“La stampa più libera del mondo è la stampa italiana. Il giornalista italiano è libero perché può esercitare funzioni di controllo, critica, propulsione.”
(S. Berlusconi)
Anche oggi ci stava, al posto della citazione di poco falsa, una citazione vera. Nella fattispecie la terribile tesi formulata da Jospeh Pulitzer: “una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile”. Nell’ultimo weekend sono successe diverse cose, molte abbastanza brutte: un tizio ha dato fuori di brocca vicino a Massa e ha ammazzato la moglie, un pullman in Irpinia s’è cappottato a dispetto dei miracoli di San Padre Pio, e altre amenità.
Le notizie le trovate un po’ ovunque. Sono brutte notizie, è morta della gente, e quindi i giornali hanno deciso di occuparsene lasciando da parte il sensazionalismo e mostrando un rigoroso rispet
Oh, no, scusate, avevo sottomano i giornali tedeschi.
L’Espresso prende alla lettera il proprio nome: leggere le prime di qualsiasi giornale del gruppo lascia in bocca lo stesso sapore: amaro.
Cadaveri per la strada, sangue, titoli roboanti. E questo solo nelle pagine sportive. Non c’è limite al peggio.
(tralasciando la pagina social di Repubblica, la cui perseveranza nel raccontare cose di nessunissimo interesse per nessuno al mondo è ancora intatta al 100%)
Le varie incarnazioni di Libero che addirittura riprendono il TGCOM regalandoci pure i video, dei lenzuoli, lasciandoci immaginare i pianti dei parenti accanto ai corpi straziati e mutilati dalle lamiere.
Noto una certa influenza da parte dei social network. Non sono i giornali a dare importanza e ritmo alle notizie, ma i retweet. Altro che fatti e documenti, che senso ha dare una notizia, se per fare notizia basta mezzo minuto di video violento, o con gli animali, o comico, o curioso? O, meglio: violento, con gli animali, comico e curioso.
E’ quello che la gente vuole? E allora tocca stàcce: stiamo immersi in un mare di gente di merda, che segue notizie di merda e dice cose di merda. Basta guardare come vengono esposti i fatti (quando sono fatti, altrimenti quello che al cronista è sembrato di capire però oh mi sono appena svegliato) e i commenti alle notizie. Lo spam su facebook, i telegiornali, la maggioranza delle trasmissioni di approfondimento, i video complottisti e disinformativi su youtube. Com’è che siamo arrivati a tanto? Cazzo, non lo so, io fatico a mettermi nei panni di chi s’indigna e minaccia dei ricercatori di morte per un JPG, di chi si informa con Le Iene, e di chi crede a bufale smontate da anni rischiando di ammazzare il figlio. Vabbé, basta, sto scadendo nel retorico.
Vi risparmio il pippone sull’accendere il cervello.
Però cazzo, almeno levatelo dal cellophane.
[M.V.]