulla parte numerica del titolo – alludono alle mille sfumature presenti nelle correnti del PD, quelle che riescono a far litigare tutti senza dire nulla.
Infatti, a poche ore dalla conclusione della festa del PD si leva immediata la replica lampo di quel burlone di Renzi, non sia mai che qualcuno si dimentichi del suo sfrenato protagonismo.
Che dicevo? Ecco. Bersani. Ossia la guida indiscussa del PD, quel tipo di guida che ricorda tanto quella del padre di Dawson.
Cosa ha detto, dunque, il politico piacentino? Difficile trovare qualcosa di nuovo in mezzo al fiume di rigore, austerità e serietà, ma non impossibile. Oltre i soliti periodi: “siamo di fronte a una svolta”, “prima o poi si fa qualcosa”, “ecco dai che ci siamo”, “siamo una grande forza riformista”, “ma comuque sarà dura” e il glorioso “diremo al Paese che vogliamo prenderci le nostre responsabilità” che da solo varrebbe un articolo nella nostra rubrica del mercoledì, ecco che arrivano un paio di prese di posizione serie.
Dunque, Bersani si fa scappare qualche frase contro le banche e l’alta finanza, roba quasi di sinistra, e i periodi, decisamente poco fraintendibili, a favore delle unioni gay (“non c’è ragione perchè si neghi agli omosessuali italiani il diritto all’unione civile”) e sugli stipendi dei parlamentari (“non c’è ragione che un parlamentare o un consigliere regionale guadagnino più di un sindaco”).
Certo, ci sono poche posizioni nette, ma d’altronde non è un caso se Metilparaben realizzò un generatore automatico di temi etici su cui i progressisti vogliono comporre diverse sensibilità, è proprio che prendere posizioni chiare è difficile, nel PD, perché già succede casino con quelle sfumate in grigio, figuriamoci a tirar fuori idee colorate.
E comunque credo che queste poche parole basteranno a far scoppiare liti e battibecchi: chissà chi si farà avanti. Forse la Bindi, forse Vendola, forse si sentiranno in diritto di commentare anche Grillo, Di Pietro e il Papa, e qualcuno nel PD gli darà pure retta.
Non disperiamo, però: c’è anche una forza democratica decisa, coesa, compatta. Ed è guidata da Hollande.
Insomma, il dubbio che mi assale è che il Partito Democratico sia davvero democratico, molto democratico, troppo democratico. Talmente democratico da non riuscire a darsi una direzione, talmente democratico da trasformare il rosso delle origini in cinquanta sfumature di grigio.
[M.V.]

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.