50 Sfumature di Cristo

“Siria? Volevo dire Libia.”
(A. Di Battista)

Dovrei parlare di Copenhagen. Di come un altro matto esaltato col cervello pieno di dio abbia sparato a caso mentre si commemoravano le vittime di Charlie Hebdo. Ma ho sempre meno parole da spendere: non so cosa aggiungere a una delle massime che sto utilizzando maggiormente in questi mesi: “se ti riempi costantemente il cranio di merda, prima o poi qualche stronzata la fai”.

Dovrei parlare della Libia, che è trending topic un po’ ovunque. L’Egitto bombarda l’ISIS, l’ISIS intanto minaccia l’Italia, come il bullo delle medie che se la prende col compagno sfigato.  «Attenti, italiani! Siamo a sud di Roma».

«E grazie al cazzo, state nel terzo mondo, vi piacerebbe essere la Svizzera, eh? Fresco, pulito, neanche una merda di cammello per strada.».

E invece parlerò di Sanremo e in particolare della bellissima iniziativa di sdoganare l’idiozia con la meravigliosa ospitata della famiglia “scopo solo se so che figlio”. Lo so, ne avete già parlato tutti, ma oh, io scrivo di lunedì.

Insomma: era la prima giornata del Festival e Carlo Conti ha deciso di fare questo bellissimo omaggio a Lo Hobbit di Tolkien ricreando in studio la scena di Beorn che riceve la visita di Gandalf e di un plotone di nani, introdotti a due per volta dal furbo stregone. E così sul palco dell’Ariston sono arrivati pian piano sedici marmocchi, frutto del seme e dei lombi di una prolifica coppia di cattolici particolarmente convinti della bontà del catechismo.

“Questa è un’opera di dio non dell’uomo” dice il padre della cucciolata.

Avrei detto che era opera della frenetica attività sessuale. Potrebbero provare a smettere per un po’ per vedere se succede di nuovo.

(Se succede ancora anche durante il periodo d’astinenza voglio vedere se il padre rimane convinto che questa è un’opera di dio e non dell’uomo o se gonfia la moglie come una zampogna.)

Ma, in realtà, io plaudo alla coerenza della famiglia Anania.

celebriMagari alla coppia piace solo da matti quella splendida invenzione della natura che è l’orgasmo e vogliono conciliare il piacere con la fede, magari semplicemente preferiscono il sesso alla tv ma non vogliono rischiare la dannazione eterna.

Di sicuro non dubito che la loro fede sia genuina e assoluta. In fondo – in barba al papa e ai suoi con(s)igli – non hanno fatto altro che attenersi al catechismo, per cui “il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione”. Insomma: stanno solo seguendo le regole. Se un cattolico, vedendoli, ha pensato “questi sono matti”, mi duole informarlo che no, non sono matti, sono solo più cattolici di lui.

Quindi sì, sono un po’ matti, non è da tutti credere a vergini partorienti, resurrezioni, anime immortali, esseri che sono uno e sono tre, mondi invisibili, pesci moltiplicati ed esseri cornuti. Ma almeno sono convinti, e coerenti, fino in fondo.

Quindi, bravi Anania, che danno l’esempio. Che ricordano agli altri cattolici come dovrebbe essere vivere il cattolicesimo. In attesa che il papa faccia un altro update alla propria religione, quella in salsa do what thou wilt che sta mettendo in piedi. Un aggiornamento che, fra pugni in bocca, sculaccioni, scopate moderate, vangelo con riserva, atei pieni di dio e scemi che non vanno in chiesa, liberi finalmente i cattolici da quel giogo morale assurdo che è il cattolicesimo.

[M.V.]

2 risposte a "50 Sfumature di Cristo"

  1. Niente da togliere al post, anzi grazie per avermi informato sui fatti del festival che per mia sfortuna *sarcasmo* non ho potuto vedere, però la foto, oh cristoiddio sfumato di grigio, la foto è una vera meraviglia.

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