Te lo giuro su Gargiulo

Sparirà il giuramento d’Ippocrate dal nuovo codice dei medici.

E grazie al cazzo!

Peccato, era estremamente romantico. Un po’ come le promesse di marinai in partenza.

Già, perché la vita è un mare, e sugli yacht si sta da paura.

Non è tutto qui però il cambiamento di un codice volto ad un pragmatismo contraddittorio e parodistico.

Innanzi tutto le parole, e su ‘sta cosa secondo me ha ragione addirittura Grillo (sì, Beppe), le parole sono importanti (già, non è la prima volta che lo si sottolinea). Quindi dopo i diversamente abili, i diversamente bianchi, i diversamente fortunati, i diversamente mentalmente puntuali, ecco arrivare le “persone assistite” al posto dei “pazienti”. Oh, magari semplicemente non erano più abbastanza pazienti. Il che non stupisce visto l’andazzo della sanità pubblica. Nel qual caso però anche i medici non son più un granché pazienti.
Così si rischia di far confusione.

Intanto infatti si chiedono ai medici un po’ di accortezze per non sbagliare nel fare ciò che non dovrebbero fare, considerando ciò che ritengono giusto senza ignorare ciò che ritiene giusto il paziente, a meno che non sia un’assurdità ciò che ritiene il paziente, eventualmente virando su qualche assurdità che crede il medico in ambito personale, purché non ricada nella sfera scientifica, della quale bisogna invece diffidare là dove non trovi fondamenti, giustamente, comprovati, antani.

E’ una bozza, ed io son di mala fede, anzi, son proprio senza fede, e mi pare di poter tradurre questa parte che gira intorno al concetto di “obiezione di coscienza” con un “se è roba di dio fai come credi, se è roba che si può provare invece deve essere provata”.

Per carità, mi accontento di una cosa alla volta, già che tentino di far fuori le staminchiate e tutte le terapie “diversamente funzionanti”, è un ottimo risultato. Magari più avanti riusciremo pure a tirar fuori le cazzate di dio & co., come son stati già tirati fuori “Apollo medico, Asclepio e Igea e Panacea e tutti gli Dei e le Dee”.

Si accenna anche al fatto che il medico debba “tener conto” delle volontà inserite nel testamento biologico della “persona assistita”. Un po’ come i cattolici tengono conto di quello ch’è scritto sulla bibbia, per intenderci.

Etc. Tanto è una bozza.

Rimane l’amaro per quel giuramento, quel delicato velo d’ipocrisia che fa tanto “bei vecchi tempi”. A tutt’oggi ci sono cliniche private, ospedali pubblici e intramoenia, cure “non proprio salvavita”, obiezioni di coscienza e un sacco di altri motivi per cui effettivamente il giuramento d’Ippocrate sembri più un refuso che un cenno storico.

Però un giuramento concede fiducia, serenità, soddisfa la corteccia cerebrale e stimola il rilascio di qualche manciata di endorfine. Io lo preferirei un dottore che abbia giurato, anche un giuramento un po’ così “Te lo giuro su gargiulo”.

Mal che vada ci facciamo una rima.

[D.C]

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