Sicurezza stradale, nuove regole, troppi incidenti.
Patente, patentinino, A1, A2, A3, B, C, D… mi ricorda un gradevole ritornello.
Quando le cose non funzionano, nulla di meglio che cambiare, possibilmente aumentando o complicando, le regole. In Italia siamo fortissimi su ‘sta cosa. Così che là dove non arrivi l’ignoranza popolare (che giuro essere fortemente radicata nella profondità di ogni campo) si erge la complessità del sistema burocratico, risolutivo come un faro spento sulla punta di un iceberg in un mare popolato da Titanic guidati da una generazione di Schettino.

Tra le ultime, e più vicine alla quotidianità, ecco l’intervento sul codice della strada, nuove regole per la patente, punti anche per i patentini, ultra ottantenni con obbligo di rinnovo annuale tramite severi controlli, cose tipo “quand’è l’ultima volta che ha visto una topa?“, con l’eventuale controllo mancato che riduce la funzionalità (LOL) alla possibilità di guida di tricicli, quadricicli leggeri o papere elettriche. Poi l’introduzione dell’omicidio stradale e dell’ergastolo della patente, dal quale è comunque possibile uscire tirando doppio senza passare dal via o utilizzando un cartellino “probabilità” esci gratis la patente di prigione.
Tra tutte le novità previste manca però il sistema di riscontro delle teste di cazzo, sapete, quella piccola maggioranza che non ha alcuna capacità né/o incentivo a regolarsi, ad utilizzare il cervello prima del clacson, dell’acceleratore o dell’uscire di casa. Sempre perché la prima patente di cui ci sarebbe bisogno, sarebbe quella per fare figli, severa, severa davvero e con regole semplici: base economica, base culturale, base genetica, QI. E fanculo le multe, una vita per una vita, chi faccia nascere un figlio senza patente potrà scegliere fra l’aborto (anche retroattivo) e il pagare con la propria vita (a scelta uno dei genitori).
E via anche il problema del traffico e giù la statistica degli incidenti stradali mortali.
[D.C.]
Una risposta a "Figli della strada"