Un capo di qualcosa di pubblico è sotto inchiesta per corruzione.
Al di là del gusto sadico di sapere un vigile urbano sotto torchio, è incredibile come certe notizie si trovino con una facilità che nemmeno le bestemmie in Maremma.
Colpisce anche l’accusa aggiuntiva di “falso ideologico”, una roba che gli avvocati avranno dovuto prendere un libro di storia per capire a che cazzo si riferisse.
Non sto nemmeno qui a commentare la notizia in sé, che il ragazzo potrebbe anche risultare innocente di culo (in qualsiasi senso vogliate intenderlo), ma quello che mi colpisce è la prossimità: alla realtà, alla cultura, alla società, al quotidiano dell’italiano.
Giuliani infatti è uno vicino alla gente, alla gente normale, e anche lui saprà quanto sia necessario arrangiarsi.
Italiani medi, quelli che passano metà della vita a tentare di avere figli e l’altra metà a tentare di sistemarli. Lamentandosi di quanto tutto questo sia difficile, visto che gli altri passano metà della vita a tentare di avere figli e l’altra metà a tentare di sistemarli. Magari riuscendoci con qualche mossa che per gli altri si chiamano “scorrettezze” e per sé si definiscono “imperdibili opportunità”.
Una volta sentii che in alcune zone del Giappone non era consentito avere un’auto se non si poteva dimostrare di avere il posto in cui parcheggiarla, e comunque non si può guidarla senza aver superato i test necessari. Cazzo, se facessimo lo stesso qui per i figli, nel giro di una generazione avremmo risolto tre quarti dei nostri problemi.
Sì lo so, suona come una soluzione di quelle a cazzo di cane alla Grillo, oh, però dica una cazzata chi non è almeno un po’ grillino per qualcosa.
E s’inculi qualcosa chi non è un po’ italiano.
E si fottano gli altri. Se non si sono già fottuti tutto.
[D.C.]