(W. Allen) Ci sono giornali spesso faziosi, o con contenuti che variano dal disutile all’interessante a seconda di chi scrive. Quelli che ce pòi sta’. Quelli che ti piacevano ma iniziano a esagerare con le notizie del cazzo, quelli che non ti piacciono e se pubblicano una cosa vera e vorresti linkarla non lo fai perché un po’ non ti fidi, un po’ ti vergogni. Alla fine li leggi un po’ tutti, a volte ridi, e a volte piangi, a volte ti ritrovi a fare giri interminabili su siti specializzati per controllare se è vero che il video virale della lava che scioglie la lattina dura più o meno del tempo che impiega a fiorire un campo di sticazzi.
Capire se una notizia è vera o sarebbe-figo-fosse-vera-ma-dovrei-controllare inizia ad essere un problema. Passino i programmi d’intrattenimento che provando a fare pseudo-giornalismo si ritrovano a vomitare stronzate come se si nutrissero esclusivamente di culi. Passino i blog politico-informativi che accettano i contributi degli utenti misurandone non la veridicità, ma la possibilità di fare presa nei confronti dell’ala dell’elettorato più
Ragazzi, se devo offendere i cinquestelle ho bisogno di dati veri. Che figura ci facevo, se mi fidavo? Non c’è proprio modo di evitare questi scivoloni, peraltro piuttosto frequenti? Fare lo slalom fra disinformazione scientifica, bufale su animali carini e leggende metropolitane è faticoso.
Non solo: mi manda in paranoia, mi porta a chiedermi ogni cazzo di volta se sto leggendo una notizia vera, della leggerezza di uno pseudo-giornalista pigro, o di un tappabuchi copia-incollato da una pagina facebook gestita da burloni.
Oggi è il giorno della memoria. In realtà non sono sicurissimo: l’ho letto sul giornale, ma forse è meglio se controllo anche altrove.
[M.V.]
Uff è la quinta volta che rileggo questo post…
Perché non ci trovi un senso? O ci sono altri motivi, fra cui alcuni per cui dovrei preoccuparmi?