Prelevato un bambino dalla forze di polizia per l’affidamento paterno.
Insorge la madre.
Non possiamo davvero esimerci dal sommarci alla massa d’imbecilli che si sono sentiti in dovere d’intervenire in una storia di cui non conoscono un’amatissima minchia.
Perdonerete l’astio sorgente dal trattare un tema alla base dell’attuale infimo stato sociale: la totale irresponsabilità civile e morale dei singoli cittadini, in particolar modo nel loro ruolo fondamentale (e sempre più fallimentare) di genitori.
Siete tutti sconvolti dal video dei poliziotti che prelevano a forza un bimbo riluttante vero?
Bene, fate schifo. Ma di un tanto che potreste essere insigniti del premio Razzista del giorno honoris causa vita natural durante.
Ora, continuando ad affermare che di questa storia ne so quanto chi ne ha parlato, ossia una quantità pari alla merda che vorreste nel vostro pranzo, vi chiedo: quanti casi conoscete in cui sia concesso l’affidamento esclusivo al PADRE? Dico davvero, quanti?
Stessa quantità di quanto ne sapete di questa storia, immagino, schizzo più schizzo meno.
Bene, per rompere una tradizione giuridica così forte come quella dell’affidamento materno, ci devono essere state motivazioni ben più che valide, come e a maggior ragione per l’intervento della polizia.
La prima idea è una madre degenere. Sempre per non saperne nulla, così, valutando a posteriori, una che ignora una sentenza talmente importante e certamente giustificata, “tenendo in ostaggio” il proprio figlio fino a costringere il padre a richiedere l’intervento della polizia per l’applicazione della giustizia, certamente non può essere una buona madre, certamente non ragiona per il bene del figlio, certamente è preda di un egoismo superiore alle dosi consentite per un genitore.
E giù scenate con tutta la santa famiglia, importante solo quando di comodo, meno quando c’è da considerare il padre e i suoi diritti.
Dirò di più, il ragazzino è stato influenzato dalla “disperazione” e dalla “rabbia” della madre e dei suoi parenti nell’esternare una reazione fino a quel momento assente (questo emerge dal racconto di testimoni oculari che hanno assistito alla scena fin dall’interno della scuola, prima che si avviasse la ripresa “shock”).
“Di tutto per mio figlio!”, tranne rinunciare a qualcosa, foss’anche l’orgoglio, per il suo bene, ovviamente.
Personalmente, visti i risultati degli ultimi vent’anni, inserirei dei test per diventare genitori. Una selezione preliminare, se non genetica, almeno qualitativa. Comunque una volta nati li affiderei a una struttura pubblica moderna in grado di garantire l’unicità dell’individuo in una educazione comunitaria basata sulla ragione, lasciandoli il fine settimana a farsi spupazzare dai genitori, liberi a quel punto di viziarli e maleducarli in maniera il più inefficace possibile.
Troppo? Va be’, iniziamo piano, dai genitori che divorziano, tanto per evitare situazioni come questa. Vuoi divorziare? Hai figli? Salomonicamente niente a nessuno, e il pupo è della comunità, perché la comunità dovrà sorbirsi una matura testa di cazzo tra 15 anni, quando avrete finito di crescerlo a cazzo di cane come già avete dimostrato, con lampanti esempi. E sì, perché forse non tutti sanno che l’educazione arriva in primis dall’esempio, e che esempio abbiamo qui?
Torniamo così a noi, all’esempio di una madre, ecco, trovo vergognoso il comportamento di una madre che si rifugia dietro al proprio bambino per non accettare le conseguenze delle proprie azioni, fino a farlo tirar via a forza, fino a farlo diventare un fenomeno mediatico. Questo è il vero shock, questo e l’idiozia galoppante che fa partire catene di sdegno per fatti e ragioni del tutto sbagliati.
Pazzesche immagini commentate su Facebook (il maggiore repositorio di stronzate incontrollate, che magari poi censura la critica), in cui addirittura si additano le forze dell’ordine. Ecco il problema, non capite nemmeno quale sia il problema, ma il vostro non capire un cazzo di niente vi impone di tentare di esprimervi su qualsiasi cosa (purché non sia fattivamente impegnativa). E allora pure io, con una sola annotazione, tutti i bambini cresciuti male perché mal gestiti dal “genitore giusto”, ossia il più irresponsabile e prepotente (generalmente la madre), ve li beccherete in strada, quando sarete anziani, che vi manderanno a quel paese, che vi passeranno avanti in fila alla posta, che vi scipperanno, che costituiranno un paese in cui l’egoismo sarà il primo valore, e sarà il valore di cui gli avrete dato esempio.
– ‘Sti giovani so’ maleducati.
– E grazie al cazzo!
[D.C.]
Forse non hai capito tu qualcosa: il problema non è la sentenza.
E’ COME è stato preso con violenza il bambino.
Se pensi che un bambino di dieci anni vada preso per MANI E PIEDI E TRASCINATO VIA, ti auguro che non capiti mai ad un tuo figlio.
Esattamente, questo è il problema, ossia il punto focale della critica: di fronte a un dramma che vede almeno uno dei genitori (forse entrambi) utilizzare il proprio figlio come arma, scudo e campo di battaglia nelle beghe della separazione, quello che scatena l’ira del pubblico non pagante è “il modo in cui hanno afferrato un ragazzino per portarlo via”.
Be’ credo che dovremmo rivedere le nostre priorità e i nostri valori.
La vita di quel figlio non sarà rovinata per essere stato caricato di peso 10 secondi, bensì per i 10 anni passati con una madre che l’ha messo in quella condizione.
Se proprio vogliamo incazzarci, almeno facciamolo per i motivi giusti e verso le persone “giuste”.
Addirittura molti si sono scandalizzati per un’ispettore che allontanava (a ragione,, e non offenderò le vostre intelligenze spiegandovi perché) una zia in malo modo. “Stato di polizia” è stato scritto, roba che nemmeno durante i fatti della Diaz. Magari fosse quello, uno stato di polizia.
Il modo in cui hanno caricato il ragazzino può farci storcere il naso, certamente, ma in tutta la storia è il minore dei problemi, e di storie così ce ne sono in quantità.
Senza contare che da piccolo, a chi abbia avuto un’infanzia mediamente movimentata, è certamente capitato di essere portati via di peso, se non menati e quant’altro. Magari non dalla polizia, ma nulla che dei genitori sani di mente e di principi, non potessero sistemare con una buona spiegazione.
Qua i genitori che gli spiegheranno? Ti stavamo facendo trattare male perché ti volevamo troppo bene per metterci d’accordo?
Fottetevi, siete dei pessimi genitori (almeno uno dei due), e quanto accade a quel ragazzo è colpa vostra. Un poliziotto un po’ brusco? Oh questo è il problema, certamente.
Non sto dicendo che i genitori non hanno i loro problemi e difetti, al contrario.
Ho detto proprio che un padre che non si crea scrupoli a simili mezzi, ha ANCHE lui qualche problema…basta rileggere il post che ho scritto..
Il motivo del tono del mio post è stato per il tono sprezzante e saccente di chi vuole giudicare le masse dicendo ” vi indignate per una sentenza? Moralisti!”.
Per il resto, vedere un filmato dove viene trascinato via un bambino, si , fa una certa impressione onestamente.
E fa venire voglia di sapere che succede, non c’è niente di strano nemmeno in questo.
Che i genitori , uno o entrambi, siano “fallati” siamo daccordo, ma ad usare un tono “strafottente”, non c’è niente di strano dal ricevere anche risposte a tono.
Poi se preferite avere lettori che prendete per cretini e stupidi, fatti vostri.
Chiedo scusa: in effetti nel primo post non era presente il pezzo perchè l’ho confuso con un altro post: colpa mia.