(S. Germana) Qualcuno si aspetterà un commento a qualche dichiarazione grillina tipo quelle della Grande, invece no, ho deciso di valutare l’operato grillino in parlamento una minchiata per volta. Sul conclave ho già detto la mia (più che altro ho ricordato un paio di dati sensibili) e quindi, complice anche un rilassante week-end di vacanza che mi ha tenuto lontano dai mezzi di comunicazione, mi trovo nell’imbarazzante situazione di non sapere cosa dire, annaspando disperatamente alla ricerca dell’ispirazione per mettere per scritto, come mio solito, un paio di stronzate.


Che per me, ahimé, ha poco senso. (Dieci a uno che chi apprezza la campagna non ha figli né li vuole, o li ha ma i medesimi sono attualmente in custodia presso i servizi sociali) L’associazione si dichiara soddisfatta del mezzo scandalo, e dichiara: “i corpi degli animali che vengono raffigurati nelle pubblicità già smembrati e impacchettati in varie modalità non provocano lo stesso disgusto, anzi al contrario sono universalmente accettate”.
La tentazione di riciclare qui il banner “E grazie al cazzo!” della rubrica del Cerreti è forte. Davvero, fatico a seguire il filo logico. Il leone non si scandalizza delle ossa sparse per la savana. Credo che neanche la gazzella si scandalizzi, c’insegna la TV che la gazzella si sveglia e comincia a correre, cazzo gliene frega delle ossa sparse per la savana? Anzi, meno male sono lì, pensa la gazzella: “grazie, selezione intraspecifica”.
Chissene di correre più veloce del leone, basta correre più veloce delle altre gazzelle. (In realtà no, la gazzella non pensa niente di tutto questo. La gazzella non ha percezione della selezione naturale. E neanche l’uomo, visti gli ascolti che fa X-Factor) Mi fa strano l’idea di equiparare la propria specie alle altre. E, mi spiace, ma nel mio essere convinto della validità delle tesi a sostegno dell’evoluzione, fatico anche a trovare una coerenza e una giustificazione logica all’esistenza dell’antispecismo, inteso come quella corrente filosofica che si è originata da una parte dei ragionamenti sull’utilitarismo di Singer. Però questa cosa del “tutti la stessa specie” mi porta a una riflessione.Parto da qui: Steven Pinker ha scritto un bell’articolo sull’istinto morale, che cita diversi esempi di “quiz morali”. V’invito a leggerlo per capire di cosa sto parlando. Fra gli altri “quiz”, Pinker cita il celebre problema utilitarista del carrello ferroviario.
Stai camminando di mattina e vedi un carrello ferroviario che corre impazzito lungo la rotaia, perché il suo conducente è svenuto al comando. Sul percorso del carrello ci sono cinque uomini che lavorano alla rotaia, ignari del pericolo. Tu ti trovi a una biforcazione nella rotaia e hai la possibilità di tirare la leva che dirotterà il carrello su un binario laterale, salvando i cinque uomini. Sfortunatamente, il carrello in quel caso investirà il singolo operaio che sta lavorando in quel punto. È lecito azionare lo scambio, uccidendo un uomo per salvarne cinque?
Quasi tutti gli interpellati rispondono che sì, è lecito azionare lo scambio. Cambiando prospettiva, invece, per esempio dicendo che il soggetto è su un ponte da cui si vedono le rotaie, e l’unico modo di fermare il carrello impazzito è spingere un uomo giù dal ponte in modo che blocchi i binari frenando la corsa del carrello, le cose cambiano: la maggioranza degli intervistati abbandona immediatamente l’utilitarismo decretando che no, non è giusto spingere il tizio giù dal ponte.
Kant disse che un essere razionale non deve mai essere utilizzato come mezzo non consenziente per uno scopo, anche se lo scopo è far del bene ad altri, e sembrerebbe proprio questo il “blocco” fondamentale fra il primo esempio e il secondo: ci si rifiuta di uccidere un essere razionale innocente, anche se è per il bene di altri esseri umani.
Spesso ho sentito dire da diversi animalisti che per la loro morale uomini e animali sono uguali, per cui suppongo che la loro visione etica potrebbe essere simile a quella Kantiana sostituendo la parola “essere razionale” con “essere in grado di provare dolore”.
Ovviamente il mio “spesso ho sentito dire” non significa un cazzo, per cui mi farebbe piacere estendere lo studio, ponendo le domande dei vari “quiz morali” utilizzando senza soluzione di continuità esseri umani – adulti e non – e vari esemplari di varie specie (dal cucciolo di beagle all’oloturia) a un campione molto ampio di persone, identificando quelli che metterebbero prima gli animali rispetto agli uomini.
E poi sostenere i quiz morali a mia volta, usando di volta in volta negli esempi loro, e le persone normali.