(P. Fassino) Per lungo tempo, mi sono chiesto chi, da dietro le quinte, tirasse i fili di Bersani.
Che, diciamocelo, ha sicuramente l’aria del brav’uomo, pure troppo per vincere qualcosa in Italia. Nella mia testolina ingenua, plaudivo al complesso gioco strategico che stava surclassando Grillo – maestro di tattica – sulla lunga distanza: la mossa “Grasso & Boldrini” sembrava la prima di un piano che avrebbe portato un Presidente della Repubblica in grado di sostenere un Governo che andasse nel culo al Cavaliere Oscuro e che riuscisse a spezzare l’accerchiamento grillino, a togliere il tratto a Popolino mettendolo di fronte a leggi sensate e a fare, tipo, delle riforme serie.
Dicevo, per lungo tempo mi sono chiesto chi, da dietro le quinte, tirasse i fili di Bersani.
Poi, dopo una lunga ricerca, l’ho trovato.

Di volta in volta, il segretario del partito lo chiama per conoscere la linea da tenere. “Armando, ci siamo, abbiamo presentato Marini come hai detto, ma è andata malissimo. Che facciamo?”
“Ghrbghrbghrgh yéééésss.”
“Ok, presentiamo Prodi e poi votiamo scheda bianca. Funzionerà.” Vi starete chiedendo come sia possibile che Bersani non si sia reso conto di guidare la sua vettura a folle velocità contro un muro di disastri. Armando dice solo cose senza senso, e il PD per seguirle dovrebbe fare solo cose senza sens -OH WAIT. Che poi, lui con “dietro le quinte” aveva capito tutta un’altra cosa.

Pare che ci siano due volontà che si dibattono nel centrosinistra, una machiavellicamente sadomasochista, e una cocciutamente ritardata. Solitamente i dirigenti del PD prendono l’istinto di sopravvivenza dalla prima e l’acume dalla seconda. Il risultato pratico, lato elettore, è sotto gli occhi di tutti: Berlusconi che esulta, Bersani che piange e si dimette, Grillo che dice, incredulo, “ve l’avevo detto, cazzo, che facevano l’inciucio!”, con la folla che esulta “tutti a casaaaa!” e in realtà a casa c’è andato solo il centro
Ex attivista di Azione Cattolica, ex segretario del PPI, responsabile organizzativo della Margherita. Ve la ricordate La Margherita?
- “Che ne dici di Rutelli?”
“Ghrbghrbghrgh yéééésss.”
Sapete benissimo, e se non lo sapete cercate “Grillo” su questo blog, che se c’è uno che mi sta sul cazzo, questo è il duce\presidente\megafono dei “pentastellati“, come piace farsi chiamare ai grillini. Ma non si può chiedere “responsabilità” agli avversari quando c’è da votare Boldrini e Grasso e cacargli nella mano tesa una volta tanto che fanno una cazzo di proposta sensata.
Non ce la fai a far passare Prodi, sommamente inviso al Cavaliere? Peccato, ma anche pazienza: bisognava cambiare rotta al volo, perché ‘sta storia che Rodotà l’aveva scelto Grillo e quindi era impossibile votarlo è una vaccata.
Anche perché Napolitano non è molto diverso da Rodotà, solo che “puzza d’inciucio”, e l’esultanza di Berlusconi, foss’anche in larga parte simulata, è la prova che è stata fatta l’ennesima cazzata.
Rodotà è di sinistra. Coltissimo. Laico. Con una grandissima esperienza.
Forse è quello il problema? Troppo a sinistra? Troppo laico? Troppo colto? Serve un disegnino per capire che questo paese ha una fame terrificante di cambiamento, di cultura, di pensare al paese e non a dove piscia il papa? Magari uno non inviso al cinquestelle ma non disposto ad appoggiarne le iniziative più demagogiche? Si poteva convergere su Rodotà e un governo in grado di fare riforme necessarie (ora via, ditemi che Rodotà avrebbe dato l’incarico a uno di destra, se avete il coraggio) e invece si è scelto di fare i bimbetti, e così LOL evviva si andrà nella merda. Ah, no. Ci siamo già.
Ed eccoci qui. Mesi a dire che non ci sarà nessun inciucio e poi ecco le previsioni di Grillo che si avverano perché è il PD a farle avverare, in un escalation di umiliazioni e figure di merda che Fantozzi a confronto è Rambo 3.
Avete presente Sherlock Holmes che boxa nella nuova serie di film a lui dedicata? Ecco, il contrario.
“Dunque, lui adesso schiverà il mio pugno a destra e mi sbriciolerà di cazzotti nelle gengive ma una roba proprio malissimo. Però potrei anche picchiare a sinistra.”
E parte un gancio destro.
Sui muri, bandiere sbiadite del PD, sotto la tinta scolorita s’intravedono gli scudi crociati della Democrazia Cristiana. Luci basse. Un silenzio di piombo rotto soltanto da pochi bisbigli. L’uomo saluta frettolosamente i fedelissimi, che gli danno pacche sulle spalle come a dire “adesso, adesso è il tuo momento”, ma i loro sorrisi sono spenti e tirati.
La figura alza il cappuccio viola e sorride a sua volta, un sorriso provato milioni di volte che non ha ancora perso il suo smalto.
“Tranquilli,” dice “ce la possiamo fare.”
Si volta verso un uomo, immerso nelle tenebre, e gli rivolge un cenno col capo, che è insieme rispetto e fiducia.
“E’ il momento?” chiede con accento fiorentino.
“Ghrbghrbghrgh yéééésss.” Dissolvenza in nero. [M.V.]
4 risposte a "Dietro le quinte"