Inizio con una premessa che potrebbe sembrare illogica ma forse, se riuscirò a seguire il filo logico che ho in mente in questo istante, potrete capire alla fine:
A me delle quote rosa non frega un cazzo.
E il fatto che io scriva su questo blog pieno di maschioni italici testosteronici ne è una prova. Almeno credo.
Le trovo a dir poco offensive, e lo dico come donna ma soprattutto come essere umano che si è rotto le palle di essere inserito in qualsiasi categoria che debba essere rappresentata per forza per questioni statistiche. Atto che, a mio avviso, non fa altro che ottenere l’effetto opposto a quello desiderato, ovvero accentuare le differenze e le distanze fra individui e gruppi. Ma non è mia intenzione approfondire questo argomento, come non è mia intenzione approfondire alcun altro argomento, alla fine. Io sono qui per il LOL, a me basta. E anche a voi, fidatevi.
Adesso entriamo nel vivo del discorso e introduciamo la seconda premessa, ovvero la SINDROME PREMESTRUALE che, a differenza dei maschioni italici testosteronici di cui sopra, io posso usare come scusa per scrivere post un po’, come dire, da pazza furiosa, e non sentirmi in colpa perché è la biologia che me lo chiede. Come l’Europa.
La terza premessa, e chi mi conosce bene (il mio ex analista e il barista sotto casa, ad esempio) lo sa, è che io non scherzo su alcuni temi, quali:
- Il cancro
- L’Aids
- Matteo Renzi
Non cercate connessioni fra i tre punti perché vi assicuro che non ne esistono. Sui primi due non mi soffermo, ma ci si può facilmente arrivare da soli. Del terzo però parliamone, ché sento ne abbiamo tutti bisogno.
Ecco, il mio primo approccio superficiale alle relazioni interpersonali mi porta, solitamente, a due reazioni: o mi piace qualcuno subito “a pelle”, oppure mi resta del tutto indifferente. Le emozioni negative di solito mi crescono dentro pian piano come piante selvatiche a cui siamo tutti allergici. Però Matteo, l’enfant prodige del PD, come piace chiamarlo alle penne autorevoli d’Italia, è riuscito nella grande impresa di starmi sul cazzo dal primo secondo in cui ho sentito il suo nome, ho visto il suo musino e l’ho sentito parlare. E, credetemi, ho cercato di essere razionale, di studiarmi il personaggio, di rivalutarlo, di essere obiettiva ma niente, dannazione. Io sono obiettivissima e Matteo Renzi mi provoca più o meno sempre queste reazioni qui, ma un po’ più biliose, dal 2009 circa.
Motivo per cui non vorrei parlare di lui in questo momento, perché vorrei riuscire ad analizzare i fatti in modo lucido, ma ormai ho iniziato e non posso mandare tutto a puttane e discorrere amabilmente, come invece vorrei, della Roby e delle cose buffe che combina ogni giorno manco fosse Pollon.
Renzi, dicevamo, il rottamatore che nella sua bio cita Bono Vox (e già basterebbe questo per giustificare il mio odio connaturato per questo soggetto politico) e che, ultimamente, mi ritrovo sempre tra le balle come quello stalker del mio ex (non dimenticate mai la premessa n°2).
La parola “rottamatore” fa schifo, diciamolo. Come parola e come concetto che incarna, e non tanto per il significato in sé, quanto per il fatto che, per essere un rottamatore, si presuppone che tu sia il Perfettissimo, cosa impossibile anche nella fantascienza, oppure corri il rischio di sembrare solo un arrogante di merda. Infatti.
Adesso, non voglio star qui a far l’elenco dei difetti di Renzi per giustificare la mia idiosincrasia perché, sinceramente, mi sento pienamente legittimata a odiarlo anche senza alcun motivo (ma anche quel pasticciaccio brutto di Arcore non è che mi sia andato tanto giù, confesso), e voglio ripercorrere con voi le ultime giornate intense del nostro giovane eroe, che mi piace pensare siano un modo come un altro per darsi la zappa sui piedi definitivamente e capire che forse sia una grande idea andare a raccogliere l’uva nelle belle campagne toscane e rilanciare l’economia del paese:
- Prima di tutto, ricordiamo il grande passo falso, o passo a due falso, per restare in tema talent. Matteo, tesoro, perché lo fai, disperato ragazzo mio (semicit.)? Perché vuoi farmi girare le palle, è chiaro, non vedo altra spiegazione. Ok il liberalismo, ok le maniche della camicia arrotolate in campagna elettorale, ok yes we can, ok vestirsi come Fonzie, ok parlare a dei ragazzini che molto probabilmente avranno sentito parlare di te 3 secondi prima che entrassi in trasmissione, ok il discorso sul non mollare mai, sul seguire i nostri sogni anche se perdi le primarie. OK. Ma, dovevi PER FORZA andare su Canale 5, di sabato sera, a parlare al pubblico preferito di Berlusconi? Sì, ma certo, dovevi. Scema io che te lo chiedo.
- Continuiamo con un divertente Renzi che, da grandissimo troll qual è, invita il PD a sbrigarsi a far sto cazzo di accordo col PDL perché davvero non si può perdere tempo, quindi mangiamoci un altro po’ di merda e facciamo il Governissimo, ché lui deve tornare a scrivere sul giornalino del catechismo.
- Matteo incolpa Bersani per avergli promesso di farlo giocare a “Chi vuol essere un Grande Elettore” e di aver invece poi complottato alle sue spalle per escluderlo, provocando la reazione del Pierlu che minaccia di farci leggere tutta la cronologia di WhatsApp per sbugiardarlo. C’è da dire che Renzi ha il pregio di far incazzare davvero Bersani e di questo lo ringrazierò sempre un po’.
- Ed ecco che Renzi torna su Canale 5, questa volta al tiggì, con quella sua faccetta pulita, a parlare male del PD, che, magari vi è sfuggito (lo so, suona strano anche a me), è il suo partito. INCREDIBILE. Non vorrei fare della psicologia spicciola, soprattutto perché la mia formazione potrebbe portarmi ad analizzare la questione in modo più approfondito, però non c’ho voglia, come ho già detto, quindi riassumo con un semplice “io ci vedo DEL PROBLEMA”. Il ragionamento di Renzi mi suona sempre come: io Bersani lo rispetto sempre, a prescindere, ma se si leva dai coglioni finalmente magari è meglio. No, però io ho perso le primarie, torno a fare il sindaco, e però se facciamo subito il Governissimo che dura da Natale a Santo Stefano e torniamo subito al voto io mi ricandido e sfido Berlusconi. Ditemi, amici, sono io quella strana? Sono i miei sbalzi ormonali che non mi fanno ragionare?
- Dulcis in fundo, la grande mossa da stratega, la schizzata di piscio nel bagno appena disinfettato: signori e signori, ecco Matteo Renzi (mi piace sottolinearlo, sempre al tg5), contro la KASTA del PD, che, dopo aver insultato chiunque, si meraviglia perché pare che le sue dichiarazioni siano risultate un po’ offensive, cose che il suo antenato Berlusconi a confronto è un dilettante allo sbaraglio.
Ecco, io ho finito. Ve l’avevo detto che non sarebbe stata una buona idea parlare di Renzi. Ma tant’è.
[S.T.]
PS: quella cosa delle quote rosa era da collegare alla frase di Renzi “a me piacerebbe un presidente donna”. E perché, Renzi? E che ti cambia, Renzi? E soprattutto, e sticazzi, Renzi?
PPS: la settimana prossima ho il ciclo. Stay Tuned.