(A. Scanzi) Come sicuramente saprete, Il bias in psicologia cognitiva indica l’espressione di un giudizio non corrispondente alla realtà (se non per caso), a causa di pensieri pre-esistenti che vengono anteposti ai fatti e alle connessioni logiche fra gli stessi. Citando Archibald McWikipedia, “Il bias è una forma di distorsione della valutazione causata dal pregiudizio. La mappa mentale d’una persona presenta bias laddove è condizionata da concetti precedenti non necessariamente connessi tra loro da legami logici e validi.” Questo processo colpisce tutti, ed è molto difficile evitarlo. Puoi avere l’approccio più razionale di questo mondo, ma “evitare” i bias costa fatica, è un problema relativo a come siamo fatti, stamoce. Sapendolo, ovviamente, si può porre rimedio, chiedendosi sempre “ehi, aspetta, e se mi sbagliassi”? Questo ho pensato quando ho dato istintivamente del pezzo di merda al poliziotto che pesta un manifestante a terra. Ehi, aspetta, e se mi sbagliassi? Voglio dire, sono chiaramente di parte. Non solo per aver in passato manifestato, che se sei stato in corteo lo sai che tu hai due mani e una faccia e quello una tenuta antisommossa e un manganello, e quindi tendi a vivere la carica con un filo d’ansia. No, dico, proprio concettualmente: qualsiasi cosa abbia fatto il manifestante, lo stanno già pestando in due, ma io non conosco i retroscena. Certo, salirgli sulla pancia è pericoloso, gratuito, crudele. Ma c’erano trenta stronzi che tiravano petardi (uno s’è pure scoppiato una mano da solo: buongiorno, volpe). E capisco, davvero capisco che se ordinano una carica poi scoppia il caos, gente che scappa, che tira roba, e le mazzate volano per forza. Fa parte del gioco. Ecco, magari mi sbaglio! Non mi freghi, maledetto bias che si attiva al ricordo delle manganellate in faccia agli studenti, gli anfibi sulla testa di un ragazzo a terra e altri episodi un po’ così. E’ colpa della folla. La folla è stronza. Tante persone, spesso incazzate. Molti, quasi tutti, sono pacifici, al massimo gridano qualche slogan o lanciano carta igenica (fa meno male di un manganello, giuro). Ma qualche coglione tira sassi, petardi, fa incazzare l’amico Forzo dell’Ordine. E così lo arrstano. Giusto. Sono d’accordo. Davvero. Lo arrestano e lo ammazzano di botte. Uhm. Certo che menare a terra è lo stesso proprio una cosa da pezzi di merda. Infierire su un manifestante disarmato e già in arresto è proprio una cosa da pezzi di merda. Salirgli con gli stivali sulla pancia senza alcun motivo è proprio una cosa da pezzi di merda. Sarà il bias, eh. Magari ci rifletto ancora un po’, che “pezzo di merda” è rimasto lì. Ecco, avete capito? Ci ho provato, ma sembra proprio un pezzo di merda! E mi capita proprio spesso, ‘sta cosa. Prendiamo il mio amico papa Francesco. Ieri ha chiesto perdono per le vittime dei preti pedofili. Ci risiamo. Maledetto bias! E’ colpa del bias se trovo ridicole le frasi di giubilo dei fedeli. Che, nella mia testa malfunzionante, dovrebbero aver gridato non tanti “bravo!” e “finalmente!, ma un unico, enorme, epocale “e grazie al cazzo!”. Non solo: poi il papa ha aggiunto che “occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva.”

Parlando di bias, pensa se avesse ragione il papa Dellagente™ e per la bestemmia ti toccasse un inferno in cui ti il tuo ruolo è fare il redattore di encicliche, oppure essere uno degli allegri ovini che pascolano sotto la finestra della suddetta mosca cojonera in una giornata scandita da 24 angelus.
La possibilità di sbagliarmi è un prezzo che mi va di pagare se posso accarezzare l’eventualità che invece si sbagli lui.
Cristo, manco le basi… lo so anche io che finirò nel limbo dei non battezzati, dell’infallibilità papale. Informati!!!1111ONE!
A proposito, nonostante la nostra concorde preferenza verso ben più quotati stand up comedians, l’hai visto il pezzo di Maher sul cattolicesimo come wikipedia?
No, me lo cerco 🙂