Primi gli italiani.

“A me Obama piace molto, quelli come lui hanno un grandissimo senso del ritmo.”
(M. Renzi)

Ultimamente capita sempre più spesso che, a fronte di qualche notizia o quale commento nella grande internet, si levi un coro di insulti ai danni di minoranze etniche, un controcanto che accusa il coro di razzismo, e il coro che s’indigna dicendo “noi non siamo razzisti, siete voi che siete razzisti contro gli italiani”. Un leit motiv credo inaugurato da Povia e ripreso amabilmente dai fan di Salvini.

Adesso, a me questa cosa mi fa cascare le braccia. Io se uno è razzista lo capisco, penso che sia scemo, ma lo capisco. Che però neghi l’evidenza mi pare quantomeno ipocrita.

Dunque, ho pensato, provo a spiegare il razzismo a chi proprio non ce la fa. Magari non capirà lo stesso, ma pazienza.

Facciamo un esempio, conterraneo razzista. Qualche giorno fa, il presidente della Regione Toscana ha scritto un post in cui descriveva i suoi vicini. Molti commenti erano decisamente sopra le righe. Dai più moderati “e poi ti rubano in casa“, ai più aggressivi “mavvvvvafffanculo te e quelle zecche che ti circondano“, “campi lager…. stop”, “ma che schifo”, “speriamo ti portino via anche le mutande”, fino alla combo razzista-sessista-infame: “speriamo ti trombino la figliola”.

Cosa avevano fatto di male i tizi nella foto? Nulla, erano stranieri.

Ecco, conterraneo razzista: il razzista è quello che ha prodotto i commenti in virtù del fatto che quelle persone sono di una certa razza. Hanno fatto qualcosa? Una foto. Come tanti. Gianni Morandi ne fa di continuo, per dire. Ma a lui non vai a dire “spero che muori”.

Guarda, è semplice. Ti faccio un esempio. Anche a me stanno sul cazzo i ladri. Mi mettono ansia, mi fanno paura, mi dà fastidio che pensino di poter prendere quello che vogliono alla gente onesta. La differenza fra me e te è che non me ne frega nulla se il ladro è bianco, nero, giallo o a pallini. Quando il ladro ruba, va punito. Tu invece vedi il ladro prima che rubi, partendo dal colore della pelle. Come se io decidessi prima che tu sei spocchioso perché fiorentino, avaro perché genovese, fancazzista perché romano, disonesto perché napoletano, mafioso perché siciliano. Ma magari tu la pensi proprio così. Perché sei razzista.

Ce l’hai con la razza. Se io vedo un parcheggiatore abusivo di colore, mi sta sul cazzo il fatto che sia un parcheggiatore abusivo. Tu tanto per incominciare lo additi come negro. Non “maledetto rompicoglioni fancazzista”, ma “negro di merda”. Incazzarsi non per l’atto ma per il colore di chi lo compie è razzista. Giudicare non per cosa fai, ma cosa sei, è razzista.

Bada bene, non dico che l’immigrazione non sia un problema, che chi commette reati non debba essere punito, che spesso non siano stati fatti errori a livello legislativo, o che l’integrazione debba prescindere dalla legalità. Il mio però è un discorso più semplice: se per giudicare qualcuno guardi prima alla pelle e dopo a cosa fa, sei  razzista. Deal with it.

regoladellalPerò stai attento: l’odio razziale parte spesso da bufale, distorsioni propagandistiche di fatti di poco conto. Le leggi “pro-stranieri” di cui si vaneggia tanto non esistono, anzi, uno straniero senza documenti difficilmente potrà avere accesso a qualcosa di pubblico. La storia che gli stranieri ci rubano il lavoro è una cazzata: quelli con cui prendersela sono gli imprenditori che li fanno lavorare in nero per un tozzo di pane, casomai. E comunque, parafrasando una massima falsamente attribuita a Louis CK (in realtà una parafrasi di una battuta di Doug Stanhope): “certo, gli stranieri ti rubano il lavoro. Ma se qualcuno senza contatti, soldi, e conoscenza della lingua ti frega il lavoro, forse sei tu che sei una merda”. A meno che il lavoro non sia da pornodivo, in quel caso il nero parte effettivamente avvantaggiato.

E sai perché te la prendi con la razza e non con l’atto? Perché se si iniziano a condannare gli atti, iniziano a crollare i tuoi miti, i tuoi privilegi, inizi a crollare tu, che prendi l’autobus senza pagare il biglietto, che fai passare avanti tuo cugino quando lavori allo sportello, che dai le pacche sul culo alla dipendente, che scarichi i rifiuti a bordo strada, che non ti fai fare la fattura dall’idraulico, che non versi le ritenute previdenziali, che ti vuoti le palle andando a puttane.

E non dire che non sono atti gravi: non ti sembrano gravi perché non toccano il tuo orticello, la tua roba. Novello Mazzarò, o sei uno scemo, o quantomeno devi fare un ripassino di educazione civica: perché in realtà quei reati, quelle azioni, toccano la proprietà di tutti: le infrastruttre, i servizi, i diritti. Le evasioni grandi e piccole, il favorire la criminalità organizzata, il vessare, il discriminare, il non rispettare, fanno della società italiana la merda che è. Poi ti lamenti dei politici: guarda che i politici non fanno altro che adeguarsi a com’è l’Italia. Infatti ce ne sono alcuni molto razzisti: lo fanno perché così li voti.

Pensate che ridere se venisse fuori che, anche tirando in ballo l’insensato reato di clandestinità, venisse fuori che gli italiani commettono più reati degli stranieri.

A quel punto, bisognarebbe cambiare lo slogan.

Primi gli italiani.

[M.V.]

8 risposte a "Primi gli italiani."

  1. Questo discorsetto poteva andare bene ai tempi di Martin Luther King.

    Oggi puzza di muffa sessantottina.

    Il mondo e’ cambiato.
    Se non te ne sei accorto e’ perche’ il tuo buonismo di provincialotto “progressista” ti ha annebbiato la vista e rimbecillito il cervello.

    Prova, se ti riesce, a sintonizzarti sull’Europa: forse ti si apre una finestrella e un po’ di luce ti aiuta a disperdere le nebbie.

    1. Il mondo è cambiato, forse, ma gli stronzi fanno sempre i soliti discorsi.
      Le leggi basate sulla razza sono roba hitleriana, altro che sessantotto.
      Se non capisce perché è stupido basare un reato sul luogo di nascita e non sull’atto commesso, è fuori dai miei poteri spiegarle alcunché.

      1. Nessun “razzista” del XXI Secolo basa i reati di cui e’ vittima o testimone sul luogo di nascita di chi li commette.
        Molto piu’ semplicemente si limita a collegare certi reati (furto, vagabondaggio, sfruttamento della prostituzione minorile, parassitismo, accattonaggio molesto spesso affidato a minori non perseguibili, spaccio di sostanze stupefacienti etc etc) ad un gruppo di etnia non indigena che si e’ insediato in una determinata area della citta’.

        Se l’etnia e’ Rom, oppure Romena, oppure Albanese, oppure Africana (che si distingue per il particolare colorito della pelle) il “razzista” del XXI secolo esclama:

        “Questi Rom, questi Albanesi, questi Romeni, questi Negri etc etc rompono il cazzo, meno ce ne sono meglio e’, e se ce li tolgono dai coglioni mi fanno un piacere…”

        Quello che lei ignora, caro Marco Valtriani, e’ che prima di diventare “razzisti” nei confronti di Rom, Albanesi, Romeni, Negri etc etc questi nuovi “razzisti del XXI Secolo non sapevano neanche chi fossero e da dove venissero questi Rom, questi Romeni, questi Albanesi, questi Negri etc etc e NESSUNO LI AVEVA EDUCATI AD ODIARLI come invece succedeva nella Germania nazista (e nell’America segregazionista di qualche decennio fa).

        “Razzisti” sono diventati sulla base di un’esperienza diretta: se venisse meno l’esperienza “diretta” smetterebbero immediatamente di essere “razzisti”.

        E’ il numero eccessivo di questi allogeni, la persistenza dei reati che commettono per sopravvivere, l’attitudine spesso antagonistica nei confronti degli indigeni, la scarsa quantita’ di risorse da distribuire con i “nuovi arrivati” che determina il “rigetto del diverso”.

        Il “Razzismo” non c’entra una minchia! Non c’e’ nulla di idelogico dietro il malessere verso la presenza dello straniero quando essa diventa eccessiva, fastidiosa e, spesso, pericolosa.

        Legga qui e cerchi di convincersi che voi buoni sinistrelli progressisti con ‘sta storiella del “razzismo” siete diventati paranoici.

        http://www.liberoquotidiano.it/news/milano/11729544/Facci–vi-spiego-come-i.html

  2. Via, non mi faccia leggere Filippo Facci, che con la protesta dei forconi oggi di stronzate ne ho già lette abbastanza.

    Che poi, guardi che io ho capito cosa sta dicendo sugli stranieri, e sono d’accordo: se di 10 negri, 9 mi chiedono spicci, io al decimo sono prevenuto. Grazie al cazzo. Pensi, a me succede con gli articoli di Facci, o coi suoi post.

    Il punto è che la legge non può permettersi di mettere in atto misure basate sulla razza perché è pericoloso. Può (deve) operare in modo che i flussi migratori non siano un disagio per nessuno, ma il punto – e se non l’ha capito a questo punto inizio a pensare seriamente che lei abbia un grave deficit a livello cognitivo – è che un conto sono le misure riguardanti l’immigrazione, che si basano su una serie di atti (l’ingresso, la permanenza, la regolarizzazione). Il voler proporre una determinata legge sull’immigrazione non può passare per la paura o l’odio per il diverso: se si pensa in quel modo, si è perso di vista l’obiettivo finale della legge, che è l’equità.

    1. Nessuna, ripeto, nessuna legge sull’immigrazione, in Italia, in Europa e nel Resto del Mondo, passa per la paura o l’odio per il diverso. NESSUNA!!!
      E non esiste nessun paese civile che abbia messo in atto “misure basate sulla razza”.

      Le uniche “culture” che si basano sull’odio e sulla paura del “diverso”, inteso in senso religioso, sono quelle islamiche che discriminano fra “fedeli” e “infedeli” e che spesso dalla discriminazione passano all’ostlita’ aperta e alla persecuzione.

      TUTTE, ripeto, tutte le leggi sull’immigrazione adottate o INVOCATE in Italia, in Europa e nel Resto del Mondo, OGGI hanno come intento quello di REGOLARE ingresso e permanenza non dei “diversi”, ma degli stranieri che non sono “diversi” da nessun altro essere umano, specialmente quando intraprendono viaggi di speranza per un futuro migliore.

      Senza REGOLARIZZAZIONE, pero’, e le ricordo che “regolarizzare” e’, in questo caso, sinonimo di “legiferare”, non solo queste masse disperate e “speranzose” non trovano un futuro migliore, ma rendono precario e pesante il “presente” di chi se le ritrova fra i colleoni.
      E la “boveraggente” s’incazza.

      E’ ovvio che l’obbiettivo della Legge dev’essere l’equita’, ma e’ altrettanto ovvio che NON si puo’ essere “equi” quando il comportamento da regolarizzare riguarda solo e soltanto gli allogeni, non certo gli indigeni, perche’ sono gli allogeni che causano il fenomeno che richiede l’intervento regolatore. Gli indigeni, standosene a casa loro, non creano alcun fenomeno che richieda l’esigenza di essere regolarizzato.

      Sono io, a questo punto, che “inizio a pensare seriamente che lei abbia un grave deficit a livello cognitivo”.
      Una volta ammesso che il fenomeno migratorio DEVE essere regolarizzato per evitare fenomeni di rigetto tutti i discorsi che si fanno da vent’anni sul razzismo degli Italiani e degli Europei diventano discorsi del cazzo e sarebbe ora che le persone che si reputano intelligenti smettessero di farli per non passare agli occhi della “boveraggente” che l’immigrazione di massa NON REGOLARIZZATA la subisce come imbecilli (etimologicamente intesi) che non capiscono la natura del problema.

      1. Tralasciando lo “specchio riflesso” del deficit cognitivo che mi ha fatto sorridere, la domanda è: ma perché continua a sbraitare, quando è ovvio che qua non ce l’abbiamo evidentemente con lei, ma con chi si attacca a questioni razziali o invoca l’uso della violenza?
        Però, la prego, non nascondiamoci dietro a un dito. Chiamare gli extracomunitari “bingo bongo”, dire che “i negri portano le malattie”, auspicare l’introduzione “di appositi vagoni per extracomunitari” o l’idea di “fermare per un anno le vendite di case e di attività commerciali a tutti gli extracomunitari” sono idee razziste perché non parlano di irregolarità o illegalità, ma solo di “gente che viene da fuori”.

        Frasi come “agli immigrati bisognerebbe prendere le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù”, “rispediamo gli immigrati a casa in vagoni piombati”, “I gommoni degli immigrati devono essere affondati a colpi di bazooka” e “L’immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso: cosa facciamo degli immigrati che sono rimasti in strada dopo gli sgomberi? purtroppo il forno crematorio di Santa Bona non è ancora pronto” sono solo razziste e violente, fuori scala in qualsiasi dialogo politico e civile.

        Senza contare il clima di odio e i commenti invasati che uscite come quelle di Salvini o Grillo incoraggiano ormai da mesi.
        Poi uno può continuare a verniciare la merda, ma l’odore si sente uguale.

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