Che l’Italia avesse un rapporto difficile con la ricerca scientifica era abbastanza chiaro. Quando hai quasi il 50% di analfabeti funzionali, capita. “Non sono cattivi, dottò, sono proprio scemi”. O, citando Hanlon, “Non attribuire mai a malafede quel che si può ragionevolmente spiegare con la stupidità”. Il marciare spudorato delle Iene contro la ragionevolezza e la scienza, portando su un piatto grondante sangue il cuore di tanti genitori afflitti, comprensibilmente disposti a credere a qualsiasi ciarlatanata pur di avere una speranza, è un sintomo indicativo. Si pianta il seme dello share dove si sa di trovare terreno fertile, in quella zona grigia di cervelli scarsamente istruiti in cui esiste il dubbio che i medici malvagi ci tengano nascoste le cure giuste e ci sia un grande complotto che permette a poche grandi case farmaceutiche di guadagnare palate di soldi (che poi ‘sti coglioni continuano a mettere i farmaci nei blister, pensate a quanti soldi potrebbero fare incapsulando acqua e zucchero). Insomma, visto che il filone medical tira un casino, ho deciso anche io di scrivere una storia.
Dottor Birbantello™
Dottor Birbantello™ è un pediatra. Un pediatra alternativo: a lui non piacciono la rigidità della scienza, i vincoli della medicina, a lui piacciono le persone creative. Il nostro eroe vuole fare iniezioni di un preparato (inventato da un pubblicitario), a bambini gravemente malati. Bisogna dire – non è importante ma noi siamo precisi – che Dottor Birbantello™, essendo birbantello, è anche sotto processo. E’ sotto processo per associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica e, en passant, truffa (non facciamoci mancare nulla), ma non è uno che si arrende. Siccome vuole fare le sue iniezioni, va da un giudice, e si fa autorizzare a somministrare ad un bambino gravemente malato il suo preparato (di cui s’ignorano composizione, effetti e rischi, ma che è davvero molto creativo).
L’autorizzazione viene conferita senza una reale perizia medica: l’unica è quella che Dottor Birbantello™, si è fatto da solo. “Voglio davvero autorizzarmi? Sì”. E il giudice ci sta.
Bravo giudice. Ammiriamo l’evoluzione della specie che tira fortissimo il freno a mano, sterza abilmente e inverte a U.
Quest’immagine mi ricorda un po’ gli amici del PD che dopo aver perso qualche comune ai ballottaggi si scagliano contro l’elettorato bue e credulone, in un’esplosione di piagnistei da manuale, come se A) non avessero comunque vinto in 10 comuni su 16 e B) l’elettorato non fosse lo stesso che ha fatto stravincere il PD alle europee. Riescono a perdere anche quando vincono. E pensare che una settimana si respirava tutta un’altra aria.
Torniamo a noi. Eravamo rimasti che Dottor Birbantello™ vuole fare delle infusioni di cellule antiboidali con raspa a vertice a dei bambini malati. Esibisce un foglio che oh, c’è un dottore che dice che va bene, si chiama Dottor Birbantello™ ed è un luminare in materia di cellule antiboidali con raspa a vertice. Il dottore si presenta nell’ospedale di Brescia Città Fatata per fare quello che deve fare. I dirigenti e medici della struttura, che non sono nuovi agli exploit del Dottor Birbantello™ e del suo socio, si chiedono se sono passati da Le Iene a Scherzi a Parte, poi realizzano che non c’è proprio un cazzo da ridere, e si rifiutano di partecipare all’operazione, lasciando il brav’uomo (in senso molto figurato) a fare l’iniezione personalmente. Molti medici in tutto il Reame Fatato (e anche qualcuno dall’estero) gridano allo scandalo, chiedono l’intervento delle istituzioni, chiedono che si vigili: una cosa del genere è ridicola, vergognosa, abominevole.
Ma questa è una favola, ovviamente: non esiste gente così.
Credo che chiunque lavori in campo medico, proponendo cure innovative, lo faccia in buona fede, sapendo quello che fa, utilizzando metodi rigorosamente scientifici. Nessuno si sognerebbe mai di truffare i genitori di bambini malati, nessuno avrebbe il coraggio di lucrare sul dolore in un modo tanto meschino. Perché se davvero qualcuno si ostinasse spacciar per buono un intruglio che non funziona o, peggio, che potrebbe essere dannoso; se venisse fuori che questo qualcuno lo sapeva, ma nonostante tutto ha deciso di iniettare il composto a dei bambini marciando sulla sete di speranza di genitori disperati foss’anche solo per salvare la faccia, ebbene saremmo di fronte a una persona seriamente rivoluzionaria, in grado di permetterci di studiare una ridefinizione – tale da arrivare a vette di precisione finora impensabili – del concetto stesso di pezzo di merda.
Per fortuna che non può esistere davvero, gente così.
[M.V.]