Se metti mi piace… non succede un cazzo di niente.

ostruzioni

Avendo ormai capito che i suoi adepti credono a qualunque minchiata, Salvini racconterà presto sulla sua pagina Facebook come ha fatto a convincere le placche terrestri a ruspare via tutto quanto. Ok, ha sbagliato continente… ma i seguaci capiranno. Tant’è.

Impareggiabile il contributo del Facebook nelle nostre social vite. No. Non venite a raccontarmi che non è così. Perché lo so bene che ora mi fate tutti i fighi del “Facebook ha rotto i coglioni” “Io non ci sto mai su Facebook”, quando in realtà ci sguazziamo ancora tutti. Perché poi vi si incontra dal vivo, e com’è che l’avete sempre “visto o saputo su Facebook”? Lo so, forse avete scordato il triennio di fuoco 2008-2010. Quando l’internet non era più il Tubo, il Messanger e lo Space: il vostro www era solo punto facebook punto com. Chi non si faceva il profilo era una merda che non meritava nemmeno lo sciacquone per farla finita, era nocivo come la formaldeide, atipico come un leghista intelligente. Era quasi frustrante dire “no, non ho ancora un profilo Facebook. Scusatemi tutti”.

Insomma, oggi lo si tratta malissimo il povero avido Mark, perché siete con la mente troppo distanti da quel famoso triennio di start up, quando su Facebook ci cagavate in diretta postando frasi in terza persona come beoti che si credevano simpatici. Non è carino scordarsi i bei momenti dell’inizio, quando sul doppio omino della richiesta di amicizia si accendeva sempre il numerino rosso, stimolando punti G che non pensavate di avere tanta era l’emozione; quando sorridevate, nello spiegare alle vostre mamme CHE SU INTERNET È MEGLIO NON SCRIVERE COSÌ, e ke nn si deve neanke skrivere kosì; quando avete scoperto che anche senza saper fare un cazzo potevate aprire una pagina e fingervi artisti; quando finalmente qualcuno si cagava le vostre feste perché potevate creare l’evento; quando potevate fingervi cultori del grunge postando l’unica canzone dei Nirvana che conoscete; o quando potevate perdervi in giochini spara bolle e fracassa palle.

I momenti deliziosi sono stati molti e non è cortese rinnegarli. Dopo quel triennio alcune rivelazioni vi hanno turbato, lo so. Facebook iniziò a incarnare il Male perché si scoprì che le foto delle vostre mangiate e dei vostri cessi diventano proprietà dell’avido Mark, una volta postate. Che mettendo mi piace a un contenuto pubblico tutti lo vedono, compreso il partner. O ancora, che siete delle cavie della sponsorizzazione e del marketing. E a seguito di queste “epocali” rivelazioni partì la crociata dei messaggi copia-incolla atti alla salvaguardia della “propria privacy”, tutti convinti servisse a qualcosa. Ma guai a cancellarsi: sia mai che ci si perda l’ultimo amico immaginario delle elementari nei meandri di internet. L’importante era copiare il messaggio sulla vostra bacheca per pulirvi la coscienza e continuare a sguazzarci. Insomma, quale gargantuesca ipocrisia può celarsi in un piccolo, lillipuziano avatar! Niente di nuovo che non si sappia già, avete ragione. Ergo, arriviamo al punto. In tutto questo mostrare e poi pentirsi, sguazzarci e poi lamentarsi, ci sono tre categorie che offrono alle nostre Home il moralismo più becero, tossico e torna contista: quelli che invogliano a mettere mi piace al disagio vero. E vi invito calorosamente a sturarli nel peggio modo, perché non meriterebbero di web esistere.

1. Vediamo se avete un cuore, mettete mi piace e mi dite che sono bello/a! Questo annuncio, di solito annesso a foto di bambini down che sorridono all’obiettivo, è la cosa più falsa, dissimulatrice, fuori luogo e ignorante con cui un coglione qualunque nasconde la ricerca di mi piace e commenti, al quale in realtà non frega nulla dei bambini malati. Ma ritengo altrettanto disadattati quelli che si lasciano impietosire incoraggiando e condividendo davvero ‘ste minchiate di pessimo gusto. Recuperatevi e sturate, invece di assecondare. Perché? Perché il vostro mi piace non renderà quel bambino meno down e più bello di quello che è. Sarebbe molto più simpatico educare i vostri figli normodotati a non prendere per il culo i compagni diversi, che essi siano down, brutti o negri, invece di sparare a raffica cuori e vocali periodiche tipo “ma è belliiiiissimoooo” quando sono in foto su Facebook, e crioconservare i vostri figli sani e bellissimi quando ne hanno uno in classe.

2. Mettete mi piace e condividete se mi volete bene anche col tumore. Annunci di questo tipo accompagnano foto di persona malata, in piena chemio o sdraiata su un letto d’ospedale sommersa di tubi e sondini. Anche in questo caso i vostri mi piace non renderanno la persona meno tumorata, e non le restituiranno forze e capelli. Farvi strumentalizzare da foto rubate per sentirvi solidali e migliori, mi invade di mestizia. Quindi smettetela e mandate a cagare chi usa le alterazioni cellulari maligne altrui solo per collezionare visibilità. Perché è quello il loro scopo: per tutto il resto c’è il volontariato negli ospedali.

3. Sensibilizziamo tutti e fate girare, affinché questo scempio finisca! Questa si presenta con annessa foto di animale torturato, pestato a sangue o mutilato. Vorrei informare le teste di cazzo che fanno girare ‘sta roba, che condividere non renderà tutti animalisti e non otterrà la fine dello scempio. Questo è solo il modo per ottenere l’effetto opposto, scovando altri stronzi che potrebbero emulare il gesto. La gente normale non ha bisogno di vedere foto choc per capire che non si tortura un animale. E la gente demente non smetterà di essere demente solo perché gli fate vedere l’orrore compiuto da un altro demente. Anzi, rischiate che decida di imitarlo e farlo meglio. L’effetto ottenuto da questi “appelli” sta a zero, perché ricordo che non ci sono test psichiatrici per entrare su Facebook, purtroppo è aperto a chiunque. Quindi piantatela e sfanculate chi le piazza, anche fossero in buona fede. Perché se una persona è idiota è giusto che lo sappia. Magari si ravvede.

Ergo, esigo il tasto “se metti mi piace non cambia un cazzo di niente”.
Grazie, avido Mark.

Sturate, gente, sturate.

[MC]

 

[M.C.]

 

2 risposte a "Se metti mi piace… non succede un cazzo di niente."

  1. Questo editoriale vince su TUTTE LE PROSSIME INUTILI POLEMICHE DA QUI ALLE OLIMPIADI 2020.

    Da linkare e linkare all’infinito a ogni ridda di ca***te che i social ci regaleranno negli anni a venire

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