“La Grecia che cazzo c’ha? C’ha le isolette, c’ha il formaggio, c’ha il Partenone e poco altro.“
(M. Renzi)
La Grecia dice no all’accordo coi creditori. Tsipras, in partenza per Bruxelles, tiene l’UE col fiato sospeso, mentre Varoufakis si dimette e i cittadini greci continuano a fare file davanti ai bancomat. In tutto questo, esplode la festa in Italia: “Abbiamo vinto!” esultano all’unisono Grillo, Vendola, Salvini, Brunetta, Ingroia, Povia e chi più ne ha più ne metta.
Sinceramente, io della questione greca ho capito il giusto. Quando si parla di economia, tendo a fare sempre un passo indietro, perché sinceramente ne so davvero poco. Tant’è che non ho la più pallida idea di cosa possa succedere se la Grecia fallisce, o se esce dall’Euro, o se si accorda con l’UE. O meglio: leggo articoli, cerco di capire, poi mi ricordo che è Luglio e anziché acquistare il Sole 24 Ore ripiego su Topolino, che d’estate regalano sempre qualche puttanata divertente, tipo il modellino di Pippo Sacerdote, che se gli premi il cappello fa “Yuk!” e s’incula Tip e Tap. Però è anche un po’ che non scrivo un post sfacciatamente arrogante, quindi proverò a rimediare.
I fan della democrazia (e anche alcuni fan di “affondiamo i barconi”, ma vabbé) stanno gridando al miracolo per il recente referendum in Grecia, che vivaddio avrebbe ridato il potere di decidere del proprio futuro in mano al popolo. Ora, io non vorrei rovinargli la festa, ma un popolo in democrazia sta già, più o meno, facendo la stessa cosa, solo che lo fa delegando e non facendolo in prima persona. E c’è un motivo: perché tu, idraulico, vuoi che a occuparsi della tua economia sia un economista e non un idraulico. Anche perché quando a qualcuno si rompe un tubo chiama te e non un economista. A ognuno il suo.
Se stai male, vai dal medico. Perché se decidi di farti da solo dei clisteri di caffé per guarire dal cancro, muori. Dunque, a questo servirebbero i politici e i loro team: a decidere al posto tuo riguardo cose di cui tu non sai, potenzialmente e legittimamente, un cazzo di nulla. Ok, lasciamo perdere che magari il politico di turno in realtà è un cialtrone (ma ce l’abbiamo messo noi, lì, i politici sono specchio del proprio popolo); sta di fatto che tu hai delegato lui per risolvere il tuo problema, perché tecnicamente lui ne sa più di te.
E dato che normalmente tutti noi sappiamo pochissimo di tutto quello che non ci riguarda direttamente e quotidianamente, a me i referendum piacciono poco. Posso, al limite, capire i referendum sui temi etici, ma quelli che riguardano cose che presuppongono l’esistenza di una conoscenza oltre che quella di una coscienza? Per favore, lasciamo perdere.
Viviamo in un paese in cui c’è gente che crede più alle Iene che alla ricerca, in cui uno dei maggiori quotidiani nazionali ricicla le bufale passandole per notizie, che si fa prendere per il culo per l’ignoranza e la creduloneria di politici e giornali e in cui l’analfabetismo funzionale è quasi al 50%. E io dovrei chiedere a questi qua la loro su come gestire i soldi dello Stato? Meglio Tremonti. E non sono ironico.
I greci sono stati chiamati a suggerire al governo se accettare o meno un accordo proposto al loro paese dalla Commissione Europea (insieme a BCE e FMI) al fine di riaprire il dialogo fra Grecia e Europa a livello economico e finanziario. Si trattava di dire la propria su un accordo internazionale che parte dalla macroeconomia, va a toccare la riforma dell’IVA, le pensioni, i compensi degli amministratori e la riscossione dei tributi sul suolo nazionale, e che influisce su una serie interminabile di interazioni fra governi e banche di tutta l’UE. Davvero il greco medio è in grado di dire la sua su questa cosa? Non hanno votato apposta, e da poco, qualcuno perché risolvesse il problema? Perché la democrazia diretta su una cosa del genere? Che cazzo di senso ha rimbalzare la palla indietro al popolo? Io fossi stato un greco avrei risposto a Varoufakis: “Yanis, tesoro, quello è il lavoro tuo, mica il mio. Che cazzo ne so di cosa dobbiamo dire alla Commissione Europea?”
E comunque, la mia impressione è che quella greca non è stata tanto una prova di “democrazia diretta”, quanto un modo per Syriza di guadagnare tempo e peso rispetto alla trattativa con l’Unione Europea. Se proprio dobbiamo complimentarci con Tsipras, facciamolo per la manovra politica, non per aver ridato al popolo un peso che, per fortuna, non ha mai avuto davvero.
E meno male che da noi non si può proprio votare su una questione del genere, perché dopo aver letto qualche discussione sul voto in Grecia mi vengono i brividi a pensare agli italiani che si esprimono su una questione del genere.
E comunque, in Italia, di democrazia ce n’è già abbastanza. Per i miei gusti ce n’è pure troppa e mal gestita, in alcuni casi. E comunque c’è più pigrizia, ignoranza e malizia che democrazia, e questo è il problema. E’ inutile che facciamo gli applausi alla grecia augurandoci di avere pure noi “più democrazia”: noi non abbiamo bisogno di più democrazia: abbiamo bisogno di meno imbecilli.
[M.V.]
Niente come sempre avete il dono di saper dire TUTTO ❤
Mi permetto solo di fare un appunto per non continuare sempre a fare la solita disinformazione ed alimentare il solito chiacchiericcio antirenziano, che si facciano le citazioni e si dicano A CHI APPARTENGONO, così dal ricordare per bene agli Italiani chi pronuncia certe cose, che di revisionismo storico ne dobbiamo già sopportare a sufficienza 😉
http://video.corriere.it/salvini-gaffe-grecia-che-caz-ha-isolette-formaggio/233af438-b340-11e4-8ea5-42a1b52c991f
Ciao Nicola, la citazione iniziale è sempre “di poco falsa”: https://nonsiseviziaunpaperino.com/chisiamo/
matteo SALVINI
ha detto sta roba. non renzi
Come ho già detto poc’anzi a Nicola, e come sta scritto qua: https://nonsiseviziaunpaperino.com/chisiamo/ ogni articolo di questa rubrica si apre con una citazione “di poco falsa”.
Tutto condivisibile, ma il virgolettato è di Salvini
Come ho già detto poc’anzi a Nicola e Gianni, e come sta scritto qua: https://nonsiseviziaunpaperino.com/chisiamo/ ogni articolo di questa rubrica si apre con una citazione “di poco falsa”.
Daje, su.
“analfabetismo funzionale al 50%” c.v.d. 🙂
Questo articolo ,se lo si può definire tale,non ha senso. È un miscuglio di autorazzismo All italiana condito con della retorica da economia da bar mentre si sorseggia l amato bianco scadente.
un consiglio se non si sanno gli argomenti e sempre meglio tacere onde evitare figure disastrose come questa.
e come si dice a Napoli “tagg trattato”
In questo commento non c’è un argomento che sia uno. Va bene rosicare, ma almeno fallo in silenzio (o apri un hate blog tutto tuo, l’hanno già fatto e stiamo ancora ridendo). Ciao.
Tsipras ha tentato di trattare prima del referendum senza successo, in questo modo ha portato il problema sulle testate dei giornali di mezzo mondo per una settimana, forse non aveva altra scelta…intanto l’Austria ha raccolto le firme per presentare il referendum che dovrebbe farla uscire dall’euro. Se I politici non sono piu gli idraulici che riparano le perdite perche devono rispondere a poteri non eletti sovranazionali che ci inventiamo?
Su Tsipras sono d’accordo, per quello parlo di manovra politica. Sul resto, invece, il discorso è complesso. Se il mio idraulico è un cialtrone, non è che io divento un idraulico in automatico. Posso provare, ma probabilmente farò comunque un gran casino.
Il referendum è soltanto un modo per guadagnare tempo e “tentare” di far paura alla Germania, che in effetti ne deve avere: se la Grecia esce dall’euro otteniamo le seguenti cose:
– Il progetto Europa è sfacciatamente fallimentare.
– Uno stato con moneta finalmente propria può fare il bello e il cattivo tempo con cambi, pagamenti di debiti e amenità varie. Le banche tedesche dovevano pensarci due volte prima di prestar soldi a gente incapace di restituirli (l’economia Greca era categorizzata come “in via di sviluppo” 20 anni fa, tipo paese africano uga uga)
– Un’inculata pazzesca a tutti i sinistrorsi, democratici e renziani che millantano il “ci vuole più Europa”.
(E si, ho usato due volte i “:” in maniera impropria, chiedo venia)