L’Imu: aumenta la povertà e non risolve le disuguaglianze.
All’Unione Europea non si può proprio nascondere un cazzo nulla.
E c’è chi ancora sostiene che bisognerebbe uscirne.
Eppure l’unico stato da cui bisognerebbe uscire è quello mentale che ci rende sopportabile ‘sta specie di Paese delle Merdaviglie in cui, dopo aver fatto il più porco dei propri comodi, ogni personaggio, politico, banchiere, manager, avvocato, prete, capoturno, custode della chiave del cesso, amico del custode della chiave del cesso o combinazione dei precedenti, ha la possibilità di prendere deliberatamente per il culo le vittime della propria arrogante, burocratica, democratica, prepotenza.
E’ indubbio che una dose di sano masochismo sviluppi una libidine difficilmente uguagliabile, ma passare dall’omofobia al vivere con un cetriolo canterino fra le chiappe è uno sbilanciamento un tantino eccessivo.
Questo mio tuffo a piè pari nella banalità non ha altro scopo, come al solito, che quello di provocare qualche schizzo a destra e a manca, in realtà a prescindere dal tema specifico in sé, che l’IMU, a parte non toccarmi direttamente, non è che la punta di un iceberg di stronzate che galleggia nel mare di buchi concettuali, filosofici, logici e tecnici dei sistemi sociale, economico e, in particolare, abitativo. In un paese che naviga con agilità da morto a galla tra case di lusso comprate a tradimento e case scippate, parlare di IMU è quasi come guardare Vespa e parlare di canone RAI (a proposito, carina la nuova pubblicità, ma avrei aggiunto una più incisiva scena in cui Giuliano Ferrara mangiando televisori defecasse eburnee banconote, prima della voce fuori campo “qualsiasi cosa ne facciate…”).
Dunque l’IMU andrà ritoccata, come dice Silvio, come dice l’Europa, come dice il mio vicino, come a me non frega beatamente una mazza, così che Silvio avrà ancora il suo impero architettonico, l’Europa sparerà “grazie al cazzo” su altri argomenti, il mio vicino continuerà a pagare quello che sarà e a me continuerà a non fregare una beata mazza.
io lo dico e lo ripeto da tanto tempo. questo non è un semplice tassare i beni, è tassare la proprietà privata, che significa libertà. http://theselbmann.wordpress.com/2012/04/04/quello-che-hai-e-tutto-in-affitto/