Di frignoni, razzisti e Fornero.

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Lo so, lo so. Ne abbiamo già parlato. E come noi ne ha parlato tutta Italia: l’uscita assai infelice della Fornero non poteva lasciare indifferenti, perché è una di quelle frasi che i filofrancofoni chiamano cazzate. Eppure mi fermo a pensare.
In un floriloquio di foto di semianonimi che sgranano il loro curriculum su tovagliette di carta marroncina con un pennarello a punta grossa, rigorosamente pubblicate su facebook, scopriamo che in Italia esistono una manciata di poveracci che non trovano lavoro supportati da milioni di imbecilli fancazzisti che li esaltano.
Perché, cari amici, a costo di essere impopolare (forse perché certi problemi li vivo sulla mia pelle), il concetto è chiaro: se hai bisogno e fame lavori, qualunque sia il lavoro, c’è poco da fare. Viviamo in un periodo storico e sociale schifoso, siamo parte della generazione che paga il lassismo dei padri (oltre che il proprio) e salverà il culo ai figli, ma anche che gode dell’esposizione telematica di un social network qualsiasi e che fa la voce grossa solo sul web. Poi d’accordo, che proprio chi mangia sui nostri disagi ci dia degli schizzinosi fa saltare i nervi a tutti, ma mi sono veramente rotto le scatole di vedere che il 90% di voi sia composto da idioti capaci solo di ripostare foto altrui, credendo che basti ad avere la coscienza pulita col lavoro. E questo fa di me, l’avete indovinato, il Razzista del Giorno.

[E.P.]

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