Adalpina taca la mùsica

Chiusa l’orchestra sinfonica nazionale greca.

E grazie al cazzo!

E’ tempo di crisi in Grecia e a pagare è la cultura.

Ma in fondo, a parte gran belle dormite e due battute di mani a capodanno, cosa fanno per la popolazione questi quattro hippy snob?

Suvvia, chi di noi giocando a Civilization non ha mai sacrificato la cultura per piazzare un paio di carri armati in più? Al limite la gente la si manda allo stadio, così si lucra sulle scommesse e si unisce l’utile al bilancio.

Questi poveri greci c’hanno problemi, problemi seri, e non sto parlando solo della feta.

Con l’orchestrina nazionale, sparita nell’eco di un commovente concerto un paio di giorni fa, se n’era andata anche la rete televisiva nazionale Ert. Ma poi, magari facendosi un giro su RAI 2, i vertici greci devono essersi accorti che da anni ormai la televisione non fa più parte del circuito culturale di una nazione, e quindi hanno rimesso in piedi il tutto. Almeno finché non riusciranno a trovare il modo di utilizzare la TV come si deve.

In realtà questa sarebbe più una storia da razzista del giorno, ma voglio approfittarne per rantolare (si dirà così? Non sono avvezzo ai neologismi da web, dannati giovinastri), riguardo il circolo vizioso dell’ignoranza, per il quale meno cultura abbiamo e meno siamo in grado di crearne e di giovarne. Meno conoscenze abbiamo e più è facile che ci venga impedito loro l’accesso. Meno curiosi siamo e meno avremo voglia di cercare qualcosa per cui valga la pena di essere curiosi.

Tutto nasce dall’educazione, dalla conoscenza, dalla cultura: dalla medicina alla tecnologia, dalla pace alla ricchezza, in una parola “progresso”. E sebbene appaia come uno sforzo notevole, in un momento di crisi, quello di mantenere una spesa come quella dedicata all’Orchestra Sinfonica Nazionale, persino il più ignobile o cieco degli spiriti si accorgerebbe di quanto ciò sia in realtà un segno di resa. Come un vessillo che cade sul campo di battaglia: foss’anche per preferire una spada allo stendardo, la battaglia è perduta.

E quando la risposta all’imminente sconfitta, e guardo tra le nostre fila, è una roba tipo quella grillina o quella di Francesco, significa che questa cultura ha fallito, questa educazione ha fallito, allora serve cambiare musica. E piuttosto che mandare a casa quelli che suonano per bene, bisogna che chiunque di noi sia in grado inizi a suonare con loro.

Scusate, ma la fine è vicina e preparo il discorso d’accomiato.

Adalpina taca la mùsica!

[D.C.]

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