Niente carta igienica… addio cervello!

razzista3

No, non ci sono cascato anch’io.
E sì, potete scommetere quello che volete che ho capito di cosa si tratta. Vedere i vostri post sulle tette mostrate per evitare le multe, sui 900€ vinti al gratta e vinci o sui calzini usati al posto della carta igienica, tutti rigorosamente privi di mi piace e commenti perché la gente è sì scema ma a un certo punto riesce pure a svegliarsi (tranne voi che vi sentite pure in obbligo di portare avanti certe cretinate), mi fa capire che come ogni anno è ripartita la divertentissima e utilissima catena per la sensibilizzazione (sic) sul cancro al seno.
Sensibilizzare: come? Con uno stato idiota su facebook, con un sei un boccalone! come neanche alle medie, con un giochino che di relativo al cancro non ha nulla, e al seno giusto la frase sulla multa.
Divertirsi: quanto? Nemmeno un po’. È lo stesso giochino stupido, da anni, stimoli zero, originalità meno.
Utilità: quale? Nessuna. Non un link da consultare, nessuna informazione utile su prevenzione e cure, nessun tentativo di andare oltre l’esibizione di un io sono sensibilizzato sul cancro! ad uso e consumo dei vostri contatti su facebook, magari condiviso subito prima di un bel link contrario alla sperimentazione animale, hai visto mai si riesca ad avere qualche coerenza sulle vostre bacheche.
Volete davvero sensibilizzare la gente sul tumore al seno? Andate qui, per esempio, e diffondete il link a tutti i vostri contatti. È la sezione dei sito dell’AIRC dedicata, scoprirete anche come donare qualcosa che sia più concreto di una stato su facebook alla ricerca, e se proprio volete farvi belli condividete lo screenshot dei vostri bonifici, proprio come all’epoca dell’Ice bucket challenge, ricordate?
E sì, lasciatemi ancora una volta essere razzista verso le vostre cretinate.

[E.P.]

foto di quang.ca

9 risposte a "Niente carta igienica… addio cervello!"

    1. Gentile Aldo, capisco lo smacco di essere cascato nell’inghippo e che essere pure rimbeccato dal mio articolo sia irritante, ma nel darmi del livoroso e commentare con le stesse parole qui e su facebook lei stabilisce con chiarezza quella differenza tra una persona che legge serenamente e capisce il senso, l’ironia e le indicazioni delle parole e chi, invece, prende come attacco personale un articolo trovato su internet e assume un atteggiamento che a Roma definirebbero da “rosicone”. Spero che oggi il suo fegato stia un pochino meglio.
      Tanti cari saluti.

    2. Carissimo Galeazzi,
      a prescindere dai contenuti di un articolo, che lasciano sempre la grande libertà di essere o meno condivisi, sindacare sulla “gentilezza” o sui toni di un pezzo scritto su un sito che palesa il sublime scopo di “turbare imbecilli”, lascia a noi l’enorme libertà di prendere per il culo a vita lei e i suoi paroloni. Personalmente ritengo questa gara di virilità, utilizzando il paio di paroline “difficili” che conosce in unica frase, di una pochezza estrema e rivelatrice. Le consiglio di tornare a questo articolo https://nonsiseviziaunpaperino.com/2015/03/16/hater/, perché i punti 2 e 4 la riguardano profondamente, sia per il contenuto che per la forma del suo intervento. E potrà capire che non è da solo, che può uscire dal tunnel e riabilitarsi presto. Chi vede frustrazione prova frustrazione, lo ricordi sempre. E chi non ricorda o conosce la tipologia del sito sul quale sta leggendo un qualunque pezzo, dovrebbe evitare di peggiorare la situazione commentando a cazzo.
      PS: posso già consigliarle di evitare la fase in cui mi accuserà di ritenere il suo linguaggio “difficile” perché sono ignorante. Quindi, eventualmente, mi trovi un insulto più creativo e mi sorprenda, che so, mi dia della formaldeide.
      Con ossèquio verso la gentile rottura di gonadi inferta a noi tutti, motivo che alimenta lo scopo di Non si sevizia un paperino, la saluto.
      PS di gentilezza: ❤

      1. Rientra nella stessa categoria di persone cui vieterei l’utilizzo di internet:
        -i condivisori seriali di bufale;
        -gli utilizzatori di filtri coi colori della bandiera della “strage occidentale/sensibilizzazione/diritti del momento”;
        -i denunciatori social: non è con un post che si denuncia qualcosa: per quanto purtroppo spesso non siano condivisibili le sentenze, le vie legali restano l’unico, democratico, strumento di denuncia. Non basta scrivere un post.

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