Moriremo criptofascisti

tupperwaste

Ogni giorno una cazzata si sveglia e sa che dovrà correre velocemente fuori dalla bocca di Stefano Esposito.

Se non sapete chi sia Stefano Esposito io vi invidio, ma davvero tanto. Sappiate solo che lo state pagando anche voi, e già questo dovrebbe farvi incazzare non poco. A prescindere.

Il signor Esposito è un senatore del PD famoso per essere un grande fan del TAV. Ma che dico fan, Esposito è proprio una groupie, solo che invece di fare i calchi ai cazzi, lui li fa ai treni ad alta velocità.

Ma non è questo che ci fa girare palle e ovaie, a noi. No, perché per me puoi essere anche un sostenitore del TAV, degli OGM, del ritorno alla lira, credere in Gaia e quel cazzo che ti pare, ovvio. Certo, per me sarai sempre un po’ cerebroleso, ma ognuno è libero di credere in quello che vuole. D’altronde io vivo in un paese in cui adoriamo un tipo che è morto e poi è risorto e ci spia dall’alto manco fosse la CIA, e quindi sopporto tutto. Sono democratica.

Mi fate pena, ma sono democratica.

Esposito però trascende la libertà di opinione e, come si dice nei salotti borghesi, caca fuori dal vaso. Fondamentalmente, il senatore è un bimbominkia che si annoia molto, probabilmente non ha una vita sociale soddisfacente o degli amici che gli rubino lo smartphone e glielo gettino nel Po, ma solo dopo aver chiamato il CIM per un ricovero d’urgenza.

E dunque Esposito si diverte così, lui si sveglia e aizza le folle di decerebrati che lo seguono su Twitter e che leggono il suo blog delirante che sembra scritto da un fascio. Non voglio esagerare chiamandolo fascio, però insomma, a me tanto di sinistra non sembra, per quanto questo significhi ancora in Italia.

Esposito si annoia molto, e questo è evidente dalle parole che usa per inventare situazioni che esistono solo nella sua mente: lui considera la protesta No Tav una guerra, un attacco allo Stato, i manifestanti delinquenti che praticano il “tiro al poliziotto”, e si augura che i mandanti vengano “decapitati”.

E insomma, Moretti docet, le parole sono importanti e io, che come sapete sono ingenua e sempre molto ottimista, da un senatore della Repubblica mi aspetto non dico intelligenza e dignità (ormai mi so’ arresa), ma perlomeno rispetto. Rispetto perché in un paese democratico, se vogliamo ancora usare questo termine per illuderci, ognuno deve essere libero di portare avanti le proprie battaglie, di sostenere le proprie idee, senza essere delegittimato e trattato come un coglione o, quel che è peggio, come un terrorista.

Ieri è successa una cosa di cui, sinceramente, non avevo voglia di parlare perché a volte il livello di disgusto è molto più alto di tutta la mia capacità verbale per esprimerlo davvero. Poi però stamattina mi sono svegliata e ho letto l’ennesimo messaggio di Esposito che, poverino, ha bisogno di attenzioni e di carezzine sulla testa.

 CatturaEsposito

E allora, dopo aver versato un paio di lacrime per la morte della povera pala meccanica, ho detto: BELLA MERDA!

Difatti, ieri, sempre il nostro caro senatore così sensibile verso i poveri poliziotti in tenuta antisommossa che vengono picchiati dai manifestanti-delinquenti, non ha mostrato lo stesso moto d’animo per la ragazza che ha denunciato di essere stata prima manganellata, poi fermata e molestata in caserma. Anzi, ha aggiunto che se l’è pure meritato, perché, la povera stronza, poteva benissimo rimanersene a casa a preparare il pranzo o andare al mare, ché c’è un caldo porco.

Un’uscita così infelice che persino Libero, che conosciamo tutti per il suo grande decoro, è riuscito quasi a scriverci un articolo decente contro.

Io davvero non capisco come possa un sedicente membro della sinistra (centro-sinistra, ok) italiana non appoggiare i movimenti, difendere gli sbirri che manganellano, desiderare la gente in galera, esprimersi con parole aggressive e cariche di odio, giustificare la violenza (ma solo quella di Stato), godere se una donna viene picchiata. A me sembra un po’ un atteggiamento fascista, ma, come ho già detto, non voglio esagerare.

Sicuramente è un mio limite dettato da vecchie ideologie di sinistra che evidentemente non esistono più. Però era carino crederci, devo ammetterlo.

Adesso cosa ci resta? Cosa dobbiamo fare, a parte convincere Esposito che forse forse ha sbagliato partito?

Ma soprattutto, cosa cazzo ci indigniamo ancora?

Non è un paese per vecchi, né per giovani, né per donne, né per gay. C’è la crisi. Le priorità sono altre, dicono.

In poche parole: non dovete cacare il cazzo, voi e le vostre richieste di diritti, voi e la vostra dignità personale, il vostro civismo, l’ambientalismo, i diritti umani, la pace, il femminismo e la civiltà.

La civiltà è un dito al culo.

Rilassatevi. Non è ancora il momento.

Godetevi l’estate ché settembre è alle porte.

berlusca20

Prepariamoci al futuro.

[S.T.]

 

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