Stop Hospitalization

collodipape

“Se in ogni circostanza non rapporterai la tua azione al fine secondo natura, ma, nella scelta o nel rifiuto, ti indirizzerai ad altro fine, le tue azioni non saranno in coerenza con le tue parole.”
(F. Vento)

Qualche giorno fa, Margherita D’Amico sul suo blog su Repubblica ha lanciato un accorato appello ai suoi lettori affinché sostengano l’iniziativa “Stop Vivisection”. Sotto il post e sui social è nato un dibattito, che ha visto intervenire persone pro-sperimentazione e gente contro, con toni spesso insolitamente pacati, e così a tutta una serie di atteggiamenti e critiche e accuse nei confronti della sperimentazione voglio, per una volta, ribattere con calma, cercando di empatizzare col fratello animalista che per me, citando Povia, è come un cugino.

Voglio fare un immenso sforzo, fratello animalista, e voglio mettermi nei tuoi panni. Ti avranno detto molte volte che la vivisezione è una piccola parte della sperimentazione animale, quella che indica quegli esperimenti che comportano la dissezione di una cavia ancora viva; i casi in cui si rende necessaria sono davvero pochissimi, e immaginare i laboratori come posti dove spellano gattini solo per vedere quanto forte miagolano è un approccio un pelino fantasioso.

Ho detto gattino, potevo dire moscerino. Lo so, non fa lo stesso effetto. Un sacco di gente si incazza per la vivisezione di un beagle, meno persone si sfavano per la sperimentazione sui ratti (anche perché nessuno muove un dito per le derattizzazioni, che ammazzano molti più roditori della medicina), e quasi nessuno per i moscerini. Mai che si vedano in giro striscioni del movimento Free Drosophila.

Se hai pensato “eh ma un cagnolino è diverso da una mosca” e sei fan dell’antispecismo di Singer, fammi il favore di arrotolare la tua copia di “Liberazione Animale” (se l’hai scaricata da internet arrotola il laptop) e schiantatela su per il culo.

No, scusa, fratello animalista, ho sbagliato. Devo essere gentile. Perdonami. Un momento di debolezza. Dicevo: ok, diciamo che nonostante la vivisezione sia solo una piccola parte della sperimentazione animale, questo per te sia da considerarsi un dettaglio trascurabile: no sperimentazione senza se e senza ma.

Ok. E nonostante esistano leggi chiare a tutela degli animali anche in Italia, e che anche da noi ci siano associazioni che informano e lavorano per una sperimentazione sempre più umana, hai deciso che non ti basta perché gli scienziati sono cattivi

OCCUPY QUARK
Spero sinceramente sia una trollata.

e quindi hai il diritto di incazzarti come una iena e, fra una minaccia di morte e una vaccata scientifica, puoi permetterti, al grido di “sono tutti uguali” (cit.) di proporre leggi a cazzo di cane per sospendere ogni tipo di ricerca scientifica, come se la tutela degli animali fosse più importante di quella degli esseri umani. Nota, fratello animalista: potevo dire “bambini”, tanto per usare lo stesso escamotage del gattino, ma non lo faccio, che poi qualcuno dei tuoi mi scatta con “bambini? ancora meglio, che voi assassini dovete essere ammazzati da piccoli” e poi mi tocca frantumare di legnate il suo corpicino pieno di cromosomi in eccesso.

No, ok, hai ragione. Niente aggressività. Inspira ed espira, inspira ed espira. Scusami.

Dicevamo: va bene. E’ una bella battaglia, bravo. Andare sempre contro anche senza sapere una damigiana di fave dell’argomento. Giusto. Sarà una lotta lunga, ma puoi farcela, anche perché gli studi per i metodi integrativi e sostitutivi, per fortuna degli animali, vanno avanti anche senza di te o, più precisamente, vanno avanti nonostante i vostri cazzo di atti vandalici.

Ok, no, scusa davvero. Dicevo: è una bella battaglia e sono fiero di te che la combatti, bravo soldatino. Ti chiedo però un piccolo gesto di coerenza. Quello di firmare un documento, che dovrebbero sottoscrivere tutti quelli che sostengono la causa anti-sperimentazione, di rinunciare a ogni terapia testata su animali erogata dal Servizio Sanitario Nazionale. Se non ti dispiace, estenderei l’obbligo di rinuncia anche ai farmaci veterinari. Non vorrai mica dirmi che il beagle su cui si testano le medicine per cani vale meno del tuo cucciolo, vero?

Nel caso, già sai. Liberazione animale. Arrotolare. Inserire.

Io capisco che tu provi una fortissima, assoluta, bellissima e struggente forma d’amore per qualcosa di diverso da te

Oh, anche questa è organica.
Avete le prove che la merda non senta il dolore?

e davvero, a parte gli scherzi credo che agli animali sia dovuto del rispetto, credo che si debba chiedere che si ricerchino tecnologie alternative e complementari all’uso degli animali nella ricerca biomedica, e che debba esserne favorito lo sviluppo e l’utilizzo; credo che ci debba essere collaborazione fra ricercatori, associazioni e istituzioni nel controllare che vengano rispettate le leggi sulla sperimentazione scientifica sugli animali, che si debba vigilare tutti sugli allevamenti, per garantire agli animali il trattamento migliore possibile.

Ma se questo non basta, se vuoi di più, se vuoi davvero sostenere la tesi che tutta la sperimentazione è sbagliata, che tutti i medici sono cattivi, e che la vita di una drosophila vale quanto quella di un neonato, allora abbi il coraggio di sostenere le tue idee in tutto e per tutto, con tenacia e spirito d’abnegazione. So che ne sei capace. Al grido di “Stop Vivisection”, affianca anche il mio: “Stop Hospitalization”.

Alla prossima appendicite che ti viene, rimani a casa e fatti una tisana alle erbe.

Per coerenza.

[M.V.]

Nel caso in cui proprio questo articolo non ti andasse giù nonostante i toni pacati (LOL), non crucciarti… come dite sempre voi, “sono opinioni”.

2 risposte a "Stop Hospitalization"

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