A chi giova l’omofobia se non a Giovenale?

tupperwaste

Solitamente sono una persona piuttosto tollerante e riesco ad accettare anche le opinioni stupide degli altri.

Solitamente, appunto. Oggi no, voglio concedermi quest’eccezione.

Da qualche giorno, è tornata alla ribalta una notizia di qualche mese fa che forse non si era cagato quasi nessuno, oppure io sono molto distratta (cosa altamente probabile ma non è questo il punto).

Dicevo, questa notizia ha stravolto il nostro mondo fatto di piccole grandi certezze, come: dopo la mezzanotte vanno in giro i defloratori, i bambini fanno oooh, i tedeschi sono sempre incazzati, sulla pasta col tonno non ci va il parmigiano, e via discorrendo.

Cerchiamo di sintetizzare la questione: in Francia hanno deciso di modificare i libretti di famiglia sostituendo le parole “madre/padre” con i più indeterminati sostantivi “genitore1/genitore2”, in linea con la legge sui matrimoni omosessuali con conseguente adozione di figli.

Mi sembra un atto più che dovuto, non dico per rispetto verso le persone, quanto della logica. Sempre che, da buoni bigotti quali siamo, non vogliamo continuare a pensare che nelle coppie omosessuali ci sia “quello più femmina e quello più maschio” perché comunque non riusciamo a staccarci dalle nostre tare culturali da Pleistocene.

Adesso, qual è il problema? La Chiesa che non può esimersi dal frantumarci testicoli e ovaie, ça va sans dire. E per Chiesa intendo sia quelli dei piani alti sia l’esercito di fanboy che si è bevuto il cervello. Pastori e pecore, ops, anime.

Difatti, questa banale ma significativa procedura burocratica sembra aver confermato la volontà concreta della Francia (e degli Stati Uniti ancor prima) di eliminare le discriminazioni e riconoscere le nuove famiglie, cominciando dalla lingua che, come sappiamo da fonti autorevoli (che non sono io, ma linguisti e antropologi culturali, ad esempio) condiziona le culture.

I cattolici famosi hanno scomodato Pandora, affermando che il sostituire i termini “madre/padre” con “genitore1/genitore2” porterà ben presto ad accettare la poligamia e addirittura l’incesto, la pedofilia, il matrimonio fra minorenni. Poi probabilmente inizieranno a piovere lingue di fuoco e parleremo cento lingue prima di crepare bruciati nelle sacre fiamme punitive dello spirito di dio il magnanimo.

I fanboy, invece, poverini, credono al fatto che dio abbia creato Adamo ed Eva da fango e sputo perché “a me fa schifo pensare che discendiamo dalle scimmie” (giuro, me l’hanno detto, confermando che non sappiano una mazza manco della teoria dell’evoluzione), e quindi tutto ciò che non sia uomo-donna è contro natura, poiché dio, sempre lui, ha detto “andate e riproducetevi” e non di certo “andate e scopate per diletto usando i preservativi ché non possiamo mica fare una figlio a ogni coito o prendere l’HIV”.

Tra le tesi portate avanti dai fanboy a sostegno delle loro assurde teorie, rileviamo:

L’amore e la famiglia sono cose naturali. Che contiene in sé imperfezioni quali confondere l’amore con l’istinto all’accoppiamento, e soprattutto credere che la famiglia sia un concetto naturale e non culturale, invece.

• Sostituire i termini “madre/padre” è innaturale perché la prima parola che dice un bambino è “mamma”. E qui non serve aver studiato psicologia per capire che un neonato impara le parole che sente più spesso associate alla realizzazione di un suo bisogno, tipo mangiare/cacare. Se il bambino capisse che dicendo “catoblepa” qualcuno arriverebbe con il biberon o un pannolino pulito, la prima parola pronunciata sarebbe “catoblepa”. La mia prima parola, ad esempio, è stata PAPPA. Fanculo i sentimentalismi.

• Non si tratta di automatismi di apprendimento, ma di vita. E qui la gigantesca scritta LOL basterebbe per rispondere a tutto, ma sono buona e voglio approfondire. Allora faccio lo sforzo di uscire fuori dal mio cervello razionalista provando a dare un senso a quella parola: VITA. Che diavolo vuol dire? La mia ragione penserebbe subito a due soluzioni: vita come processo biologico e vita come costruzione sociale. Ma un cervello religioso resterebbe scandalizzato da questo mio pensiero privo di anima, di poesia, di profondità spirituale. Non sembra nemmeno pensato da una donna volubile e sentimentale, diosanto. E si torna subito al LOL perché ovviamente un cervello di quel tipo non può non rispondere: “è un dono di dio”. Dio che, ricordiamolo, i froci non li vuole, figuriamoci pensare che possano essere genitori.

• 1 e 2 porteranno sicuramente a problemi discriminatori perché si dovrà scegliere chi sarà il genitore 1 e chi il 2. Due riflessioni: tra madre e padre non esistono gerarchie solo perché non ci sono i numeri dopo il nome? Mi piacerebbe molto che fosse così come nel vostro mondo incantato, tesori miei. E poi, 1 e 2 non indicano un ordine perché, come è stato detto (se qualcuno si sforzasse di informarsi…) a livello giuridico entrambi i genitori hanno gli stessi diritti. Per buona pace degli scemi che siete.

• Io voglio che i miei figli mi chiamino “mamma/papà” e non “genitore”. Questa l’ho messa per ultima perché è fantastica e sta proprio a rappresentare la stupidità e la superficialità con cui i fanboy di dio affrontano un argomento fondamentale per ogni democrazia come quello dei diritti civili. Adesso loro vanno in giro pensando che, come nel 1913, saranno appellati dai figli con “genitore” o “genitrice” e non “mamma/papà” (“babbo” per gli amici toscani che ci seguono da casa. Non per i siciliani, però, mi raccomando a non confonderci) e dicendo che, nonostante questa riforma, loro continueranno comunque a chiamare i propri genitori così. Ehi, ehi, un po’ meno ribellione, ragazzi!

Dopo tutto questo discettare, a me è venuta in mente questa citazione intorno a cui, al liceo, si aprì un grande dibattito:

«Vivi ancora per qualche tempo e poi vedrai, vedrai se queste cose non si faranno alla luce del sole e magari non si pretenderà che vengano anche registrate.»

Giovenale fu poeta romano vissuto in un periodo imprecisato che va dal 50 al 130 d.C. La citazione mi serve per darvi un’idea del progresso culturale che pare non ci abbia neppure sfiorato negli ultimi 2000 anni.

O forse sì?

Sembrerebbe che in Francia, ad esempio, la società civile sia sempre più concorde nell’accettare le unioni omosessuali e solo una minoranza, per lo più violenta ed estremista (che però, grazie a queste manifestazioni largamente mediatizzate ha avuto grande impatto), continui imperterrita a dichiararsi contraria e a manifestare con orgoglio la propria omofobia.

Anche in Italia però, a quanto pare, il trend sembrerebbe essere simile, con percentuali differenti ma in crescita, sebbene il rifiuto di permettere a coppie gay di adottare figli, personalmente, mi sembra più indicare una specie di “contentino” da buonisti che una vera apertura democratica nei confronti degli omosessuali.

Ma magari sono solo maliziosa io eh, e la verità è che abbiamo bisogno di tempo per evolverci, per abbandonare le nostre radici cristiane imposte per secoli e che sembra ci abbiano modificato il DNA, e finalmente costruire una società laica e rispettosa delle libertà e dei diritti di ognuno.

Intanto, mentre ci evolviamo, loro continueranno a scrivere queste stronzate qui.

[S.T.]

Ps: Perdonatemi i toni pacati, non sono da me. È che trovo estremamente difficile esprimere i sentimenti che provo quando penso che l’Italia mi sembra più una grande succursale del Vaticano piuttosto che una Repubblica laica concentrata sui propri cittadini e non sul puntare bene la lingua attorno al perineo di Santa Madre Chiesa, mentre invece avrei solo il desiderio di cucire col filo spinato le bocche di papi, cardinali, vescovi, preti e simili, in modo da impedire che la fuoriuscita dei loro pensieri di merda continui a seppellirci.

Che qui passare dalla ragione al torto è un attimo.

2 risposte a "A chi giova l’omofobia se non a Giovenale?"

  1. <>
    Ho sempre avuto il sospetto che le cose vadano così: la prima sillaba che un bambino impara a dire è “MA”. Appena la dice due volte di seguito, la persona più vicina in quel momento (che, nei primi sei mesi di vita. è sempre la madre) si appropria di questa parola dicendo: “ha capito come mi chiamo!”. In altre parole, vince chi riesce a convincere per il primo il bambino che i suoni che emette a caso abbiano qualche significato…
    Al di là di queste considerazioni un po’ out of topic, è bene che qualcuno si sia preso la briga di raccogliere le folli idee degli omofobi, e dei paladini della famiglia tradizionale… Si dicevano più o meno le stesse cose una sessantina di anni fa, quando si parlava di matrimoni tra persone di colore diverso: se ne faranno una ragione e magari, tra una cinquantina d’anni, ci chiederemo come fosse possibile che esistessero persone così retrograde da portare avanti simili posizioni…
    A presto!
    Paolo

    1. Ciao Paolo, per fortuna noi iniziamo a chiedercelo da ora come sia possibile che esistano ancora persone così.
      Purtroppo, rispetto al razzismo, l’omofobia è un problema causato anche e sopratutto da credenze religiose che son davvero dure da sradicare dalla mente di queste persone qui.
      Ma son sicura che si abitueranno presto tutti a questi nuovi concetti di “normalità”.
      Sennò, cazzi loro.

      [S.T.]

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