(F. d’Assisi)
Incredulità e occhioni spalancati, ad Assisi, per il botto dell’ordine dei francescani, in gravissimo dissesto economico. Al crack economico, però, si aggiunge quello stupefacente, visto che all’origine della bancarotta ci sarebbero, oltre a serie di manovre poco chiare, anche investimenti società legate al traffico di droga e a quello di armi. Tanto per non farsi mancare nulla.
La cosa getta ovviamente un’ombra sul santo più amato d’Italia, ma anche molte luci. San Francesco che vuole lasciare i propri averi e la casa del padre dopo aver fatto una scenata di piazza degna di una soap brasiliana, e che diventa un eremita che parla con gli animali, è una storia che ha molto più senso se la si fa partire con un bad trip.
A me fa, invece, sorridere il tono di sconcerto che hanno quelli che commentano.
“Ma come si fa a fare speculazioni con le offerte e le donazioni?”, chiedono stupiti i fedeli. Come si fa? Nello stesso modo in cui si lucra su sacramenti ed esorcismi, nello stesso modo in cui si piegano fisco e stato al proprio bisogno, nello stesso modo in cui si specula su attività mafiose, nello stesso modo in cui appoggiano dittatori e regimi, nello stesso modo in cui si fottono i bambini. Si fa e basta. Tanto, dio è con noi.
Oggi non ho neanche voglia di commentare più di tanto: ci penseranno gli inquirenti a stabilire chi è colpevole, e i preti a farlo assolvere. Non nell’altra vita, che magari non c’è, ma in questa: che va bene essere credenti e tutto, ma comunque meglio andare sul sicuro.
[M.V.]