A Bergamo indagato il presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo, Rossano Breno. E’ indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta che aveva portato nei mesi scorsi all’arresto del vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani.
Ancora un incontro tra la malafede e l’incapacità della grande imprenditoria e dell’alta politica italiane.
Come dire, ognuno mette quel che può.
Questa volta esco da casa e mi affaccio, per ammirare un po’ di produttiva professionalità, verso le mitiche lande celtiche, in quel della Regione Lombardia, tutt’altra storia rispetto a quella Regione Lazio, culla della Roma ladrona di cui davvero non se ne può più.
Bergamo, tutta un’altra storia.
In una terra a cui Formigoni sembra aver già dato (o preso, ma nel contesto non credo ci sia differenza) tutto, si può ancora trovare qualche valida connessione tra l’amministrazione pubblica e l’imprenditoria locale, una valorizzazione autoctona che merita la mia attenzione e il mio sdegno.
Veramente, con tutto il fervore nordico, con tutta la scuola di decenni di malgoverno nazionale, con tutte le leggi a tutela della classe dirigente, ancora ci si fa beccare?
Credo che la stessa società di papponi e magna fregna (o l’equivalente padano) dovrebbe insorgere verso questi individui che ne sminuiscono virtù e infangano la famigerata essenza. Proprio ora che il popolo sembra aver superato la superstizione democratica del fare di tutta l’erba un fascio, ci si perde in atti di corruzione, magari semplice?
Sì, avete ben letto, dai, la sapete la storia dell’erba, quella per la quale se siamo in dieci di cui tre rubano e sette tacciono siamo considerati dieci ladri, ecco, quei pretenziosi “distinguo” che una volta i sette gridavano a gran voce piuttosto che realmente tirarsi fuori dal fascio, negli ultimi anni si sono andati perdendo come lacrime nella pioggia, tirando fuori un po’ di pudore e cercando con più dignità di raccattare qualche mollichina dalle pagnotte dei tre di cui sopra. Una presa di coscienza più comunemente riconoscibile nei “ha fatto bene”, “al posto suo che avresti fatto?”, “sarebbe stato impossibile rifiutare” o il più concreto “ognuno ruba quel che può”. Una sorta di terra di nessuno, per una popolazione di cacciatori raccoglitori, il vero volto dello stato per il cittadino italiano.
Ora, quindi, in un contesto del genere, con tutti gli strumenti a disposizione, è mai possibile che ancora ci si riesca a far beccare da una Guardia di Finanza già tutt’altro che immune al fenomeno?
Il mio sdegno personale va quindi ai personaggi di questa vicenda: Rossano Breno (presidente della Compagnia delle Opere), Luigi Brambilla (ex vicepresidente), Franco Nicoli Cristiani (vicepresidente del Consiglio regionale lombardo) e quanti altri, che oltre a far fare brutta figura alla compagnia dei disonesti, l’hanno fatto giocando con gli scarti dl’amianto, speculando sulla salute di una popolazione locale alla quale devono, se non tutto, davvero molto. Se fossi di quelle parti sarei incazzato nero, va be’, facciamo incazzato roscio, per evitare problemi, con tutto quello che da cittadino avrei fatto per loro, mettendoli al governo, sovvenzionando le loro aziende, magari lavorando direttamente nelle loro strutture, consentendogli per pochi spicci di guadagnare centinaia di migliaia di euro, e il tutto nel rispetto più assoluto dell’omertà o perfino della concussione… vedermi ringraziato così non lo accetterei.
Almeno, dico almeno, non farsi beccare. Altrimenti poi come ci sdegniamo?
[D.C.]
Sono assolutamente d’accordo con quello che scrivi. Lo sono su tutta la linea. A questo punto io proverei a organizzare un corteo di protesta che si faccia portavoce del malessere di papponi e disonesti cittadini ladri che vedono in pericolo la loro attività. Mi chiedo, come tu hai già egregiamente fatto, dove andremo a finire di questo passo. Come faremo a proteggere i nostri politici corrotti dalla Guardia di Finanza che, diciamolo, ha anche un po’ rotto le palle co ste indagini! Ma dico io! In un paese libero, liberale e libertino come l’Italia, sti poveracci avranno pure il diritto di rubare un altro po’. Basta con questa caccia all’uomo!