Qui vado a sfidare un tabù, ne sono consapevole.
Perché, per potersi inserire nel novero delle persone con un minimo di cervello e soprattutto di senso critico, odiare Vasco Rossi è un assioma imprescindibile. E, per carità, non mi sottraggo mica, anzi, con fare snob rilancio spesso, dicendo che agli inizi è stato un cantautore bravissimo, per poi perdersi nel mare della mediocrità. L’interlocutore generalmente accetta (o finge di accettare) la mia breve analisi, ed io posso tornare alla mia birra rossa, tronfio e compiaciuto.
E non poche volte mi son trovato anch’io a ridere delle sue scivolate di stile, del suo invecchiare malissimo, senza però (attenti, questa è importante) rompere le palle al prossimo a riguardo.
Ma, va da sé, nell’era di facebook evitare di dire la propria urbe et orbi è vietatissimo, ed ecco che l'”era inevitabile per me suonare metal” del nostro rocker (sic) non poteva che scatenare l’ironia un po’ irosa degli ascoltatori dei Manowar sparsi per la Penisola. E giù a riderci su, a postare fotomontaggi divertentissimi, a giudicare aprioristicamente una svolta che, effettivamente, non può esserci. Ma, a ben guardare, forse Vasco non ha tutti i torti: Stef Burns ha un passato illustre con Alice Cooper, il nuovo batterista Will Hunt suonava con gli Evanescence ma soprattutto con la Black Label Society di Zakk Wylde, insomma, magari la band che lo supporta non farà propriamente metal, ma un bell’hard rock roccioso sì.
E va bene, le canzoni son quelle che sono, ma nessuno di voi metallari ha pensato che le parole di Vasco possono portare altre persone ad ascoltare davvero del metal, portando un po’ di attenzione ad una scena che da noi è a dir poco agonizzante?
No, meglio dare addosso a Vasco Rossi perché è un vecchio rincoglionito, meglio rinchiudersi ancora di più nella propria nicchia polverosa, meglio essere, come sempre, il Razzista del Giorno.
[E.P.]