Prima di chiedere asilo politico in Emilia, ho vissuto per cinque lunghissimi e tormentati anni a Roma. Roma è bellissima, è magica, è piena di persone splendide che ti fanno sentire sempre a casa. Roma fa schifo al cazzo, ti fa venire voglia di fuggire su un eremo per sempre, è piena di fasci che da un po’ d’anni si sentono legittimati a essere delle teste di cazzo. Amo Roma, Roma è schizofrenia pura, Roma è la capitale.
Roma è l’Italia.
Da quando me ne sono andata, a parte pregare ogni giorno perché Alemanno decidesse di ritirarsi a vita privata andando a raccogliere pomodori a Rosarno, ho sempre cercato di seguire le vicende capitoline, perché il cordone ombelicale con Mamma Roma non si taglia così facilmente.
Ma arriviamo al punto: come ben sapete, a breve si voterà per mandare a fanculo Alemanno decidere chi sarà il nuovo candidato sindaco della città, e la cosa, all’inizio, mi riempiva di somma gioia perché, da pugliese, sono anni che chiedo scusa alla Capitale per Alemanno da parte di tutta la regione, e non vedevo l’ora che cambiasse aria, che tornasse ad arricciare i polpi sugli scogli la domenica mattina.
Poi ho visto i candidati sindaci favoriti.

Ieri sera, i probabili vincenti, erano tutti insieme ospiti di Piazza Pulita, per un confronto diretto fatto di botta e risposta, di discorsi “a ruota libera”, come ha detto Alemanno.
Ma conosciamo meglio i nostri wannabe sindaco:
– Alfio Marchini, il bello delle donne, con la sua eleganza e il fascino da attore di soap opera all’italiana;
– Ignazio Marino, il medico scienziato cattolico (LOL) che invece mantiene sempre quell’aria triste e preoccupata di chi ha passato in un minuto tutti i guai del mondo;
– Marcello de Vito, il criptofascista grillino, con il suo abito lucido della prima comunione, campione di “contraddirmi tre volte nella stessa frase”;
– Gianni Alemanno, l’attuale sindaco che, è evidente, si sta cagando addosso per il rischio dei polpi di cui sopra, e quindi sbotta e urla e rosica potentemente qualsiasi cosa gli si dica. “Ehi, Gianni, vuoi un caffè?” “Cazzo vuoi! dici un sacco di balle, vergognati, RI-DI-CO-LO.”
Ci sono rimasta molto male per l’assenza degli altri candidati, ma capisco bene che ce ne siano troppi e magari nello studio non c’è spazio, e mi dico anche che alla fine meglio così, dato che, tra questi, ci sarebbe anche il candidato di CasaPound e credo ci basti Alemanno a rappresentare le camicie nere in tivù.
Ma ci sono rimasta ancora peggio quando ho cercato i risultati degli ultimi sondaggi, che danno favoriti Marino e Alemanno. Ripeto: A LE MAN NO. Sì, l’attuale sindaco di Roma. Lui, lo spargitore di sale che tanto ci ha rallegrato in questi anni di pessima amministrazione della città.
Di cosa hanno parlato i nostri quattro supereroi? Formigli ha proposto loro diversi temi chiave, tipo l’Imu, i trasporti, l’emergenza casa, la trasparenza (e qui ovviamente avevamo un De Vito sovreccitato come un 13enne davanti ai poster di Selen), a cui i candidati hanno risposto in modo piuttosto pacato (nonostante la miriade di minchiate che ogni tanto fioccava). Tutti tranne il povero Alemanno che, come ho già detto, è in sindrome premestruale da un po’ di tempo.
Marchini è un uomo affascinante, e col suo aplomb ti convincerebbe di tutto e poi, diciamolo, è pieno di soldi e quindi gli vogliamo bene sperando in qualche regalino sotto Natale.
Marino è un dottore, ci dà sicurezza, lo immaginiamo prendere in braccio Roma e curarla come si fa con un neonato gravemente malformato che però non hai ammazzato quando era ancora embrione perché sei pro-life.
De Vito mi lascia senza parole. È impacciato, è fuoriluogo, è contraddittorio; prende appunti mentre ti parla e tu immagini quel foglio pieno di TUTTI A KASA!!11!! con sotto disegnato un Alemannozombie. Ha un programma insensato che si basa su due parole: decoro e legalità. Senza se e senza ma. Ripete come un disco rotto “trasparenza” e “l’onestà andrà di moda”. Anche quando gli chiedono semplicemente “quanto prenderà di stipendio?”, lui risponde ricordandoci tutta la storia del M5S. Io non vorrei rompere le palle ma la comunicazione, il PD insegna, è fondamentale se si vuole lavorare in politica e poi, da un avvocato, la capacità dialettica sopra la media me l’aspetterei. Rispondere a ogni domanda ostica con “valuteremo volta per volta” mi sembra una paraculata gigantesca.
Alemanno è il master indiscusso. Delle figure di merda, sì. A parte spacciare come proprie opere di mobilità che sono di competenza della provincia, appena si accenna a Parentopoli, Gianni sbrocca negando tutto e, senza essere minimamente attaccato dagli altri tre, alla fine della trasmissione tira fuori due foglietti che, secondo lui, avrebbero messo nell’angolo Marino e Marchini. Sui documenti, infatti, erano riportati dei presunti scandali che avrebbero colpito Marino, e una intervista di Marchini in cui egli ammette di aver finanziato il PD. L’ilarità nello studio si spreca, con Marino che dice: “Simpatico il sindaco Alemanno”, e poi ricorda che i presunti scandali si son conclusi con la conferma che fossero solo tentativi di diffamazione nei confronti dello stesso medico; e Marchini che non capisce cosa ci sia di assurdo e aberrante nell’aver finanziato il PD. Ma il nostro Gianni, non contento dell’immane figuraccia, si avvicina verso Formigli e gli lascia questi documenti consigliando al conduttore di fare una trasmissione su questo. Sul LOL, insomma.
In conclusione, se ci va bene, ci ritroviamo sindaco Marino che, con tutte le speranze che vorrei riporre in lui, ha ancora dei lati che, come dire, mi lasciano interdetta.
[S.T.]