Troppo comodo.

contributo episodico di Paolo Guccione


Preso atto dello straordinario successo dei grillini alle ultime elezioni (io li vorrei anche chiamare Movimento 5  Stelle, ma visto che il loro portavoce che parla a loro nome ha la cafonissima abitudine di chiamare gli altri coi nomi che aggradano a lui e non a loro, adotterò lo stesso comportamento, chissà magari qualcuno si accorgesse che è maleducato e glielo fa notare), ci sarebbe da capire come possono sfruttare la straordinaria occasione che si prospetta loro per cambiare la politica italiana. Tutti sono già d’accordo che il “modello Sicilia” sia un’ottima idea. Ma questo modello non è applicabile a livello nazionale.

In primis il governo siciliano è in carica subito dopo le elezioni.
Pertanto, i grillini siciliani possono decidere quali provvedimenti di Crocetta appoggiare, e quali no, “orientando” le decisioni del governo dell’isola senza votare la fiducia. In altri termini, possono adottare una “cooperazione selettiva” con il Presidente Eletto.

Diversa è la cosa per il Parlamento della Repubblica Italiana. Se non c’è un voto di fiducia preventivo, non c’è un governo di cui votare i provvedimenti che ci piacciono: il voto di fiducia al Senato da parte del M5S in caso di presentazione di un governo qualsiasi non sarebbe un inciucio, ma una necessità tecnica.

L’argomentazione “ma il M5S si muove in modo diverso dalle altre formazioni politiche” non ha senso. Occorre un po’ di pragmatismo, e fare i conti con regolamenti e procedure delle istituzioni in cui gli eletti hanno un incarico di rappresentanza. E in questo caso si tratta addirittura della Costituzione.

C’è poi un altro particolare. Molti dei leader del M5S stanno più o meno palesemente spingendo per un governo PD+PDL in modo da non doversi sporcare le mani a votare la fiducia, ma poter continuare a lamentarsi dell’inciucio. Troppo comodo. Non potete dire voi quali partiti debbono comporre il governo e poi dire “noi del governo non siamo responsabili”. Se Bersani (o Renzi, come penso sia più probabile) si presenta al Parlamento con un programma che può essere compatibile con il programma 5 Stelle, e magari con una squadra di quarantenni che il PD ne ha parecchi, come fate finta di non vedere, è ovvio che la fiducia deve venire dal 5 Stelle.

Costringere il PD a chiedere la fiducia al PDL, significa di fatto rischiare di fornire il salvacondotto giudiziario ai parlamentari corrotti facendo ricadere la colpa sul PD. E’ così che si lotta contro la corruzione? E poi, non penserete mica che un governo col supporto del PDL vi faccia la legge sul conflitto di interessi e poi voi la votate semplicemente, vero? Piedi per terra, please.
In altri termini, è troppo comodo “deprecare” gli inciuci quando in realtà si sta cercando di “provocare” gli inciuci, lavandosi le mani della responsabilità di proporre e votare, come è tra i doveri costituzionali dei parlamentari, i membri del governo.

Un secondo punto importante è quello dell’attuazione dei punti del programma. Il programma del M5S contiene tanti elementi di grande novità e interesse. Ma un atteggiamento “alla Ponzio Pilato” sulla formazione del governo non consentirebbe in nessun caso la loro realizzazione. Prendiamo un argomento stimolante: l’abolizione delle Province. Questo punto è compatibile anche col programma del PD.

Il modo migliore per fare fuori queste istituzioni obsolete è quello di abolirle con una bella legge, e passare le competenze ai Comuni o alle agglomerazioni di Comuni. In Francia le agglomerazioni ci sono da molti anni, e funzionano bene, riuscendo a venire incontro alle esigenze del territorio meglio delle Province, e fornendo un ottimo grado di indipendenza e autonomia delle realtà locali. Il personale delle vecchie Province potrebbe essere tranquillamente riassorbito dalle agglomerazioni, che creano parecchia occupazione pur spendendo meno delle province.

Ma allora è facile! visto che è in entrambi i programmi è sufficiente mettersi d’accordo e farlo! Gaudio e tripudio e pippobaudio!

E invece no. Bisogna scrivere decreti attuativi complicatissimi, e risolvere una miriade di micro- e macro-problemi che richiedono un’improba mole di lavoro a livello ministeriale. Rilocare centinaia di migliaia di pubblici dipendenti da un tipo di amministrazione a un’altra non è cosa che si fa schioccando le dita. Il taglio delle province richiede un lavoraccio infame da parte di qualche oscuro sottosegretario (che probabilmente poi sarà dimenticato). Bassanini ha reso la vita degli italiani un milione di volte più facile con le autocertificazioni, ma nessuno si ricorda che stava al governo insieme con Prodi e D’Alema. Insomma, occorre sporcarsi le mani.

E poi, ma se questa cosa è nel programma del M5S e per farla occorre lavorarci, oltre che votarla, perché dovrebbero lavorarci solo il PD e SEL? Il M5S è lì solo per schiacciare il bottone per dire “sì, ci degniamo di approvare questo singolo provvedimento di questi inciucisti?” Non sarebbe più corretto che il M5S indicasse uno o più ministri e sottosegretari che hanno lo specifico incarico di attuare quei punti di programma che vengono specificamente introdotti su richiesta a cinque stelle?

E soprattutto, chi decide se si fa Ponzio Pilato o si collabora, gli eletti o Grillo & Casaleggio? No perché il Il Vate Grillo ha detto che “la fiducia non si vota” dopo poche ore, un po’ troppo in fretta per essersi davvero consultato con la base. Non mi pare di avere visto sul suo blog un bel “Clicca sul Si o No alla Fiducia” come richiederebbero i principi della democrazia diretta. Però ho visto gente applaudire ex-post perché “Lo ha detto Beppe”. Sarebbe questo “Consultare la base”?

                                          
[P.G.]

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