Ben ritrovati amici miei! Dopo questo agosto di pausa, devo dirvi la verità, avevo pensato quasi quasi di inaugurare un’altra rubrica, invece proprio vogliono continuare a farmi parlare di soldi. Che monotonia!

Come avrete intuito dal titolo, vi parlerò dell’IMU.
Prima o poi sarebbe arrivata, il governo Monti ha dovuto solo anticiparla col decreto “raschia il fondo del barile” e ovviamente, non sono mancate le polemiche.
Sarà per il parto prematuro, ma non si capisce bene cosa sia quest’imposta e come funzioni, se questo ibrido comunal-statale avrà un gettito che possa servire a qualcosa. Intanto sperimentiamo. Si fa così, intanto si prova, poi si vede, magari ci si aggiusta con calma. E via con un’altra batosta che va a colpire la classe media, che è sempre meno media e ha le spalle sempre meno larghe, in misura inversamente proporzionale al buco del culo.
Ma perché mi metto a parlare proprio adesso dell’IMU? Ormai la prima rata è andata, e la seconda sarà a dicembre. Il perché é presto detto: dal 2013 anche la chiesa dovrà pagare l’IMU (solo sugli immobili commerciali), roba da fantascienza.
Quindi a maggio doveva essere pronto il decreto attuativo, quello che permette alla fiction di diventare realtà ma, ahimé, se ne sono perse le tracce. Ma come, abbiamo dovuto premere l’acceleratore e poi lasciamo passare in secondo piano 600 milioni di euro?
Dato che il ministero afferma che c’è comunque tempo fino alla fine dell’anno per far partire il provvedimento, i cardinali riguardo alla questione tirano in ballo Gesù.
Probabilmente per chiedergli, per l’ennesima volta, di voltarsi dall’altra parte.
[F.T.]