Ho viaggiato nel tempo e lavo ancora i piatti.

tupperwaste

Potremmo benissimo far finta che oggi sia martedì, d’altronde io ero sicura che ieri fosse mercoledì.  Il tempo è una convenzione, per cui non esiste. Come gli uomini sinceri.

Quest’ultima considerazione misandrica mi serve per introdurre il LOL del giorno: il sessismo al contrario.

Ebbene, cari amici, vi starete certamente chiedendo cosa diamine possa significare questa frase così apparentemente (no no, veramente) assurda. La verità è che non lo so, ma proviamo a capire insieme cosa si nasconde nella fervida mente dell’italiano medio e come egli possa aver partorito un pensiero così geniale (potete immaginarmi  che vi spiego i prossimi passaggi come farebbe Alberto Angela, se volete).

Vediamo cosa è successo in questi giorni: Laura Boldrini, che a quanto pare ricordiamo tutti solo per le grandi polemiche che scatena ad ogni suo battito di ciglia, ha parlato nuovamente del ruolo della donna in Italia, di quanto siamo ancora legati a questa cultura maschilista che relega la donna solo in determinati ambiti (cucina, sala da pranzo, camera da letto, tangenziale); di quanto sia fondamentale rivoluzionare il nostro linguaggio e diventare consapevoli dell’esistenza di diversi generi, oltre al maschile.

Lo ha fatto chiedendo semplicemente di essere chiamata “la presidente”, LA, e, di nuovo, parlando delle pubblicità di tette e culi che non si capisce mai se devi comprarti un profumo o un pacco di fazzoletti per raccogliere il seme versato durante gli spot. BOH.

Questa donna come la fa, sbaglia. E allora giù polemiche a non finire, e oggi bastava leggere i commenti in rete per capire un po’ l’aria che si respirava.

Oggi (divertitevi) tutte le donne in Italia volevano cucinare ed evidentemente tutti gli uomini attendevano affamati.

Battutone su battutone che, davvero, non mi divertivo così tanto dall’ultima anestesia totale.

E poi è arrivato il colpo di grazia, l’attimo in cui realizzi che davvero noi, come popolo, non ce la possiamo fare.

Quindi non solo non avete capito un cazzo di cosa intendesse la Boldrini per “donna che sta in cucina” ma, come al solito, non avete potuto fare a meno di fare le solite battute da baretto sulle donne acide che non scopano.

Battute che oh, guarda tu il caso, sono proprio maschiliste.

Io ascolto i discorsi della Boldrini e dico: dai, magari ce la facciamo a uscire dal dopoguerra prima o poi.

Donne incapaci in cucina before it was cool

E invece poi arriva Il Giornale e la mia voglia di vivere, la mia speranza per il futuro, la mia assurda spinta evoluzionistica si suicidano.

Appena ho letto l’articolo, ho telefonato a mia mamma e le ho chiesto se ogni volta che a casa cucina papà o apparecchia la tavola mio fratello, lei si senta scalfita nel suo ruolo di donna e madre premurosa e angelo del focolare. Si è sfasciata la famiglia? Saranno questi i motivi del divorzio? Mi ha risposto solo: ti droghi? No, mamma, ogni tanto leggo il Giornale, ed è ugualmente deleterio per la mia salute.

Ma a proposito di famiglie tradizionali e di italiani che non ce la possono fare, lasciate che vi presenti il signor Barilla col suo evidentemente nuovo motto “dove c’è omofobia c’è casa”. Geni del marketing, non c’è che dire.

Ci stupiamo ancora?

Io voglio smettere e dedicarmi a qualcosa di più soddisfacente: io voglio gioire, gioire della nostra arretratezza culturale, del nostro vivere come se il tempo si fosse fermato in qualche campagna meridionale del 1950.

Mettiamola così: e se stessimo solo seguendo uno stile un po’ vintage? Voglio pensare che sia questo, perché altrimenti mi sembra impossibile che nel 2013 ci facciamo ancora la risatina se vediamo una coppia gay che si tiene per mano in pubblico, ci incazziamo perché la Boldrini vuole eliminare gli stereotipi di genere e pensiamo che invece voglia che nostro marito vada ad ordinare la cena dal cinese ogni sera. Dai, è impossibile.

Mi confermate che noi italiani siamo solo molto hipster, vero?

[S.T.]

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