(M. Pozzi) Quando il probabile futuro sindaco della capitale del mio Stato si premura di rilasciare un comunicato stampa per informarci di aver regalato al papa re una copia con dedica del suo libro “Harry Potter e l’Omofobo Discreto”, giusto per non rimanere troppo indietro rispetto al suo avversario, non riesco a esimermi dal tornare sul rapporto fra Stato e chiesa.
Volevo scrivere un pezzo sul buddismo, quello del profeta sorridente, della spiritualità illuminata e delle pulizie etniche, ma pazienza, ve lo sorbirete la prossima settimana.
Dopo la notizia della richiesta da parte del sindacato degli insegnanti di religione di avere più soldi, che lo sanno tutti che gli avvocati costano, m’è capitata sott’occhio la notizia che in Olanda si sta combattendo in questi giorni una battaglia per togliere lo stipendio statale agli insegnanti di religione delle scuole elementari. E leggendo le due notizie, facendo un rapido ragionamento, ho scoperto qual è il punto, il nocciolo del problema, e non è una roba di razionalità e spiritualità. Ora, io non so come siano gli insegnanti di religione in Olanda, magari non stronzi come qualcuno dei nostri, ma quello che ho pensato su scuola e religione non è una questione di logica. Non stiamo parlando di cose come l’evidente contraddizione di far insegnare biologia a uno che crede sia inutile studiare l’origine della vita che c’ha già pensato uno millenni fa a dirci com’è andata
