La Crocetta di Crocetta.

Quello che aspetta agli invertiti omosessuali è un’eternità di fiamme.”
(F. Forgione)
Mò vi frego. Perché lo so già cosa state pensando, che userò Crocetta per parlare di nuovo male dei grillini. E invece no, che in Sicilia hanno anche fatto cose buone.
Scusate, link sbagliato. Dicevo: in Sicilia hanno anche fatto cose buone.
E invece niente. Parlerò di Crocetta per parlare di Crocetta.
Ma andiamo con ordine.
Rosario Crocetta è un brav’uomo, a mio modesto avviso. Davvero. Lo perdono anche di aver messo Zichichi ai Beni Culturali.
Qualche giorno fa Crocetta ha ricevuto Pietro Grasso – giusto per fare la pace con il parlamento dopo la gaffe di Battiato, che poi in realtà Grasso non c’entrava granché, ma Grasso è di Licata, ci stava. Nel corso della visita il presidente siciliano, come si confà a un bravo ospite, omaggia il presidente del Senato con due doni. E fin qui tutto bene.
Il primo è un agnello pasquale di frutta martorana. E va bene. L’incontro è avvenuto intorno a Pasqua, la frutta martorana è un prodotto tipico, un agnello morto vero sarebbe stato difficile da maneggiare e trasportare, per cui ben venga il festeggiare insieme con un surrogato di ovino veganoide la Dea Eostre.
protrudiamo
Però a questo punto come secondo presente mi sarei aspettato qualcosa che c’entrasse col rilancio economico e sociale della Sicilia o, ancora meglio e ancor più in relazione con la carriera dell’ospite, un regalo che richiamasse in qualche modo l’impegno nella lotta alla mafia. Una statua, una targa, una pergamena, un fermacarte, uno scopettone del cesso col pomello a forma di manette. E invece no. Il secondo regalo è una croce fatta coi pezzi di un barcone (a suo tempo pieno di immigrati) affondato nei pressi della Sicilia. Al di là del gusto più che macabro del secondo dono (per fare di peggio sarebbe stata necessaria una macchinina con dentro un petardo e la targa che inizia con LOL), due regali su due di stampo chiaramente religioso mi sembrano un po’ troppo, se pensiamo che i due personaggi sul palco sono il rappresentante di una Regione e una delle più alte cariche dello Stato. Alla facciazza della laicità dello stesso.
Al di là del fatto che vorrei sapere quanto è costata l’opera d’arte (se consideriamo opera d’arte anche le polpette di carta e vinavil di Mucciaccia) e chi è “l’artista di Lampedusa” che ha incollato quei due pezzi di legno, per fargli i miei sentiti complimenti
…dicevo, a parte questo vorrei capire come mai si debba scegliere la religione come tema di un omaggio a una personalità che rappresenta lo Stato, due volte. Mi ha ricordato un po’ il confronto tv per le primarie del PD.
“Due nomi dal suo pantheon di sinistra?”

“Papa. Giovanni.”

No comment.

I due politici hanno poi toccato temi importanti e parlato di cose serie e reali, ma personalmente questo momento mi ha lasciato l’amaro in bocca, perché si è voluto celebrare questo incontro inserendo in modo pesante in quei doni – che dovrebbero essere il ricordo dell’evento – il sentimento religioso. Che anche se fosse condiviso dai due uomini non dovrebbe avere motivo di essere così presente in quell’occasione, istituzionale e, a rigor di logica, laica.

A rigor di logica. Vana speranza, lo so.
[M.V.]

Una risposta a "La Crocetta di Crocetta."

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