La Droga è il Buio.

Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e invece poi è venuto fuori che anche gli altri si facevano le canne.
(M. Pannella)

Oh, proprio non ci riesco, a parlare di Berlusconi. Anche la vicenda della grazia è troppo “il solito teatrino del Cavaliere” per essere degna di menzione. Si parla di grazia, Napolitano giustamente dice “…ma siete rincoglioniti?”, Berlusconi replica con “ah, ecco chi c’era dietro!” togliendosi la lingua di Alfano dall’interno-chiappe, ma tutti pensano che parli di Napolitano, i partiti si stringono intorno al Presidente della Repubblica, il Cavaliere dà dei comunisti ai giudici e fine lì. Davvero, troppo poco per un pezzo del lunedì.
No, oggi voglio prenderla leggera, e parlare di un articolo che gironzola sui social da qualche giorno, uscito sul sito sussidiario.net e riguardante gli spinelli. Spinelli, sì, cioè il modo in cui chiamano le canne quelli che non ne hanno mai vista una.
Il sussidiario.net si auto-definisce “uno strumento di informazione quotidiana, a cura della Fondazione per la Sussidiarietà, che offre chiavi di lettura per approfondire e comprendere ciò che accade”, brematurando come fosse antani, probabilmente anche posterdati.
Bene, ecco come questo nobilissimo sito, nel suo destreggiarsi in un virtuoso bilico fra fatti e approfondimenti, discute l’argomento can spinelli: proponendo un decalogo “tanto impressionante quanto poco conosciuto da adulti e giovani”.
1. Non è una droga leggera e produce dipendenza.
2. Nuoce al corpo con disturbi seri a tutti gli apparati.
3. Danneggia il cervello.
4. Causa disturbi mentali.
5. Può portare all’overdose e uccidere.
6. Deteriora le relazioni con gli altri.
7. È pericolosa alla guida.
8. Favorisce le organizzazioni criminali dedite al guadagno.
9. Rovina la carriera scolastica e professionale.
10. Ci costa economicamente per cure e trattamento.
In pratica, ti fai una canna e finisci così
paperdroga
Non ho intenzione di fare debunking sulle svariate cazzate contenute nell’articolo, già solo il linguaggio utilizzato fa ridere non solo con la bocca, ma con tutti gli apparati (e fa ridere anche i mambri delle organizzazioni criminali no profit, che sono quelle che non si arricchiscono con gli spinelli di droga). Per carità, eh, non so dicendo che le canne “ricreative” facciano bene – non entro nel discorso del loro uso terapeutico – o che ci si debba mettere al volante dopo aver inalato un etto di fumo, però sentir parlare, nel 2013, di “overdose da spinello” o di “causa di disturbi mentali” mi fa sorridere. Messa così, anche l’acqua può uccidere, se inalata, e l’aria può essere letale via endovena. Ma anche senza portare esempi estremi, quasi tutto se assunto in quantitativi industriali fa male. Basta un minimo di ricerca per capire quali sono i quantitativi pericolosi, di qualsiasi cosa (e per constatare che no, l’overdose “da canna” non esiste, ne servirebbe un quantitativo esorbitante per arrivare alla dose letale).
L’articolo è stato tratto da un opuscolo, dal titolo vagamente imbarazzante “Cannabis & Spinello. Dieci consigli per non perdere la testa e a volte la vita” dello psicanalista Claudio Risé, che presenta più o meno quei punti, più o meno argomentati. L’opuscolo è a sua volta tratto da un libro che immagino citi qualche fonte, anche se continuo a chiedermi chi abbia detto a Risé la sostanza trovata più di frequente nelle vittime di incidenti stradali sia “la cannabis” (che fra le altre cose è la pianta, il principio attivo è il tetraidrocannabinolo, più comunemente noto come THC) e non, chessò, l’alcool.
Non voglio dire che l’opuscolo sia tutto da buttare. Il THC dà dipendenza, “non guidare high” è comunque un buon consiglio, far notare che probabilmente acquistando canne si finanzia la criminalità organizzata offre spunti di riflessione interessanti. E chi fuma può anche usarlo per ricavarci dei filtrini.
Ma il risultato di tutta l’opera di semplificazione è che siamo di fronte a un articolo che riassume male un opuscolo che a sua volta è la riduzione ai minimi termini di un libro sulla cannabis scritto da uno psicanalista (e non, chessò, da un farmacologo o un tossicologo), che di fatto dice LE CANNEDROGA SONO IL MALE E MUORITE TUTTI.
Ringrazio sussidiario.net per avermi fornito le chiavi di lettura per approfondire e comprendere ciò che accade, e cioè che spesso su internet si leggono articoli di merda.
[M.V.] 

3 risposte a "La Droga è il Buio."

  1. Anni fa, sui bianchi muri della capitale campeggiavano cartelloni di finiana matrice recanti la scritta: “Non è leggera, è droga.”. Era il periodo in cui passò quella merda di legge in cui penalmente si accomunavano le varie sostanze, quella per cui Cucchi è finito al gabbio e poi all’obitorio, per capirsi… dato che il TOSSICODIPENDENTE cucchi aveva con sè una palla di fumo, ciò due etti e mezzo di sostanza (se per due schifosi etti e mezzo si viene chiamati così… cazzo, allora sono terminale da anni). Probabilmente la fonte primaria della notizia resta quella. Vorrei ricordare ai responsabili dell’articolo, che in America (posto in cui non si può neanche fumare tabacco nella propria auto) è stato legalizzato il consumo di suddetto THC a scopo ricreativo e a tal proposito chiedo: come mai?

  2. Ho cercato la questione e ammetto di aver scritto una puttanata. I grammi erano in realtà 21, quasi una stecca non una palla. Non sono un tossicologo nè un medico, ma mi piace informarmi sui vari effetti delle droghe, e in più del suddetto tetraidrocannabinolo ho una discreta esperienza sul campo, che mi fa chiedere come possa essere equiparato a roba tipo gli oppiacei.

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