La supervalutazione dell’estinto.

“Mi verrebbe di strapparti quei vestiti da puttana/ e tenerti a gambe aperte finché viene domattina/ ma di questo nostro amore così tenero e pulito/ non mi resterebbe altro che/ un lunghissimo minuto di violenza!”
(F. Califano, “Te lo bbutto”)
Muore Califano, in un disperato tentativo di arrestare l’orgia di condivisioni di pezzi di Jannacci. Nessuno dei due riesce a frenare, però, il boom di post “non mangiate gli agnellini” (troppo tardi) e “buona pasqua”. Che poi è colpa della pasqua se mangiamo tonnellate di agnelli in un paio di giorni. Vedere i due tipi di messaggi che si alternano fa venire voglia di sparare un crossposting da terza guerra mondiale.
Vabbè, alla fine ieri mi è sembrato un giorno come un altro, niente governo, servizi di prima sul papa, qualche banco di missili termonucleari in Korea. Le solite cose.
pasquaChiariamo subito. Rispetto per familiari, amici e fan del morto del giorno sinceramente contriti. Ovvio che ci siano, ovvio che il loro dolore vada rispettato. Ciò non toglie che, per fare qualche esempio di morti nei giorni scorsi, Jannacci mi stesse sui coglioni nonostante gli impegni nel sociale, Califano fosse per il sottoscritto artisticamente un rutto di capra, e Gesù sia stato a mio avviso decisamente sopravvalutato.
Il punto è, cari i miei lagrimatori a comando, che mi sta sul cazzo la supervalutazione post-mortem. Come scrissi tempo fa, uno degli esempi migliori di questo tipo di fenomeno l’abbiamo avuto quando Whitney Huston ha tirato l’agaiolo: sui social, un sacco di gente ha condiviso I Will Always Love You, qualche alternativo ha condiviso One Moment in Time, ma alla richiesta di nominare una terza canzone chi non s’è fermato a chiedersi “che cazzo è One Moment in Time?” ha fatto questa faccia qui
prima di fare spallucce e continuare a piangere urlando “endaaaaaaaaiaaaaaa…”
Ovviamente due giorni dopo era tutto finito. Oggi del resto Jannacci non se lo incula nessuno, e l’ondata di respect al vecchio milanese ha cileccato come un petardo vittima di pissing. Domani finirà anche la sagra della pacca sul pacco (sempre in tiro, grazie al rigor mortis) di Califano. E questo vale un po’ per tutto, dopodomani tutti se ne fotteranno degli agnellini, a parte qualche animalista oltranzista che comunque sarà troppo impegnato ad allenarsi per le oligofreniadi per imparare a usare il cervello in modo funzionale all’evoluzione. E tutti se ne fregheranno della passione e della morte del cristo, almeno fino al suo prossimo compleanno, che ogni tot mesi la chiesa ci tiene a farvi fare il richiamino al vaccino contro la logica.
Purtroppo questo vale per un sacco di altre cose: fatti, notizie, guerre, reati, ci scivolano addosso, dimentichiamo tutto, e anzi chi si premura di ricordare quel che succede passa sovente per fissato o rompicazzo, che porca puttana stanotte è morto Ratòn e tu stai qua a menarcela che la chiesa copre i preti pedofili, vuoi che non ce lo ricordiamo? Non basteranno certo due parole semplici e due gesti umili per farci dim- oh, wait.
Cazzo, sai che hai ragione, adesso ci incaz…
Ah, no, aspetta. E’ morto Justin Bieber!
Povero Bieber.
Era il Re del Pop.
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[M.V.]

2 risposte a "La supervalutazione dell’estinto."

    1. Non intendevo quelle singole canzoni, se leggi bene, ma l’intera produzione di Califano.
      Però guarda, ho scritto bello grosso “per il sottoscritto”, puoi liquidarmi con un banale “hai gusti di merda” e per me siamo a posto.
      Ma non ci posso fare nulla, non mi piace il genere, non mi piacciono gli arrangiamenti, non mi piace la voce né come timbro né per l’uso che ne fa. I testi non mi dicono nulla di nulla.
      Dunque sì, sono ragionevolmente convinto quando affermo che Califano musicalmente mi fa schifo al cazzo. Non è l’unico, non è il peggiore, c’è tanta merda che sta sotto di lui, ma lui stesso sta sotto a un sacco, un sacco, un sacco di altra gente nella pila dei miei gusti. Tutta gente che sicuramente sta sotto Califano nella pila dei tuoi, per carità. Comunque, il punto dell’articolo è un altro.

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