Certe volte mi dimentico che siamo in Italia.
Il luogo dove tutto finisce in farsa, dove la gente finge di leggere le cose, di indignarsi, e non capisce, come al solito, un razzo.
Capita quindi che ci siano i geni del marketing del Corriere della Sera, che decidono di pubblicare un volume intitolato (pensa te la sorpresa) Je Suis Charlie, zeppo di vignette rubate qua e là fregandosene dei diritti d’autore ma soprattutto privo di quelle pubblicate su Charlie Hebdo che potrebbero essere considerate offensive. Più o meno come alzarsi dal water dopo un’intensa sessione mattutina, tutti soddisfatti pur non avendo prodotto nulla, ché la cagata di oggi abbiamo deciso di farla priva dalle sostanze che emettono un cattivo odore.
Ma il bello è vedere come vi impegnate voi tutti, anche in buona fede, per carità, nel dirvi Charlie perché voi provate solidarietà. Ho letto meraviglie come A me infastidisce la satira contro la religione e non mi fa ridere ma non bisogna censurare chi la fa. Nobile, eh, ma qui siamo più sul Je suis Voltaire (anche se Voltaire non ha mai pronunciato la famosa frase sul morire pur di far esprimere un’idea, ma non mi fate i pignoli, adesso). Se foste davvero Charlie, come dite tutti fieri, ve la prendereste con tutto e tutti, senza distinzione. Potreste dire che siete solidali, questo va bene, ma per essere Charlie vi servono quei nove-dieci centimetri di pelo sullo stomaco in più, senza parlare della sagacia, dell’irriverenza e di tante altre cose che spiegano perché quelli fanno satira e voi vi indignate.
Per concludere: no, non siete razzisti. Siete, nella migliore delle ipotesi, un filo ingenuotti. Dei parassiti figli di puttana, nella peggiore. Il Razzista del giorno sono io, che mal vi tollero.
[E.P.]
Più che razzisti direi che sono dei gran razzari!