“Siamo il nuovo che avanza.” (D. Fo)
Io lo so che voi adesso vi aspettate un pezzo su Sibilia. Perché un parlamentare che dice che non siamo mai stati sulla luna e che, quando gli fanno gentilmente notare che essere dei mentecatti va bene ma magari non importa urlarlo, decide di reagire in modo passivo-aggressivo stuprando tre regole di base della logica ogni quattro parole, meriterebbe un articolo. Lo meriterebbe, se non fosse che quanto Berlusconi ci ha abituato ai reati, tanto il grillino medio ci ha abituati all’ignoranza durissima. Io neanche m’incazzo più. Posso solo sperare che l’antivaccinismo e l’uso di cure alternative li uccida tutti entro due generazioni.
Ecco, le cure alternative. Chi mi conosce sa che io sono uno di quelli che finché non mi caghi il cazzo e non mi crei nocumento, puoi fare il cazzo che ti pare. Davvero. Vuoi fumare? Fuma. Basta che non mi fumi in faccia e non sporchi per terra. Sulle cure per i danni da fumo ci dovresti pagare le tasse, che comunque già stai pagando comprando le sigarette, bon, a posto. Io legalizzerei tutto, pure l’eroina, così non si danno più soldi alla malavita (la gente tanto si spada lo stesso, se non si spara roba in vena si ubriaca o si sfonda di lexotan, quando stai male stai male: tanto vale guadagnarci e dargli roba tagliata bene), magari si fa un po’ d’informazione fatta ammodino, sai mai che nel giro di qualche anno la situazione migliora invece che peggiorare, senza aspettare che chi fuma le canne si suicidi spezzando manganelli a testate.
Allo stesso modo, se vuoi curarti l’appendicite respirando i miasmi di un sacchetto pieno di merda, sei libero di farlo. Qualcuno dovrebbe avvertirti che quella cura non è passata da nessuna validazione scientifica, è come se qualcuno pretendesse di costruirti la casa poggiando assi di legno sull’acqua di mare, poi viene giù, dovresti saperlo prima di dare i soldi all’Architetto Olistico Quantico. O come se tu volessi navigare in internet con un computer di legno, credo che sia dovere dell’Informatico Naturalista Ayurvedico avvertirti che la connessione è solo dentro di te, ma cazzo, se vuoi dargli dei soldi fai pure, buon per lui. Se però vuoi che le mie tasse paghino parte della tua Casa Ondeggiante Sul Mare, dato che io sono convintissimo che la tua eterna nemica – la fisica – la farà cadere in pochi secondi, devi dimostrarmi prima che la casa sta su.
Mi spiace. Lo so, è un mondo duro, ma se pago le tasse per la tua chemio è perché migliaia di studi hanno dimostrato che se hai un tumore e ti fai la chemio anziché non fare nulla, le probabilità di guarigione e la durata della tua vita aumentano. Altrimenti mi girerebbe le palle pagarti una cosa che non funziona. E oh, scusa, ma sono una persona arida e considero fatti solo, tipo, i fatti. Immagina dunque quanto mi girino i coglioni che nella mia regione sia stato attivato qualche tempo fa il primo ospedale al mondo di medicina alternativa. Laddove per “medicina” s’intende “pratiche a caso” e per “alternativa” s’intende “che funzionano più o meno quanto qualsiasi placebo”.
Presidente Rossi, maremma maiala, 100.000 euro di soldi anche miei investiti in acqua distillata agitata forte, aghi piantati in punti precisi che curano qualsiasi cosa a parte le malattie, e tisane? Ma stiamo scherzando? E la cosa peggiore è che queste pratiche le avete affiancate alla medicina, le trattate cioè indicate come reali alternative alle terapie che, anziché passare da secoli di ciarlataneria, sono passate da migliaia di studi scientifici.
“Dottore, ho male allo stomaco.”
“Possiamo fare una gastroscopia. Oppure può succhiare questo sasso.”
“Dottore, la prego, mi può chiamare un dottore?”
Cioè, davvero, Presidente: se per far rientrare quell’ernia strozzata uno vuole infilarsi degli aghi in testa e sperare forte che le cose migliorino, e poi usare il potere dei chakra per contrastare l’inevitabile necrosi ischemica, e le erbe di bosco per far rimarginare la perforazione dell’intestino che temo seguirà, faccia pure. Ma almeno lei abbia il buon gusto di non far morire i creduloni coi miei soldi, cazzo. Adesso, amici lettori razionali solo al 75%, risparmiatemi i vari “hai ragione, ma l’agopuntura và che funziona” e “hai ragione, ma la fitoterapia è diversa dall’omeopatia”: io non lo so, se l’agopuntura funziona o no, so solo che nei test clinici controllati funziona quanto un placebo. E sì, la fitoterapia ha dei principi attivi, l’omeopatia no, si basa su principi in netto contrasto con la chimica moderna… il punto non é “cosa funziona e cosa no”, ma se puoi dimostrare scientificamente che qualcosa funziona al fine di ricevere soldi pubblici.
Se una cosa può ricevere fondi anche se non hai dimostrato che funziona, allora qualsiasi puttanata “venduta bene” può finire in corsia, pagata coi miei soldi. Oggi l’omeopatia, domani chissà. La Di Bella? Le cure di Simoncini? Stamina? Soldi rubati alla ricerca, soldi rubati ai malati, potenzialmente rubati a me, a te, ai nostri figli, se e quando ne avremo bisogno. Non si può ridere delle vaccate di Sibilia e poi gestire in questo modo la sanità. Con il primo ospedale al mondo di medicina alternativa abbiamo inaugurato una nuova avanguardia a livello mondiale: le pseudoscienze che entrano di diritto nel sistema sanitario. A questo punto sovvenzioniamo anche i preti per le benedizioni, magari funz… ah, no, già lo facciamo.
Presidente, il cuore è forte, ma i problemi li risolve la testa. Ogni tanto usiamola. Altrimenti si fa come quelli che la lasciano sulla luna.
[M.V.]
Edit: Giustamente mi hanno segnalato che nell’articolo tendo a fare di tutta l’erba un fascio, ma che mentre l’omeopatia ha prodotto effettivamente zero risultati dimostrati, ci sono altre cose che qualche risultato concreto l’hanno ottenuto. Per esempio mi fanno notare che nel trattamento degli stati dolorosi cronici e acuti l’agopuntura sembra funzionare in maniera più che sufficiente da renderne sensato l’utilizzo (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15561384).
E’ ovvio che omeopatia e fitoterapia non stiano sullo stesso piano, così come non stanno sullo stesso piano l’osteopatia e l’autocura tramite respirazione.
Il mio discorso è, al netto del continuo dinamismo della medicina, quello di tirare una riga che divide ciò che ha prodotto risultati osservabili, misurabili e ripetibili da ciò che invece non ne ha prodotti, e incazzarmi quando vedo roba che sta nella seconda categoria sovvenzionata coi miei soldi, anche perché credo che sia pericoloso. Se una qualsiasi applicazione di qualsiasi cosa produce risultati, ben venga, e perdonate se ho generalizzato: capita, voi scrivetemi, come vedete su queste cose siamo aperti al dialogo.
I post su questo blog, a metà fra il serio, il faceto e il provocatorio, rischiano di cadere in generalizzazioni (e non so perché molti continuano a prenderci molto sul serio fino al “voi giornalisti dovreste…”, come se fossimo giornalisti e non un manipolo di idioti); se la discussione che si genera è pacata, magari s’arriva a una rettifica. Se no, no.
“Ma voi siete i primi a usare un linguaggio offensivo, toni forti e a presa di culo!”
Sì, questo è quello che facciamo su questo blog, cerchiamo di far incazzare la gente che si offende facilmente, è un mestiere brutto ma ci divertiamo tanto, portate pazienza, siamo molto infantili e gretti. Potete stare al gioco e scambiarvi offese con noi (risponderemo sempre piccati a commenti piccati, statece) oppure no, potete uscire dal blog e leggere Tzé Tzé, o la pagina Facebook di Pinuccio, di Balasso, di Scanzi o di altri comici, potete masturbarvi sul profilo di Benito Karimov, insomma, fate voi, che io ho perso il filo.
Ê il federalismo, baby…
Evvivaaaaaa!