A patti con la realtà

Giulia Ligresti patteggia 2 anni e 8 mesi di carcere.

E grazie al cazzo!

A seguito di quello che potremmo con giusta approssimazione “il solito troiaio finanziario“, la figlia del non ancora compianto Salvatore Ligresti ha deciso, con avvocati e pubblica accusa, che 2 anni e 8 mesi “se po’ fa’“.

Considerando che il patteggiamento è una riduzione consistente dell’eventuale piena pena, considerando che negli ultimi (20) anni i reati a sfondo economico-finanziario hanno visto una sostanziosa depenalizzazione (che in una struttura sociale basata sull’economia, che vuoi che sia), e considerando che a queste quote c’è solo da scegliere tra domiciliari e pittura con i down, anche la promettente Giulia deve aver fatto uno di quei troiai di prima categoria, uno di quelli che vale una candidatura nel PDL.

Comunque, per andare sul sicuro, la rampolla era già uscita dal carcere con una rapida dieta che ne ha determinato “l’incompatibilità col regime carcerario”, sarà lo stress, sarà che tutti gli altri ci si trovano un gran bene. Quelli senza un buon avvocato almeno.

La buona notizia a metà della settimana è che alla famiglia Ligresti hanno sequestrato qualche spiccio sulla cui destinazione potrei accettare scommesse.

L’altra mezza buona notizia è che questi stronzi con stile è sempre possibile incontrarli più o meno dalle parti di casa, si volesse mai andare a imparare qualcosa.

Sì, rientro soft dalle vacanze, rientro morbido alla solita realtà, sperando che prossimamente combinino qualcosa di più interessante che continuare ad affossare il paese spremendolo alla goccia mentre noi ritardati li lasciamo fare con beota compiacenza.

[D.C.]

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