A me il calcio piace.
È un outing importante, lo so, e gli ambienti radical chic che solitamente (mai) frequento mi avrebbero già ostracizzato, se non fosse che non ne faccio una malattia, né l’argomento principale delle mie conversazioni.
Ieri, come la maggior parte dei lettori di questo blog fingerà di non sapere perché parte degli ambienti radical chic che solitamente (mai) frequento io, c’è stata la finale di Champions League, ed essendoci tra le contendenti una squadra italiana, la mia bacheca di Facebook è stata invasa da commenti inerenti questo irrinunciabile appuntamento, inframezzati da quelli di sporadici utenti di altissimo profilo morale che asserivano con frasi in caps lock e vignette esplicative per analfabeti che l’italiano non deve pensare al calcio, perché ci sono i problemi, e che anzi deve vergognarsi di essere interessato a qualcosa di tanto futile.
Me li vedo, questi alfieri della responsabilità, durante le loro giornate, tutti intenti a sforzarsi di non ridere mai a nessuna barzelletta, ché qua non si arriva a fine mese. Li immagino rifiutarsi di comprare un giocattolo al loro bimbo, tutti contriti, perché ancora non ci hanno ridato i nostri Marò.
Poi però li vedi pubblicare senza vergogna risultati di partite di rugby, che va tanto di moda e alle donne piace, o di cricket, giusto per darsi un tono da intenditori, o persino del motomondiale, perchè le moto sì e il pallone no. Perché oh, l’importante è dare addosso al calcio perché agli italiani piace, non sia mai che uno debba svagarsi come pare a lui: o ti diverti in maniera artistica, originale, ostentatamente ricercata e forzatamente folle e geniale, oppure sei il solito servo del potere che osanna undici miliardari che vanno dietro a una palla, e scemo tu che ti ci diverti pure.
Il tutto scritto con un senso di superiorità che sfocia indistintamente in toni rabbiosi o bonari da maestrino.
Come non dirmi, quindi annoiato e, va da sé, razzista verso chi deve per forza imporre il suo modo di vivere agli altri?
[E.P.]
Io seguivo il calcio, ero anche tifoso e sono stato anche ultras che seguiva la sua squadra in trasferta.
Una serata decisamente no, complice un centinaio di idioti che hanno scatenato la reazione della celere e un paio di manganellate al sottoscritto la cui unica colpa era essere appena dietro ai GENI di cui sopra hanno rotto l’incantesimo.
Calciopoli, il degenero delle curve e altri fattori mi hanno portato a campare senza calcio, onestamente ci campo meglio.
Seguo altri sport, sono appassionato di moto, mi diverto di più.
Ma mica per questo vado a spammare come un’ossesso quanto gli altri siano IDIOTI a seguire ancora 22 bischeri in campo, non ne ho motivo ne sono io in grado di dover dire a uno quel che deve garbargli di sport.
Quindi sposo perfettamente quel che hai scritto qui e il finale.
P.S: e fra parentesi, questo è l’unica Barcelona che mi piace: