Oggi vorrei parlarvi di un disturbo, simile al disturbo antisociale di personalità, ma più subdolo: la micotanesi (da μυχὴ, “vagina”, e θανή, “morte”).
Il micotanetico, a differenza di chi soffre di disturbo antisociale di personalità, non ha problemi con il rispetto delle regole in sé, se non nella misura in cui, progressivamente, perde la capacità di distinguere un commento galante da un commento gratuitamente greve e fuori luogo.
In sostanza, nelle ultime fasi della malattia, il paziente non è in grado di distinguere la differenza fra i primi, innocenti commenti che era solito rivolgere alle amiche (“stai bene con quei capelli”) e gli ultimi apprezzamenti (“ti sborro in gola finché non ti esce dal culo”).
Va da sé che, a meno che le compagnie abituali del soggetto non siano delle meretrici professioniste, che quindi accettano sospirando il comportamento del micotanetico, il malcapitato non riesca in ogni caso a soddisfare i propri appetiti sessuali, ricevendo una classica risposta cordiale, ma di rifiuto categorico (“scusa, ti vedo più come un deviato mentale”).
Il soggetto entra infine in un tunnel paranoide in cui, convinto che approcci sempre più arditi e diretti siano il modo giusto di relazionarsi con l’oggetto del desiderio, tenta abbordaggi sempre più frequenti, che si traducono in una condizione di crescente isolamento, frustrazione e libido incontrollata, finché non sopraggiunge la morte per inedia a causa del mix onanismo\denutrizione.
Si consiglia di integrare il supporto psicoanalitico con un trattamento con fenossibenzamina e idralazina.
[B.K.]
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