“Non condivido la tua idea, ma darei la vita per permetterti di esprimerla. Per completezza: parlo della tua.”
(Voltaire)
Scenario. C’è un politico che tiene un comizio. Dice cose che, come spesso accade, hanno da un lato fermi sostenitori, dall’altro forti avversatori che sostengono che le posizioni del politico siano intollerabili.
I contestatori decidono di mettere in atto una protesta e compiono atti violenti per impedire al politico di tenere il suo discorso. Le sue idee non gli piacciono, sanno già cosa dirà, e quindi gli impediscono di parlare.
Questa cosa si chiama in modi diversi a seconda di chi la fa e contro chi, o è sempre la stessa merda?
Per esempio, davvero non capisco questa moda, di lanciare non solo uova e pomodori (già di per sé spiacevoli), ma anche bottiglie, fumogeni e bombe carta su Salvini. O meglio, lo capisco se mi dite che siamo alla lotta armata. In quel caso, per dio, scegliamo armi più efficienti. E non lamentiamoci se la polizia carica. Altrimenti, gli stiamo solo dando una mano a fare la vittima. Le idee di Salvini si fermano con la politica, con la cultura, non con le uova marce. Con le uova marce ci fermi solo mezzo comizio, gli dai modo di piagnucolare e sfanculare tutti su Facebook, e fomenti i suoi sostenitori.
A ottobre 2014 c’è stata una manifestazione pro-diritti LGBT a Bologna, in risposta alle iniziative delle Sentinelle in Piedi. Un gruppo di teste di cazzo di Forza Nuova e di cattolici, al termine del sit-in, è arrivato per interrompere la protesta pacifica. Ci sono stati scontri e feriti. I contestatori erano stronzi che hanno agito in modo fascista. Chiaro.
A dicembre 2013, però, era successa la stessa cosa “dall’altra parte”, a Bergamo: una manifestazione delle Sentinelle in Piedi era stata interrotta da minacce, sputi e un tentato attacco da parte di alcuni attivisti di sinistra. I contestatori erano… ehi. Qualcosa non va, non vi pare?
Poche cose mi fanno incazzare come chi vorrebbe limitare i diritti altrui. Figuriamoci se le Sentinelle in Piedi non mi stanno sui coglioni: sono ultra-cattolici, bigotti, ignoranti. Vogliono negare agli omosessuali il diritto sposarsi e alle donne quello di abortire. Salvini? Salvini è razzista, omofobo, è un populista che vorrebbe negare diritti a quasi tutti quelli che non sono maschi etero nati nella ridente e inesistente Padania.
Ma anche negare il loro diritto di avere le loro idee, di esprimerle, di manifestare pacificamente per sostenerle, e arrivare a negarlo in maniera violenta, significa diventare almeno in parte come loro. Io per esempio non me la sento, neanche quando la tentazione è forte. Posso usare parole pesanti per definirli, posso oppormi attivamente alle loro idee del cazzo, posso sostenere quello in cui credo e dare supporto a chi credo dica cose giuste. Se però mi metto a tirare bottiglie in faccia a chi non la pensa come me, sono uno stronzo.
Sì, lo so, la questione è più complicata di così, perché la polizia spesso usa due pesi e due misure, perché i facinorosi andrebbero identificati e presi a calci nel culo, perché c’è differenza fra dare un diritto e volerlo negare o addirittura togliere, perché è difficile non vedere la differenza fra due idee opposte, è difficile non pensare “io sono nel giusto, loro nel torto marcio”.
Lo so, questo post probabilmente sta piacendo alle persone sbagliate. Ma pazienza.
Non riesco, mi spiace, a non pensare che quando qualcuno si organizza per lanciare roba in faccia a qualcuno che parla, per quanto quel qualcuno dica cose odiose, la deriva presa sia spaventosamente simile al modo di fare di quelli a cui, orgogliosamente, ci siamo sempre opposti. Opposti con le idee, con la politica, non con la violenza.
[M.V.]
Non sono d’accordo, almeno in parte.
Stai affermando (correggimi se sbaglio) che il diritto di espressione sia un valore da rispettare a priori, e che quindi ogni altro diritto vada conseguito per vie lecite. Questo sarebbe vero, in un mondo ideale però. La democrazia ha fallito: intanto perché i tempi che richiede per essere messa in moto sono eterni, e poi perché il mondo è composto perlopiù da cerebrolesi.
Socrate e Voltaire stimavano un po’ troppo l’uomo medio, secondo me.
Poi sono certo che sia controproducente tirare le uova sui bigotti, ma per una questione di apparenza, non certamente per il loro diritto di esprimersi.
No, sto affermando che il diritto di opinione, soprattutto quando inserito in un contesto formale, dev’essere tutelato.
Se il qualcuno, e in particolarm modo se un politico (un giornalista, un attivista) vuole dire la sua, la dice.
Tu poi puoi controbattere. Se i fatti che da cui è partito, e su cui poggia l’opinione, sono falsi, allora dovrebbero esserci conseguenze (dalla perdita di credibilità a sanzioni).
Semmai dovrebbero essere intensificati controlli e sanzioni a livello, diciamo, di fact-checking. Si può istruire la popolazione, lavorare sulla credulità popolare e sull’annientamento del pensiero magico, ma limitare il diritto all’opinione significa che qualcuno poi potrebbe limitare la TUA, di opinione.
“dovrebbero esserci delle conseguenze” – è questo condizionale che non mi piace. L’esperienza dimostra che le conseguenze non ci sono, oppure arrivano tardi: vedi Salvini, vedi Vannoni, vedi Hitler.
Educare la popolazione è certamente un metodo migliore ed idealmente corretto, però sul lungo termine. Ci vorranno dei secoli perché l’istruzione pubblica riesca a portare tutta la popolazione a un certo livello culturale (e, anche a quel punto, non credo che gli squilibri sarebbero bilanciati).
Fino ad allora? Lo sappiamo che con le buone maniere non si arriva da nessuna parte, dobbiamo accontentarci delle nostre mani pulite?
E rispettare la libertà di opinione altrui non significa affatto tutelare anche la propria, soprattutto in un mondo in cui un’opinione argomentata correttamente ha meno risonanza di un discorso qualunquista infarcito di retorica.
Guarda, Zetoki, sono anche d’accordo. Il condizionale era semplicemente “perché le conseguenze spesso non ci sono”: più un augurio che un dubbio.
Però insisto: “con le cattive” si può anche arrivare da qualche parte, ma “le cattive” sono una scelta precisa, con implicazioni e conseguenze. Se usi le cattive tutto il mare di anti-violenza, pacifismo, confronto democratico e civile e via discorrendo puoi appallottolarlo e mettertelo dove non batte il sole, oppure sbattertenene e scegliere, invece, di infilarci la coerenza.
Questo, ovviamente, secondo me e oggi, magari domani succederà qualcosa che mi farà cambiare idea, e a quel punto sarò io a piantarmi la coerenza nel culo e un piede in faccia a qualcuno.
Il diritto all’opposizione è giusto, ma solo quando si limita a un dialogo civile. E sottolineo “dialogo”, non marcia di protesta (pacifica o meno), scioperi o altri modi per attizzare l’opinione pubblica, vero cancro dell’Italia.
Il diritto di espressione, invece, è una cosa assurda. Prima di tutto perché se uno non ha conoscenza dell’argomento e competenza nell’esporlo la sua opinione vale zero, e secondariamente perché ogni “espressione” è differente dalle altre, e l’unanimità è una chimera irraggiungibile. Naturalmente uno può anche vivere nel paese dei balocchi e credere nelle favole.
Questa idea oscena che tutti abbiano il diritto di aprire bocca su qualsiasi cosa dovrebbe essere osteggiata con forza.
D’altra parte, so bene che non si riuscirà mai a educare le minoranze al rispetto di uno dei punti cardine in una democrazia: quando una qualsiasi cosa va bene per la maggioranza ed è da questa accettata, questa cosa ha forza di legge, anche se lede i diritti o il pensiero di una minoranza.
Vedi sopra. Con un’aggiunta: “questa idea oscena che tutti abbiano il diritto di aprire bocca su qualsiasi cosa dovrebbe essere osteggiata con forza” mi trova d’accordissimo, se non per il fatto che secondo me “con forza” è diverso da “con la violenza”. Con la violenza, no. La forza è un’altra cosa.
http://www.giornalettismo.com/archives/942015/le-citazioni-hanno-grande-effetto-se-non-le-sbagli/
Dalla pagina “Stacce”, su in alto, parlando di questa rubrica:
“…esce immancabilmente di lunedì e parla di cose a tratti brutte, inaugurate sistematicamente con una citazione di poco falsa.”
Stavo per postare un commento serio, nello specifico esprimendo apprezzamento per il punto di vista di Karimov, con il quale concordo .
… Poi però ho visto il commento con il link sulle citazioni sbagliate e ho perso ogni contegno. Gegni!
Ma non ci credo! Marco Valtriani, chiedo umilmente perdono per il lapsus colossale. Che vorrà dire??
Non saprei.
Forse stai cercando di emulare uno Sherlock Holmes che ha sostituito la deduzione con la tautologia?
Io credo che sia sbagliato assolutizzare il concetto di libertà di espressione, come in generale è sbagliato assolutizzare ogni concetto. Concordo che le contestazioni violente siano controproducenti e dunque da evitarsi per motivi strettamente pratici; ma non concordo che siano sbagliate assolutamente, in principio. Se fossero efficaci per perseguire un fine sufficientemente nobile, why not? Il problema è che non lo sono: la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci.
Comunque è un concetto che elaboro molto meglio qui:
https://lostranoanello.wordpress.com/2015/02/20/il-mezzo-giustifica-i-fini/
Ti leggo spesso. Articolo molto bello, con ottimi spunti con cui concordo largamente, e sicuramente meno “superficiale” dei nostri, se non altro per il minor manicheismo.
Caro Marco Valtriani,
Arrivi tardi!
Mezzo secolo fa Ennio Flaiano diceva:
“In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”.
Entrambi hanno il vizietto di non far parlare chi gli sta antipatico e di pulirsi il culo con il famoso aforisma erroneamente attribuito a Voltaire.
Le teste di cazzo, nere o rosse, sempre teste di cazzo sono.
Poi un giorno ti svegli, bello pacifico e soddisfatto di aver tollerato il prossimo, ti affacci alla finestra e vedi che gente in divisa sta caricando i tuoi vicini e centinaia di altre persone sui camion diretti verso la stazione…
Ah no, scusate, divago: è che sono appassionato di fantascienza!
Ma infatti l’importante è essere chiari con se stessi. La democrazia non è mai neutrale: nell’Atene classica c’erano gli schiavi e i proprietarî di schiavi e la democrazia era quella dei secondi; i comuni medievali erano la democrazia dei proprietarî terrieri, non certo dei servi della gleba; la democrazia degli Stati Generali francesi erala democrazia dei nobili e del clero. Allo stesso modo, la società moderna è divisa in oppressi e oppressori e la democrazia funziona finché riesce ad assicurare il potere ai primi. Quando il sistema entra in crisi, la democrazia svanisce se non è in grado di realizzare il suo scopo. O gli oppressori riescono a mettere gli oppressi gli uni contro gli altri, fomentando l’odio dei penultimi verso gli ultimi, oppure gli oppressi si uniscono e spodestano gli oppressori. Non è un talk show, è la storia umana, in cui lo scontro è oggettivo e inaggirabile.
Adesso, Casapound occupa edifici illegalmente, Forza Nuova è libera di manifestare di fronte alle scuole quando entrano i bambini rom, con la polizia che si assicura che la situazione resti “sotto controllo”, etc. Tutelare la libertà di questa gente nell’istigare all’odio razziale, passando alle vie di fatto, aspettandosi che quando prenderà il potere ci sarà grata e ci ricambierà il favore è utopia. I fascisti hanno vinto non grazie ad un confronto, ma perché hanno picchiato più forte degli altri; però, ogni tanto, hanno trovato gente che picchiava meglio e le hanno prese. Si tratta di essere noi questa gente: come diceva Omero, “non esistono patti fidati tra l’uomo e il leone e lupo e agnello non hanno mai cuore concorde”. Fanculo alla coerenza, atteggiarsi ad agnelli e comportarsi da lupi quando si può farlo sono tattiche di battaglia; i fascisti le stanno usando molto più efficacemente di chi si oppone a loro. Altro che uova marce, molotov e stronzoli in fiamme, come a Livorno fecero con Borghezio. Che sappiano di trovarsi di fronte non dei “buonisti”, ma di gente incazzatissima pronta a impiccarli di nuovo a testa in giù.