¡que viva la bufala!

Manifestazioni studentesche. Polizia. Cariche. Pestaggi.
E patapàm.

Ovviamente parte la (mezza) bufala: si prende la foto di un bambino spagnolo, un giovane tredicenne ferito durante gli scontri a Tarragona, e si tace sul fatto che non è italiano.
Badate bene, chi scrive i manganelli li infilerebbe tutti su per il culo di chi carica dei ragazzi – ma piglierebbe anche a calci nel culo chi provoca, lancia sassi e spacca macchine e vetrine, sia chiaro…

Che in caso di scontri la polizia abbia il manganello dalla parte del manico è fuori di discussione. Che spesso il manganello venga usato un po’ troppo presto, un po’ troppo forte, un po’ troppo a merda, è abbastanza palese.

C’è anche da dire che non c’è manifestazione in cui i soliti imbecilli compiono atti vandalici, lanciano sassi sulla polizia, insultano e minacciano, come se manifestare fosse la scusa per lasciar andare la rabbia. Rabbia di qua, rabbia di là, la gente si fa male, da tutte e due le parti. La violenza, sarò retorico, difficilmente porta a qualcosa di buono.

Ma non è questo il punto della caccola di oggi: il punto è che, come rilevato anche da Giornalettismo, la diffusione della foto del ragazzino tredicenne spagnolo senza alcuna indicazione geografica ha scatenato una valanga di condivisioni a cazzo, di gente che sbraitava e inveiva e augurava la morte ai poliziotti italiani per qualcosa che non avevano fatto. Per qualcosa di falso.

C’erano decine di episodi veri da denunciare, ma il popolo bovino di internet s’è aggrappato come spesso accade all’unica cosa non vera che circolava.
Altro esempio di come una foto decontestualizzata può fare disinformazione su larga scala. Oggi è questo, domani chissà: chiunque può inventarsi una cacata a caso e, con un po’ di culo, parte il tam tam, la gente la condivide per mettersi a posto la coscienza e una nuova notizia falsa albergherà nel cuore della gente al posto di una vera.

A riprova, ci sono persone che ancora credono a tantissime “bufale” passate su facebook o su internet, incluse accuse di pedofilia, notizie razziste, episodi di violenza completamente inventati. E magari come in questo caso non conoscono episodi altrettanto gravi, e avvenuti sotto casa, successi veramente.

Giudico questa informazione per immagini, l’ho già detto, più che dannosa.
Si parli per idee e non per slogan, si facciano cronache e non proclami.
E non si riducano manifestazioni, aggressioni, pestaggi e vandalismo alla pressione di un pulsante su un social network, che non si fa una bella figura.

[M.V.]

2 risposte a "¡que viva la bufala!"

  1. Da anni oramai ho trascritto la Prima Legge della Dinetica (le origini del nome rimangano segrete) o Grande Assioma del Cosmo _
    “Quando ti viene in mente una cazzata tu dilla, tanto qualcuno ci crede sempre”

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