Quindi arrivo a questa seconda conferenza sui diritti umani in due giorni, ché qui se non la porto io la pace nel mondo non è che posso aspettare voi o la Bonino.
C’erano attivisti, giornalisti, politici vari. Fra questi politici, un parlamentare cittadino grillino. Ovviamente il mio laido istinto bramava di tormentarlo con domande provocatorie fino a farlo pentire di essere nato, ma poi decido di adottare un’altra strategia.
Ascolto tutti gli interventi in religioso silenzio, annuendo talvolta come segno di acquiescenza, anche perché, a dire il vero, ogni discorso era abbastanza sensato e condivisibile.
Arriva la pausa pranzo e, forte del fatto che conoscessi già molti degli oratori presenti, decido di andare a mangiare con loro, con la scusa di approfondire i temi trattati, utili per la mia tesi (tesi che ho già discusso, ma tanto che cazzo potevano saperne, loro?).
Il cittadino è giovane, avrà massimo 35anni, anche vagamente simpatico, e pare ben disposto nei miei confronti, forse perché non sono una giornalista della KA$TA, o forse perché il mio vestitino verde smeraldo fa sempre molta joia e beleza; insomma, iniziamo a parlare tranquillamente del tipo m o f? Da dv dgt? Cose così, per rompere il ghiaccio. Ad un certo punto sento che è arrivato il momento topico, verso la metà delle sue fettuccine: gli dico che ho votato M5S, sperando di imbonirlo. E ottengo una reazione del tipo:
Sbatto le ciglia 2-3 volte e poi attacco, dicendogli che, lavorando io in ambito cooperazione, nutro dei dubbi in merito a uscite un po’ discutibili di Grillo, riguardo ad esempio lo ius soli, e soprattutto il famoso post di Kabobo sui clandestini che puzza un po’ di razzismo. E quindi, da elettrice, mi aspetterei una linea più chiara su questi punti, perché non si capisce più cosa siamo (e invece prima… ) e non vorrei allargare le fila di quelli già delusi dal Movimento. Gli dico che non ho capito come mai il cittadino Di Battista prima dichiara di essere d’accordo con lo ius soli e poi, nel tempo di un caffè ristretto (o di una riletta veloce al blog di Grillo), cambia idea, e che la cosa mi irrita, perché non si capisce chi detti davvero la linea, se Grillo o i cittadini. Gli dico che io non ho votato per Grillo, che Grillo mi sta sul culo; gli dico che ho votato il M5S per protesta, e perché ho creduto nella buona fede di chi sarebbe andato in parlamento, e soprattutto nella sua voglia di lavorare davvero bene per il Paese.
Con mio grande stupore, il nostro cittadino si lascia un po’ andare a dichiarazioni che mai mi sarei aspettata e, a un certo punto, dice quello che, credo, pensiamo in tanti (oppure solo io e mio padre) da molto tempo: senza il megafono Grillo, il M5S avrebbe preso forse un po’ più di punti del povero Ingroia, perché la gente difficilmente sarebbe scesa a migliaia in piazza per ascoltare i comizi di persone mai viste prima, senza referenze, senza esperienza; perché è vero che ci vuole il cambiamento, ma gli sponsor sono fondamentali per attirare gente.
E gli slogan populisti anche, ammettiamolo senza vergogna, aggiungo io. Sorride e tira giù un sorso abbondante d’acqua.
Approfitto del sorrisino e me la gioco, cosciente del sonoro Vaffanculo che avrei potuto ricevere di lì a breve: gli tiro fuori il dissidente Favia e una famosa intervista in cui egli dava della voltagabbana opportunista alla Lombardi e sottolineava come nel Movimento ci fossero dei parlamentari in disaccordo con la linea interna poco democratica e che, però, fanno i paraculi e non si oppongono, perché a tutti piace lasciare la forma del culo sulla poltrona.
Gli chiedo, scherzando, ma manco troppo, se anche lui è uno di quei dissidenti, e mi risponde, furbacchione, con un “io credo che il M5S potrebbe fare cose buone, se lo lasciassero lavorare. Vedrai.” Al che gli dico che ormai sono arrivati in parlamento, sono all’opposizione, qualcosa la si potrà pur fare, no?
Poi, considerando la fresca notizia della polemica suscitata dal post in cui Grillo parafrasa Gaber, stravolgendo Destra-Sinistra per dire un po’ di boiate, dico al cittadino che son stanca di tutto questo pressapochismo travestito da contro-informazione (populista, tipo quella di Povia). Ad esempio, dire che candidare quella canoista, un po’ tedesca, della Idem sia da scemi, è semplicemente un modo per screditare, senza alcun motivo tra l’altro, una persona che da 12 anni lavora in politica, e che è probabilmente più competente di un qualsiasi altro parlamentare grillino che ha vinto il Lotto delle parlamentarie.
Mi chiedo: è possibile che un leader politico (che anche se fa di tutto per far credere che non lo sia, in fondo lo è. Beppe, stacce) possa davvero parlare così a ruota libera tirando merda su chiunque? Qual è il confine tra la libertà d’espressione e lo scassamento di coglioni? Un (presunto) portatore sano di democrazia può invitare gli elettori del PD a stracciare la tessera? Può dire che alle prossime elezioni il PD scomparirà e la lotta sarà tra il M5S e “il nano”? Un leader politico può essere così ridicolo?
E le contraddizioni? E lo strizzare l’occhio a destra e a manca? E l’opportunismo? E il desiderare l’abolizione dei sindacati e poi presentarsi alla manifestazione della FIOM per corteggiare gli elettori della sinistra? (e qui mi potreste ricordare che Grillo vorrebbe abolire solo la Triplice, e che la FIOM in realtà gli piace e io potrei rispondere solo: “Ma Grillo lo sa che la Fiom fa parte della CGIL?” e la chiuderemmo qui, con serenità.)
Ma qualcuno se ne accorge? Perché non ne parliamo, amico cittadino?
Lo so, non si dovrebbe discettare di politica a tavola, ché la digestione è cosa seria. Il cittadino fa spallucce, mi guarda con quella faccia di chi ha un nonno 90enne che dà di matto ma mica puoi togliertelo dalle palle, perché lui è il capofamiglia, lui è la grande radice dell’albero genealogico.
Ma a me piace essere fastidiosa come un brufolo sul pene, e allora gli dico che domenica sera ho guardato il servizio di Report che contestava la mancata trasparenza di Grillo e Casaleggio, e ho letto dei successivi attacchi che la ex eroina quirinaria Gabanelli ha subìto sulla pagina Facebook della trasmissione. Ma come si fa? Se la Milena parla della KA$TA è amica del movimento e se parla di Grillo automaticamente diventa una venduta e/o una troll? Come funziona? Non è drammaticamente divertente tutto questo?
E poi perché vi rode sempre il culo? Parliamone. Cosa c’è di infamante nel servizio di Report? Un cazzo di niente. L’inchiesta si basa sulla mancata rendicontazione dei finanziamenti del movimento, cosa verissima, visto che non si sa nulla su chi e come finanzia il partito (ops, il non-partito). Di Grillo che se la mena credendosi il nuovo Obama “miracolato della rete”, con la differenza che Obama ha rendicontato pure i peli del culo di tutti i finanziatori della sua campagna elettorale, IN TEMPO REALE. Così, per dire. Dei soldi che arrivano al blog che è, a tutti gli effetti, il grande mezzo di propaganda del M5S, i cui proventi però non vanno al movimento ma nelle tasche di Grillo e Casaleggio (MA DAI?!), come è stato scritto stasera in due righe sul sito stesso in risposta al servizio.
E quindi non sono sempre e solo tutte illazioni?
Non capisco se l’ho messo in difficoltà, stimolato al suicidio o se gli ho rotto solo i maroni, ma il cittadino si alza, va a pagare e dice solo: “Su questi aspetti sono critico anch’io, ma non posso farci nulla. Ti do pienamente ragione.”
In quel momento, la mia emozione era più o meno questa
E poi mi sono svegliata tutta sudata.
[S.T.]
Ti piace vincere facile, dai.
Non sono io, sono loro.