Il Jobs Act va alla fiducia. Renzi “non temo agguati dal PD”.
Trasformare il desiderio di uno nella necessità di molti, quale miglior argomento per andare d’accordo? La questione di fiducia è di fatto la massima espressione di democrazia.
O tutti a casa.
Senza tentare assurdi paragoni tra il giovane e talentuoso Matteo e l’anziano e talentuoso Silvio, che sarebbe come mettere a confronto la caciotta fresca con la caciotta stagionata, riemergono le immagini dei numerosi ricorsi alla fiducia del cavaliere, le vaghe polemiche nei confronti di uno strumento che sottintende che non la si sta facendo giusta giusta, o che la si sta facendo giusta ma si è convinti che le camere siano piene di stronzi egoisti.
Ora, chi nega che questo paese abbia bisogno di riforme probabilmente ne vive al di fuori (geograficamente o economicamente), ed è vero che la resistenza al cambiamento sia uno dei sentimenti più forti di questa landa di vecchi ignoranti (indipendentemente dall’anagrafe), ma forzare la mano su di un piano per il lavoro che prevede cose come “meno tutele per i lavoratori” ricorda un po’ quel genere di soluzioni del tipo:
– E poi che facciamo?
– Poi? Non credevo ci sarebbe stato un poi.
Liberalizzare i licenziamenti, ad esempio, sembra quello che i giocatori conoscono con il nome di “overkill”, una soluzione che, dopo la creazione dei contratti a cazzo di cane (una formula che riassume le varie precarietà legalizzate), equivale a sparare con un bazooka atomico ad una lumaca zoppa. E visto il successo della prima soluzione, perché non insistere?
Non fraintendetemi, certamente licenziare tutti ed assumere a metà della paga un esercito di disperati da tenere appesi per un capello rilancerebbe l’economia nazionale, un po’ come lo hanno fatto alla lunga i bambini cinesi intenti a cucire palloni; è solo che mi aspettavo un qualcosa di meglio, dal piano inarrestabile e rivoluzionario della caciotta fresca, tutto qui.
Siamo sempre qui, inchiodati senza filosofia, senza direzione, in uno stagno di economia in cui non sappiamo né nuotare né bere, incapaci persino di copiare dalla quantità imbarazzante di nazioni che se la passano meglio di noi in ogni singolo campo, figuriamoci di adattare le loro politiche alle nostre esigenze, o almeno comprendere le nostre esigenze. Ce ne stiamo qui, timonati dai timorati dei froci, da arroganti ragazzini viziati, da mezzi mafiosi, in un paese di voti bloccati dalle votazioni bloccate, di giovani zoccole benestanti, di gente che non ha un cazzo di cui preoccuparsi, apparentemente. E via così.Una roba che verrebbe da dar ragione ai cinque stelle, se non ci fossero dentro anche loro (sia in parlamento che nella lista).
In somma questo Jobs Act di Renzi sembra il solito Italian Job, imposto da una pippa che vuol essere a tutti i costi la scopata della vita.
Mi vien voglia di cominciare a tifare, di guardare senza sentirmi parte della partita, di sceglierne uno e “dai dai dai!”, “vai Pippo!”.
[D.C.]
cito (piu’ o meno, vado a memoria): “Vi preoccupate perche’ pensate che ci sia ancora speranza. Quando vi renderete conto che non avete nessuna possibilita’ e che non c’e’ nessuna speranza, vivrete molto meglio questa situazione”
Questo paese non ha alcuna chance di farcela, non ce l’ha mai avuta. Basta guardare indietro nella storia degli ultimi 150 anni. In quale periodo storico questo paese ha dato l’impressione che avrebbe potuto farcela a diventare un paese civile ed uscire dal terzomondismo mafioso, clientelare e familiare? Cento anni fa le mafie erano un fenomeno esclusivo di alcune regioni del sud, ed ora e’ radicato in ogni regione. Come si puo’ pensare di uscire da questo tipo di gioco sporco, quando ogni appalto, dalla piccola villetta alla grande opera, e’ deciso dalle varie ‘ndranghete e camorre? Poi, credo che non abbiamo nessun bisogno di riforme, abbiamo bisogno di riformare la classe dirigente nella sua totalita’, dalla politica all’imprenditoria. L’imprenditoria e’ fuori gioco perche’ si va avanti da sempre per via ereditaria e non meritocratica, e la politica se possibile e’ ancora peggio, perche’ le uniche novita’ degli ultimi anni sono state la lega nord e il cinquestelle, con la disonesta’ razzista dei primi e l’idiozia presuntuosa dei secondi. Ne consegue che anche il mondo del lavoro e’ in mano a mafiosi quando va male, e ad incompetenti quando va bene. Grillo ha ragione da vendere su una cosa soltanto: questo paese e’ MORTO. E i morti, a meno che non siate cattolici e crediate nelle resurrezioni, non risorgono, marciscono.
Avete ridotto un pò in maniera semplicistica la questione Job act: punta a ridurre le numerose forme di contratti precari (quasi 40) e con la tutela crescente mantiene la forma base dell’articolo 18.
Per il resto se volete tifare Civati suggerisco come colonna sonora “siamo una squadra fortissimi” di checco zalone, giusto per rendere ancora più trash la cosa