“L’instabilità politica pesa sulla ripresa economica del paese”.
Lo dice il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Uno a cui non si può davvero nascondere un cazzo.
A parte forse il fatto che la produzione è ancora in calo, che la spesa privata è in forte calo, che la disoccupazione è una norma, che gli illeciti bancari che definisce “circoscritti” sono circoscritti solo dal fatto di essere stati scoperti, a differenza degli altri. Ma soprattutto a Visco si può nascondere che se è vero che l’instabilità politica possa influire sulla ripresa, la stabilità politica ha certamente potuto fare qualcosa per il crollo dell’economia e dello stato sociale della nazione.
Siamo alla scelta tra il danno certo e la guarigione incerta, Visco, che sceglieresti in ospedale? Farti tagliare anche l’altro rene dal solido primario Sbirulino o provare a chiedere se per un raffreddore basta qualcosa di meno invasivo?
Oh Visco, domanda retorica ovviamente, è chiaro che non hai mai visto un ospedale pubblico da dentro, né hai idea di come siano state ridotte le strutture pubbliche negli anni dell’amata stabilità politica.
Considera, Visco, che una consistente fetta di elettori ha persino preferito l’instabilità mentale dei propri rappresentanti, pur di veder cambiare qualcosa. E non cito Borghezio o Crimi o etc.
Tutto questo mi ricorda la storia del giornalista e dello squilibrato, ossia quel tizio che ha commesso un atto apparentemente inspiegabile ma del quale il giornalista non ha note negative da esporre. “Deve essere uno squilibrato”, uno che magari non beve il cappuccino al mattino, uno che non comprava il mio giornale al mattino, uno a cui un mattino qualcosa di sbagliato non è stato bene come a quelli che da quel qualcosa di sbagliato ogni giorno ci ricavano una vita da nababbi, o semplicemente ci rendevano la sua un inferno. Uno che ha voluto cambiare lo stato delle cose, e il giornalista non vuol capire, perché a lui lo stato delle cose va bene. Ancora.
Visco, il cambiamento è vita, ogni volta che l’umanità ha cambiato (bene o male) è progredita, ogni volta che io cambio vivo una vita in più, e ogni volta che si è mandato a casa uno stronzo, un mafioso, un truffatore, un corrotto, un incapace, un idiota, si è vissuta un’opportunità in più.
Sì, lo so, Ignazio mio, che tanto siamo un popolo di ritardati con una curva progressiva del QI che sembra il kamikaze dell’acquapark caricato a merda, e so che al peggio non c’è mai fine, ma dovresti anche tu sapere che un peggio diverso è pur sempre meno peggio del solito peggio, e come lo sai tu, anche se non lo dici, lo sanno anche i mercati. Ma magari a te, che stai lì, lo stato delle cose va bene. Ancora.
Già, non si può nascondere un cazzo nemmeno a me, a parte…
[D.C.]